lunedì 28 febbraio 2011

Una vita per digerirla (turisticamente parlando) ma senza riuscirci

Sarà anche vero che la prima digestione avviene in bocca (prima digestio fit in ore), ma con la Brambilla l’assimilazione proprio non mi riesce; al massimo la si può deglutire con immensa fatica, ma inutilmente perché sempre riappare.
Come ricompaiono le sue “favolette” tipo, come e quando, ai primi d’ottobre del 2008, l’allora sottosegretario con delega al turismo, ci elargì alla presentazione a Palazzo Chigi, del rapporto dell'Osservatorio Nazionale del Turismo sull'estate 2008.
E che così disse: “La stagione turistica è andata male: un numero minore di italiani è andato in vacanza, i turisti stranieri sono diminuiti, il fatturato complessivo del settore si è contratto. Se non c'è stato quel tracollo della domanda che alcuni avevano predetto è anche chiaro che «siamo di fronte a un bilancio che non può che preoccupare anche perché evidenzia con maggior forza quegli elementi di criticità che da tempo sono presenti nel nostro sistema di offerta turistica». Un settore in sofferenza, dove pesano, ha sottolineato la Brambilla, insufficienza e assenza di programmazione, leggi e paletti fiscali che ostacolano l'impresa, lo scarso livello di professionalità degli addetti e la bassa competitività del rapporto qualità prezzo. Nel mirino anche la tassazione delle imprese, superiore rispetto ad altri Paesi Ue. «O davvero ci rendiamo conto che bisogna invertire la tendenza - ha concluso la Brambilla - o rischiamo in pochi anni di avere una lenta perdita delle quote di mercato dell'Italia nei confronti degli altri Paesi e una caduta, conseguente, dell'occupazione del settore». Indispensabile, dunque, puntare su «una vera politica nazionale del turismo»”.
Si, vabbeh che si veniva da due anni circa di “dominio” politico opposto, e quindi il dire male della gestione precedente risultava simpatico e bello, ma …
… ma ricapitolando, dalla dichiarazione della Sciura, si evince per prima cosa che i turisti dall’estero erano in calo.
E allora perché all’Eugenio Magnani, che in quel tempo era il G. M. dell’Enit, ossia l’ente che “avrebbe dovuto” portare gli stranieri in Italia, poco dopo gli fu aumentato lo stipendio del 70%, portando il totale annuo a 190.000 eurini?
E perché in seguito, visto ch’era così bravo (?), è stato tolto da quell’incarico e spedito, come responsabile, in una struttura di missione per il rilancio dell'immagine dell'Italia?
Misteri del caso o del piccolo caso (casino)?
Nell’allora disamina della Brambilla si notava/nota la verve impiegata per denigrare l’insufficienza e l’assenza della programmazione, nonché leggi e paletti fiscali che ostacolano l'impresa, lo scarso livello di professionalità degli addetti e la bassa competitività del rapporto qualità prezzo.
E’ cambiato qualcosa o forse m’è scappato il più; anche perché non ricordo niente (Bonus Vacanza, campi da Golf, Casinò e gli amati quadrupedi a parte) che possa affermare che alcunché si è trasformato.
Per quanto riguarda la tassazione; beh, di quella è meglio non dire nulla; anzi, tra tasse di soggiorno e quelle di scopo...!
Mentre per finire la signora lamenta che la conseguenza di tutto ciò sarà una perdita dell’occupazione del settore.
Ma va?
Per sapere il com’è andata leggete un po’ qui e poi un po’ qua.
Ma come fanno a tenercela ancora?

Comitato candidatura Olimpiadi di Roma 2020 all'ultima supposta presidenza?

La squadra è pronta, e dopo tutti i tira e molla e i bla bla bla delle ultime settimane, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha presentato la lista delle personalità che faranno parte del comitato promotore per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020.
La presidenza è affidata a Mario Pescante, deputato Pdl e vicepresidente del Comitato olimpico internazionale, mentre quello onorario è Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che aveva rifiutato la presidenza per motivi di lavoro poiché ha già il suo bel da fare con il Governo.
I vicepresidenti saranno il sindaco Gianni Alemanno, il presidente del Coni Gianni Petrucci e una terza persona ancora da indicare (vi prego, la Brambilla nooooooo, sennò per due o tre mesi non parlerà d’altro).
E non farà il suo lavoro di ministra del turismo italiano (beh, in questo caso è anche meglio).
In merito, mi permetto di consigliare il Matteo Marzotto che pur avendo delle responsabilità non da poco (Azienda tessile di famiglia, presidenza dell’Enit ed il sociale che segue molto attentamente e bene), da quella posizione potrebbe trarre delle buone e belle esperienze per il suo e nostro futuro; e perché no, qualche input lo potrebbe benissimo dare per l’immagine e per il marketing … sempre che non si metta a dare i dati o le statistiche presunte delle presenze turistiche.
Ma soprattutto perché si manleverebbe da quel “sistema” un po’ “brambillesco” della ministra del turismo e di alcuni suoi adepti che personalmente non mi piacciono per niente, e che credo d’aver ben capito; permettendogli così di “volare in alto” veramente.
Ne è in grado ed è una persona ben vista in campo internazionale.
Infatti il suo modo di vivere è apprezzato in ogni dove e le informazioni che m’arrivano dai connazionali distribuiti un po’ per tutto il mondo, confermano questa mia tesi.
Beh, potrà sembrare strano che io dica o scriva così dopo tutte quelle che gli ho mandato a “dire” (non lesinandone alcuna) attraverso questo blog, e nonostante il suo “astio” nei nostri/miei confronti, io la penso così, già da un bel po’.
Le critiche (intelligenti) non fanno mai male, anzi.
E le nostre lo sono di certo … checché (lui e soci) ne dicano e di cui non c’importa un granché.
Membri del comitato Nicola Zingaretti, presidente della Provincia, Renata Polverini, governatrice del Lazio, il segretario generale del Coni Raffaele Pagnozzi, il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli e i quattro membri italiani del Cio.
Il comitato di compatibilità per la programmazione economica sarà presieduto da Marco Fortis e coordinato dall'ex sindaco di Roma e presidente della Figc Franco Carraro.
Il comitato d'onore dei "saggi" sarà formato da Luigi Abete, Nerio Alessandri, Azzurra Caltagirone, Luca Cordero di Montezemolo, Aurelio de Laurentiis, John Elkann, Cesare Geronzi, Andrea Guerra, Giovanni Malagò, Emma Marcegaglia, Mario Moretti Polegato, Giuseppe Recchi e Aurelio Regina. Ad almeno due di questi, il fondatore di Technogym Alessandri e il presidente Ferrari Montezemolo, era stata offerta in precedenza la presidenza del comitato esecutivo.
Ma andiamo a “misurare” per bene alcuni dei partecipanti.
Il Giovanni Malagò, che ha già organizzato i Mondiali di Nuoto del 2009, non più di pochi mesi fa ha rilasciato questa intervista: ''Non voglio fare del vittimismo, ma non farò più nulla di pubblico per questo paese finché non sarà stata fatta luce su questa vicenda''. Lo ha detto, nel corso di una conferenza stampa al circolo Canottieri Aniene di Roma, Giovanni Malagò che stamattina e' stato citato in giudizio per abusi edilizi. Il processo iniziera' il 5 aprile 2011: con Balducci si presenteranno in tribunale Claudio Rinaldi, ex commissario straordinario per i mondiali di nuoto, e Giovanni Malago' all'epoca presidente del comitato organizzatore dei mondiali.
''Ho tre incarichi che lunedì rimetterò''', ha poi aggiunto l'ex presidente del comitato organizzatore dei mondiali di nuoto. Malagò ha spiegato di essere nel consiglio di amministrazione del Festival della Fiction, dell'Auditorium e di avere anche un incarico in una banca che pero' e' in scadenza.
Malagò ha inoltre escluso suoi eventuali coinvolgimenti nelle Olimpiadi di Roma 2020: ''Ho una parola sola''.
… che di colpo sono diventate due, mentre non conosco se al fine, da quegli altri tre incarichi, si è poi dimesso!
Ma il massimo si ha nella “figura” di Mario Pescante (il presidente), l’ex presidente del Coni tristemente famoso per le dimissioni dopo l’impeachment per i fatti del laboratorio romano (dove venivano gettate le provette dei calciatori...), ed ora addirittura "promosso" a presidente delle Olimpiadi de Roma 2020.
Francamente non si capisce con quale improntitudine un personaggio come Mario Pescante, a suo tempo firmatario (assieme agli altri dirigenti del Coni) delle convenzioni con il famigerato laboratorio di Ferrara, dove venivano scientificamente dopati gli azzurri di varie discipline, possa adesso presiedere questo importantissimo comitato.
Comunque la nomina di Mario Pescante come presidente del Comitato promotore non è certo segno di discontinuità rispetto alla precedente gestione dei Grandi Eventi. E’ plurindagato per reati contro l’interesse pubblico. Travolto, come detto, dallo scandalo doping nel mondo del calcio con la gestione dei laboratori dell’Acquacetosa, si è dovuto dimettere dalla presidenza del Coni. Già condannato per l’affidamento di appalti a costante rialzo di spesa per l’adeguamento dello Stadio Olimpico di Roma, è stato indagato anche per l’assunzione di ben 959 persone, senza concorso, al Coni. Certo, da quest’ultima accusa è stato prosciolto, ma solo perché nel frattempo è cambiata la legge sull’abuso d’ufficio. Nella squadra guidata da Mario Pescante, poi, l’unica atleta  è l’ex sciatrice nordica Manuela Di Centa. Gli altri sono, a parte Gianni Petrucci (presidente del Coni), politici (i vicepresidenti Gianni Alemanno e Renata Polverini) ma soprattutto imprenditori: Luigi Abete, Nerio Alessandri, Azzurra Caltagirone, Luca Cordero di Montezemolo, Aurelio de Laurentiis, John Elkann, Cesare Geronzi, Andrea Guerra, Giovanni Malagò, Emma Marcegaglia, Giuseppe Recchi e Aurelio Regina.
E per fortuna che la candidatura alla presidenza della Commissione speciale regionale per le Olimpiadi 2020 di Romolo Del Balzo, arrestato a ottobre nell’ambito di un’inchiesta sul riciclaggio di rifiuti nel Basso Lazio e che poi aveva ottenuto una misura cautelare più morbida, vale a dire l’obbligo di firma; è stata probabilmente stoppata.
C’è chi dice che l’aiuto di Pescante abbia contribuito alle Olimpiadi invernali di Torino 2006 e quindi …
Dicono anche che se la prima candidatura è andata male (Rio De Janeiro 2016), nella seconda si vince; speriamo e vedremo.
Con questa considerazione, allora, andava bene anche Nino (il verduriere di mia fiducia che è sotto casa).
Recentemente, Pescante, è stato anche nominato Presidente della Commissione CIO per le Relazioni Internazionali dal Presidente del Comitato Internazionale Olimpico, Jacques Rogge che prima ne ricopriva la carica ad interim.
Bah, più uno ne fa (?) e più va avanti.
Perdiana, perdinci e perbaccone, nessuna illazione, ma vedremo come l’andrà.
E se questo è il nuovo che avanza … buona fortuna Roma, buona fortuna Italia …ni!
L’unica consolazione è che a quei tempi non ci sarà più la Sciura Michela; è infatti assai improbabile che qualcuno possa pensare minimamente di rimetterla là o lì, dov’è adesso.

P.S.: Se poi non si facessero sarebbe anche meglio!

sabato 26 febbraio 2011

Affondano nell'economia sommersa degli alberghi. Troppi buchi e fa acqua da tutte le parti

Caricate, mirate, fuoco.
E’ ripartito lo studio (caccia) all’evasione (economia sommersa) da parte dell’Istat e al primo posto c'è, manco a dirlo, il turismo. Ma anche quest' anno di tutta l'erba se n'è fatto un fascio.
Infatti, non capisco il perché, nell’anno del Signore 2011, non si voglia approntare delle innovazioni anche in questo “modo” di elaborare i dati.
Alberghi, ristoranti e bars, che per loro fanno parte dello stesso ambaradan, raggiungono la considerevole percentuale del 56,8% dell'evaso.
Beh, se così fosse (non dispongo di dati che possano contraddirli) porterebbe l’Italia del turismo ad avere un incremento sull’incidenza del Pil quasi sull’ordine delle primissime nazioni che ci sopravanzano per introiti erariali.
Ma che c’azzeccano gli alberghi con ristoranti e bar?
Chi di questo mestiere ne mastica un po’, sa benissimo che due di queste tre cose sono talmente differenti che di più non si può.
Se ristoranti e bars possono tranquillamente essere accomunati, la stessa cosa non è possibile tra di questi e il settore alberghiero.
Sia perché i parametri di “guadagno” non sono per niente similari a causa di margini completamente differenti, sia per il motivo che il numero degli uni (alberghi eccetera eccetera) è molto minore dei bars e ristoranti.
E una specie di soluzione all'evasione si sta finalmente trovando, anche se, a quanto vedo, ci vuole ancora del tempo; infatti siamo solo al periodo embrionale e ...
... si è vero che ultimamente qualche bontempone (senza avvisarmi) ha fatto un bel copy and paste con una mia idea datata, scritta, detta e stradetta oltre 20 anni fa e s’è aggiornato; che sulla base di cose viste ultimamente nel Trentino Alto Adige, è riuscito ad eliminare le vecchie, simil inutili e decrepite schedine delle presenze alberghiere.
Ma, ahimè, siamo ancora molto distanti da quello che si dice “un gran bel lavoro”, e questa volta aspetto che il “bontempone” di turno me lo richieda, perché queste dritte, di certo, non le “regalerò” mai più.
Comunque se vai a chiedere, ti dicono che l’idea è di certo la loro, e personalmente non mi frega granché, perché il miglioramento c’è stato, e quindi …
… sono oltre 2700 gli operatori riminesi che hanno aderito al progetto, che diventerà obbligatorio per tutte le imprese ricettive. Il nuovo sistema informatico permette ai titolari degli alberghi di trasmettere in via telematica le “schedine alloggiati” che, in base alla legge, vanno consegnate in Questura entro 24 ore dal loro arrivo.
Il servizio, da un lato consente all’albergatore una compilazione più veloce e precisa, favorendo l’invio delle schedine in tempo reale senza che questi si debba recare personalmente nell’Ufficio di Polizia; dall’altro, permette agli agenti un controllo più rapido delle persone alloggiate e, di conseguenza, un controllo più efficace del territorio, che si traduce in maggiore sicurezza per la collettività.
Inoltre, il “cervellone” elettronico non si limita a comunicare le generalità degli ospiti delle strutture ricettive, ma permette di ‘fotografare’ anche altre caratteristiche, quali, ad esempio, mezzo di trasporto, periodo di permanenza e motivazione del soggiorno, utili  per analizzare dati e tendenze del mercato turistico.
Purtroppo e però, la questione che dov’essere invero gestita attraverso la Provincia, presenta ancora diverse anomalie; ma aspettiamo gli eventi abbinati al sommerso e naturalmente “a gratis”.
Mentre l’Istat continua imperterrito ad accostarli (alberghi, bars e ristoranti) come se fossero una unica cosa.
Caricate, mirate, fuoco ... ma non colpito.

venerdì 25 febbraio 2011

Dai che ti vendo a buon prezzo la Fontana di Trevi

L'ottimismo manifestato da più parti sull'andamento del turismo in Italia non sembra giustificato dai dati. Nel 2010 sono calati, e molto, i giorni di vacanza e i viaggi d'affari. Tradotti in euro significano perdite significative per gli operatori. E gli italiani hanno rinunciato soprattutto alle microvacanze e ai week-end lunghi. Ovvero a quel superamento della stagionalità che rappresenta la speranza di consolidamento e crescita del settore. Manca in particolare una politica del turismo per il mercato interno.
Domenica 20 febbraio si è conclusa l’edizione 2011 delle Borsa internazionale del turismo di Milano, la principale rassegna del settore in Italia. Ma le note ottimistiche diramate dal ministro Michela Vittoria Brambilla e dal presidente dell’Enit Matteo Marzotto non riescono a far sorridere le imprese, che registrano un calo molto drastico della domanda interna, il principale mercato di riferimento.
RITORNO AL PASSATO
Nel turismo la crisi non è finita, o più probabilmente il settore ne ha risentito in ritardo rispetto ad altre branche della nostra economia. E l’analisi critica è lecita, stando alle cifre pubblicate dall’Istat proprio il 16 febbraio 2011, giorno di inaugurazione della Borsa, che sono stati largamente trascurati nella comunicazione e nei dibattiti. (1)
I dati relativi ai viaggi e alle vacanze degli italiani nel 2010 confermano quanto già evidenziato da Isnart - Unioncamere sull’occupazione delle strutture ricettive (alberghiere ed extralberghiere), che per quasi tutto l’anno e soprattutto durante l’estate avevano fatto registrare una contrazione rispetto all’anno precedente.
Il 2010 infatti segna un ritorno al passato, un balzo indietro di quattro-cinque anni almeno, per quanto riguarda la propensione ai viaggi e alle vacanze degli italiani, che lo scorso anno hanno “consumato viaggi” molto di meno che nel recente passato.
I viaggi degli italiani x 1000

Totale vacanze
Totale lavoro

Viaggi
Notti
Viaggi
Notti
2008
106.810
644.097
16.128
62.553
2009
98.677
622.581
15.422
57.634
2010
87.407
586.004
12.590
40.943
Fonte: Viaggi e vacanze in Italia e all’estero, Istat 2011
Variazioni 2010/2008

Totale vacanze
Totale lavoro
v.a. x 1000
%
v.a. x 1000
%
Viaggi
-19.403
-18,2
-3.538
-21,9
Notti
-58.093
-9,0
-21.610
-34,5
Fonte: elaborazioni su dati Istat, 2011
Quanto ai viaggi di lavoro, i tagli nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni si sono fatti sentire: meno missioni, meno congressi e fiere, meno viaggi di rappresentanza.
IL CALCOLO DELLE PERDITE
Purtroppo il turismo in Italia non ha ancora imparato a guardarsi in tasca e continua a sfornare e commentare dati fisici, ma non economici: contiamo le teste dei turisti e le notti passate fuori casa, ma non la spesa.
Così è difficile parlare dei risvolti economici di un simile tracollo: possiamo però provarci sulla base di diverse rilevazioni incrociate, condotte ancora una volta da Isnart – Unioncamere, e dalla Banca d’Italia. (2) Le stime convergono su di un valore medio di circa 100-105 euro in termini di spesa media per persona/giorno.
Se così fosse, la perdita di fatturato complessiva dell’offerta turistica italiana nel 2010, per il solo effetto del calo del mercato interno di 58 milioni di notti per vacanza, sarebbe di circa 6 miliardi di euro: una enormità.
A queste perdite si va poi ad aggiungere il calo di 21 milioni di notti per il turismo d’affari, notoriamente più “ricco”: almeno altri 2 miliardi di euro, a essere prudenti.
Sempre secondo l’Istat, nel 2010 gli italiani non hanno del tutto rinunciato alla vacanza estiva, ma si sono spostati di meno durante il resto dell’anno, tagliando magari anche solo sui week-end.
Però è proprio questa la “polpa” del business turistico, che non campa solo di festività comandate, ma sempre più di prolungamento stagionale, di microvacanze, di ponti e week-end lunghi. (3)
Se fosse per stare aperti solo a ferragosto, non ci sarebbe utilità a costruire o a gestire alberghi, come sanno bene tutte le imprese che fanno un business plan prima di iniziare l'attività.
L’industria turistica italiana nel suo complesso ha una sola speranza di diventare sistema, attività primaria e centrale nella vita di milioni di lavoratori, settore permanentemente attivo, vocazione stabile dei territori: e questa speranza risiede nel superamento della stagionalità.
Altrimenti resterà il regno della saltuarietà, dei mestieri che cambiano con le stagioni, del lavoro sommerso, come segnala sempre l’Istat il 18 febbraio 2011: il 56,8 per cento del prodotto interno lordo alberghiero sarebbe “in nero”. (4)
Al di là di ogni altra considerazione, è del tutto evidente che il vuoto lasciato dal ministero del Turismo (abrogato con referendum popolare nel 1993) non è stato colmato dal protagonismo delle Regioni, sancito nel 2001 dalla riforma del Titolo quinto della Costituzione.
Mentre infatti sia l’Enit - Agenzia italiana per il turismo sia le Regioni hanno mantenuto la competenza sui mercati esteri, il più delle volte duplicando le proprie azioni, il mercato interno è rimasto orfano di ogni attenzione e provvedimento, con i risultati che oggi si vedono.

(1) Istituto nazionale di statistica, “Viaggi e vacanze in Italia e all’estero”, anno 2010, 16 febbraio 2011.
(2) Banca d’Italia – Ufficio italiano cambi, “Viaggiatori stranieri in Italia e viaggiatori italiani all’estero”, anno 2010.
(3) Coldiretti – SL&A, “Dossier microvacanze a chilometro zero”, Roma, 2008.
(4) Enrico Giovannini, relazione al tavolo per la riforma fiscale, 18 febbraio 2008.

 Di Stefano Landi su Lavoce

Copy and paste ? Why not ?

Qualche tempo fa scrissi dell’assurda idea di alcuni miei corregionali, ma soprattutto concittadini, che presiedendo le scuole medie superiori della mia città (Genova), e che hanno privilegiato le gite scolastiche al di fuori dei confini nazionali, anziché …
Infatti quale migliore occasione si sarebbe prospettata per conoscere la cultura, l’arte e quant’altro di meraviglioso che c’appartiene, se non nel 150° anniversario dell’unione d’Italia?
Siamo pur sempre il Paese che dispone del patrimonio artistico più grande del mondo in queste “cosette” e quindi … e quindi i “benpensanti” hanno deciso di far andare i propri pargoletti in Grecia, Strasburgo, Costa Azzurra, Praga, Berlino, Dresda e tanti bei posti al di là delle Alpi o al di sotto dei nostri bei mari.
Fino alla ciliegina sulla torta, e vale a dire quella del “professionale” istituto turistico che se ne va a Malta.
Ora che la crisi del turismo ci attanagli lo sanno anche i sassi e sono molte decine di migliaia le persone del settore ch’anno perso il lavoro negli ultimi tempi.
Ma probabilmente a questi “signori”; o non lo sanno o non frega niente o poco di più.
Ci sarebbe anche una terza ipotesi, cioè che potrebbe riprendere la stessa causale attuata nei due anni precedenti per protestare contro i tagli della riforma Gelmini, che li ha portati a non farle per niente.
Danneggiare questo Governo senza pensare che il Governo magari poi passa, mentre l’Italia (si spera) ci rimane ancora un bel po’.
Infatti quest’anno le fanno ma se ne vanno all’estero; che per gli albergatori o affini e tutto l’indotto, vuol dire che non cambia proprio un bel niente.
Beh, che dire loro; meglio non dire per evitare qualche denuncia.
Passano i giorni e questa mattina leggo che il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla e il Ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, presenteranno il 25 febbraio alle ore 11 presso la sala stampa di Palazzo Chigi, il progetto "Dai mille e un milione... di studenti alla scoperta dell'Unità d'Italia". Il progetto è dedicato alla promozione, nelle scuole italiane, dei viaggi d'istruzione e degli itinerari turistici legati ai luoghi storici dell'Unità d'Italia.
E il mio primo pensiero è stato: “… pensarci un po’ prima, no vero?”
Decido allora di farmi un viaggio nel web per vedere se altre città o Regioni l’hanno pensata nella stessa (…..) maniera.
Il primo che becco è il Piemonte dove l’assessore regionale al turismo, Alberto Cirio, ha stanziato un bonus di trecentomila euro per le gite scolastiche (già esaurito) da effettuare entro i confini regionali.
Cavolo, questa si che è una buona idea (anche se è trent’anni che la vado dicendo, anzi probabilmente 40), ma almeno qualcuno (onore al buon Alberto Cirio) l’ha fatto.
Ma vado avanti e nella programmazione del turismo piemontese leggo che: Booking on line sul portale piemonteitalia.eu, bonus per le gite scolastiche (come detto), per i congressi (5 euro a pernottamento) e per le vacanze della terza età in montagna, stelline ai ristoranti che propongono menu di qualità per i bambini. Sono alcune delle novità che caratterizzano il nuovo piano di promozione turistica del Piemonte, che ha un valore economico di 10 milioni di euro. “Con 11,6 milioni di presenza turistiche consolidate ed in crescita – ha spiegato l’assessore regionale al turismo Alberto Cirio – il Piemonte si prepara ad affrontare un 2011 ricco di sfide presentando un nuovo piano in cui vengono definiti per la prima volta in modo chiaro ruoli e competenze”. I prodotti turistici di punta su cui si concentreranno gli interventi nel corso dell’anno sono, oltre ad ‘Italia 150′, la montagna, sia estiva sia invernale, il congressuale , il turismo religioso, il benessere, le strategie verso Expo 2015.
Un lungo elenco di accordi e azioni: dall’adesione ad alcune fiere del settore turistico al potenziamento e al consolidamento di strutture ricettive passando attraverso accordi  – definiti di co-maketing – con  alcune compagnie aeree (Alitalia e Ryanair) ferroviarie e navali (è in fase di definizione l’accordo con Costa Crociere) per aumentare e permettere un migliore afflusso turistico. Rispetto agli anni passati ci saranno alcune novità: il lancio del booking on line (attivo dall’estate) e un nuova struttura di marketing on line gestito da cinquanta neolaureati in Economia (neolaureati o laureandi nei corsi di economia turistica dell' Università di Torino). Divisi in gruppi di cinque e coordinati dai loro docenti i giovani tra poche settimane inizieranno a costruire il nuovo piano di marketing on line: Piemonte Italia Tribe si chiameranno e avranno la libertà assoluta (5 ore al giorno per 5 giorni la settimana in una sala nell' assessorato al Turismo di via Avogadro), di promuovere il Piemonte sulla Rete attraverso i social network e quant' altro vorranno. Non solo: gli stessi giovani, che sono stati formati ad hoc, saranno utilizzati anche per la gestione degli stand della Regione nelle varie fiere e manifestazioni cui parteciperà.
Il piano che dovrebbe costare intorno ai dieci milioni di euro verrà approvato la prossima settimana dalla Giunta regionale.
Che questo assessore qui abbia voglia di lavorare?

Un tre per due nell'anno del Signore 2011


Ieri, alle ore 15.02 (ora prevista 14.30), il ministro Michela Vittoria Brambilla è stata in audizione presso la X Commissione Attività Produttive della Camera per discutere le “linee di azione” del suo dicastero (turismo).
In particolare, ma non solo, per illustrare il suo ultimo “capolavoro”, il nuovo Codice del turismo, già bocciato dalla Regioni e da alcune delle associazioni di categoria, nemmeno consultate; anche il Consiglio di Stato ha espresso i suoi dubbi sull’opportunità e sul metodo adottato per redigere il provvedimento.
Grazie a Radio Radicale l’intera audizione di oggi (1 ora e 10 minuti) può essere ascoltata nella barra audio in cima al post.
Come noto, nel recente passato, il rinnovato progetto due.punto.zero del portale italia.it da 5 (o 10 ?) milioni di euro è stato uno dei cavalli di battaglia della ministra “stakanovista brianzola” (cit. MVB alla BIT 2011).
Tra le “linee di azione” ne è stato quindi confermato il rilancio? Certamente.
Nell’occasione odierna MVB ha infatti coerentemente dedicato alla questione ben zero.punto.zero secondi.
Alcuni dei commissari, a margine dell’intervento della rossa di Calolziocorte durato una trentina di minuti e, al solito, letto riga-riga con tono “a pappagallo”, lo hanno vagamente notato.
36:35 – 37:10 Fabio Gava – PDL

A questo riguardo in passato si parlava, almeno… io ricordo si parlasse, della ipotesi di un cosidetto portale del turismo che potesse consentire soprattutto per l’offerta verso l’estero la possibilità di avere le indicazioni precise sia dal punto di vista geografico sia dal punto di vista dell’offerta alberghiera.
Da fare in maniera integrata con le Regioni.
Vorrei capire ad esempio se questo è un progetto troppo complesso e quindi messo da parte o se è un progetto che ha ancora una sua attualità, visto che oggi certamente Internet e il web rappresentano uno dei veicoli fondamentali per la promozione e anche per l’utilizzo del turismo.

44:00 – 44:20 Elisa Marchioni – PD

Il collega chiedeva del portale italia.it, i cui contenuti sono… ehm… non quelli che ci si attendeva.
Mi viene da usare la parola modesti
[ndb. troppo buona!], ma sicuramente non è il grande portale che faccia… che sia l’interfaccia vera di cosa l’Italia può rappresentare a livello turistico.
Va giù invece con toni piuttosto decisi il deputato del PD Ludovico Vico, già noto ai tempi del ministro Rutelli per aver presentato un’interrogazione sull’argomento; oltre ad aver espresso forti critiche a MVB nel corso di una precedente audizione del luglio 2008 e di una seconda nel gennaio 2009.
47:35 – 49:30 Ludovico Vico – PD
Ministra, benvenuta.
Il 10 ottobre del 2009 Lei ha dichiarato quanto segue: “il nuovo portale Italia costerà 5 milioni di euro contro i 43 spesi dal precedente governo. ” Annuncia anche che il demo promozionale online per il lancio promozionale del portale italia era stato realizzato dall’ACI gratuitamente. Solo il 16 luglio 2010, sempre sulla stessa materia, Lei durante la presentazione dello spot Magica Italia e rispondendo all’interrogazione dell’onorevole Froner ha avuto modo di dire che il portale Italia costava già… aveva bisogno di altri 10 milioni di euro.
La domanda è: oggi quanto ci costa il portale Italia, anno del Signore 2011 ?
Quando è stata nominata ministra, al momento dell’insediamento, ministra, e congiuntamente al Presidente del Consiglio, ha dichiarato alle agenzie quanto segue: “il turismo pesa per l’11% sul PIL nazionale. Ora bisogna puntare a raddoppiarlo in quattro anni“.
Io vorrei chiederle, perché dalla sua relazione non è evidente, in questi due anni se è cresciuto e se per piacere ci può dire se corrisponde al vero quanto afferma Agriturist, che oggi è al 9,5%, ovvero due punti in meno.
Ministra… lei pensa… ho l’impressione che Lei pensa molto agli animali domestici, ai buoni vacanza e al golf per risolvere la crisi del turismo.
La prego di immaginare, per carità, che sono cose utili anche queste, ma che magari anziché elencarle ai media un tre per due, si dovrebbe usare questo tempo per pensare altre… altre cose.

La vicepresidente della X Commissione Laura Froner ha chiesto ed ottenuto la disponibilità del ministro a tornare entro la prossima settimana per dare replica compiuta e dettagliata alle varie questioni sollevate dai commissari.
Può darsi quindi che, nei prossimi giorni, si riesca ad avere una risposta alla fondamentale domanda
oggi quanto ci costa il portale Italia, anno del Signore 2011 ?

giovedì 24 febbraio 2011

Gita vietata all’alunno down, classe si ribella

Questa è una “piccola ma utile” storia di una Preside (che personalmente, sempre che si tratti di una storia vera, non capisco il come ci sia arrivata ad esserlo) di una scuola di medie superiori in una qualsiasi città o paesello italiano.
Il fondo giornalistico è di Andrea Acquarone e, a parte la meritocrazia che probabilmente ha “baciato” nella vita questa “galantdonna” fino a portarla a quel prestigioso incarico didattico, il primo detto dei nostri avi (che sovente ci hanno azzeccato) che m’è venuto in mente è stato: “La mamma dei probabili "idioti", che attualmente dicono sia sempre in cinta, forse e presumibilmentel o era anche nei tempi passati  (considerando l’età della “galantdonna)”, e fors'anche chi li ce l'ha messa, infatti…
… Quando i piccoli sono più grandi dei «grandi». In modo semplice, dolce, naturale. Nel loro mondo fanciullesco, ma probabilmente più giusto, e di cui gli adulti dovrebbero riappropriarsi.
Così accade di scrivere di questa storia di discriminazione, di ingiustizia, di violazione etica e morale, una violenza di fronte alla quale si sono ribellati dei ragazzini di nemmeno quattordici anni. Una classe intera, stretta attorno, senza se e senza ma, attorno al compagno down. Uno di loro, uguale a loro. Per tutti, ma non per la preside. Che gli aveva vietato la gita. Non una vacanza, solo un giorno di visita a un istituto superiore, così come previsto dal Ministero in vista delle scelte d’orientamento.
Accade in un istituto di Catanzaro, la denuncia arriva dalla famiglia del giovane e a raccontarla è Ida Mendicino, responsabile del coordinamento regionale per l’integrazione scolastica.
La mamma del piccolo a gennaio si barricò un’intera mattina nell’ufficio della dirigente scolastica, pretendeva (giustamente) che suo figlio andasse col resto della classe. Non è mai stato bocciato, dicono che segua con profitto i corsi. Dunque perché lui no? Motivazione ufficiale: manca l’insegnante di sostegno. Intervenne persino la polizia per permettere che lo scolaro down partecipasse alla «gita».
Purtroppo la storia è solo all’inizio. Stando a quanto spiega ancora l’avvocato Mendicino, la saccente preside avrebbe espresso ai docenti l’intenzione di non autorizzare in futuro alcuna uscita dello studente «diverso». E poi presentandosi in classe in un momento in cui lui non c’era, avrebbe invitato i suoi compagni a non fare sapere al ragazzo le date delle gite in programmazione. Più o meno questo il discorso: «Sapete, lui non è in grado apprendere a causa della sua infermità genetica».
Ecco nascere la ribellione. «Senza di lui in gita non ci verrà nessuno di noi». Sembra tratta da libro «Cuore» la lettera che i suoi compagni gli hanno dedicato per il suo compleanno. Bastano un paio di brani: «Per la gente esterna alla classe sembri un ostacolo, invece tu sei la nostra forza.... Ora che ci avviciniamo alla fine degli anni passati insieme, proviamo un grande dolore, pensando tristemente di lasciarti alle buie giornate di scuola senza il nostro raggio di sole. Sarai sempre il nostro piccolo grande amico». Firmato terza F.
Preside vada a lezione (per imparare) e anche da qualche altra parte che non si può dire.

mercoledì 23 febbraio 2011

Lo fa Remo

Quando in Italia si ciancia di turismo il copy and paste va per la maggiore, quindi di novità se ne vedono ben poche.
Merce rara dei tempi ahimè, ormai strapassati, e generale fautrice del mio forzato e non voluto assenteismo.
E per farvi l’ennesimo esempio di cotanta innovazione (però e forse, di quella mancata), eccovi l’ultima dichiarazione vista sul web, che, ma guarda un po’, è del …

“Investiremo sei milioni di euro nella promozione del Lazio. Useremo canali tradizionali quali tv, stampa, radio, manifesti; ma, soprattutto, cercheremo nuovi modi per intercettare i flussi turistici”. Così l’assessore regionale al Turismo e Made in Lazio, Stefano Zappalà, all’indomani del parere favorevole della commissione consiliare sul piano annuale di settore, illustra le azioni concrete che caratterizzeranno i prossimi mesi. “Il Lazio è un tesoro che ancora in tanti devono scoprire – spiega l’assessore – e questo straordinario territorio sarà raccontato dentro gli aeroporti, dove solo a Roma transitano ogni anno oltre 40 milioni di passeggeri; sugli aerei, con accordi che investono i principali vettori europei; nel sistema delle crociere. Dobbiamo essere capaci di andarci a prendere i turisti – continua Zappalà – dobbiamo far diventare il Lazio una scelta turistica ambita, di qualità, capace di affascinare. Cultura, religione, storia, ambiente, mare, terme, qualità della vita: tutto questo è il Lazio e lo promuoveremo attraverso messaggi mirati a chi già oggi vede in Roma e nel Lazio una meta turistica: turisti europei, del nord America e del Giappone, ma anche chi si affaccia oggi in questo mercato, cioè brasiliani, cinesi, indiani, russi. Con la nostra azione di promozione – aggiunge – andremo a proporci a chi fa oggi una domanda forte di turismo. Integrando la comunicazione con gli interventi strutturali di settore, in una strategia complessiva che riporti Roma ed il Lazio ad essere riferimento internazionale per il turismo. L’obiettivo è competere alla pari con Parigi – conclude Zappalà – oggi loro hanno 30 milioni di arrivi, noi dieci. Non è possibile restare fermi”.

A parte il fatto che il Lazio è una Regione mentre Parigi è una città, e quindi il paragone non c’azzecca granché; qualcuno della zona laziale lo informi di ciò.
Infatti Parigi appartiene all'Île-de-France (Isola di Francia) che è una regione della Francia settentrionale ed è composta da otto dipartimenti.
Le altre città importanti, oltre a Parigi, sono Boulogne-Billancourt, Saint-Denis, Argenteuil e Versailles.
Ma andando avanti nella “novella” dichiarazione del Frappalà, personalmente non trovo niente di nuovo o di non mai detto.
Il suo nuovo modo d’intercettare i flussi turistici è ancora al CERCHEREMO (chissà cos’altro ha cercato da quando è assessore?), e così pure il DOBBIAMO ESSERE CAPACI di andare a prendere i turisti.
Segue poi (a mo’), il DOBBIAMO far diventare il Lazio una meta turistica ambita e bla bla bla, senza per altro dire o particolareggiarne il come.
In poche parole … s’ha da fare e niente di già fatto, mentre i suoi “messaggi mirati” sono rivolti a chi già oggi vede in Roma e nel Lazio una meta turistica.
Beh, non è forse meglio prendere la “mira” su quei turisti che ancora non vedono Roma e il Lazio come meta per le loro vacanze o escursioni che andare a cercare chi già ci vuole venire?
Stessa “storia” la si evince anche nello spendere.
Eh si, i 6 milioni di euro per la promozione del Lazio, che, da quello che leggo nell’intervista, non hanno ancora trovato un “precedente” studio o “antecedente” indagine.
Nel segno di FA-REMO FA-REMO FA-REMO, e poi chissà se lo farà ROMOLO.
Ma di  “I N N O V A Z I O N E”  ne vogliamo parlare … o tira a campà?

martedì 22 febbraio 2011

Bocca e ... l'occhiataccia all'Enit e alla Brambilla

"La gestione commissariale di Enit è durata troppo". Bernabò Bocca presidente Federalberghi - Confturismo attende il 3 marzo, giorno in cui è stato garantito l'insediamento del nuovo cda dell'Agenzia nel quale siederanno 2 rappresentanti del Governo, 2 delle regioni (forse Abruzzo ed Emilia Romagna) e 1 in rappresentanza delle aziende.
Bocca è quasi certo della sua presenza nell'organismo: "Sono i numeri a parlare, Federalberghi - Confturismo è la più grossa associazione di categoria per le imprese".
Soddisfatto per l'istituzione del Convention Bureau, "che dotato di 6 milioni di euro dal dipartimento del Turismo finalmente sarà un organismo che potrà funzionare", il presidente guarda ora soprattutto al leisure per il 2011, confidando nel mercato italiano a seguito degli accadimenti nel bacino Mediterraneo, mentre dall'estero confessa ottimistici segnali da Brasile, Russia e Cina "i più vivaci".
"Alla prima riunione operativa con Enit cercherò di mettere in evidenza il problema dei visti: Chiuso l'ufficio visti di Kiev non riusciamo ad ottenerne il rilascio. E' inutile andare in giro a fare promozione in Russia quando poi i turisti non possono venire in Italia, oppure entrano prima dalla Francia che li rilascia con facilità e da noi arrivano in coda ai tour quando hanno finito le risorse da spendere". Comprensivo sulle necessità del taglio dei costi per gli uffici italiani all'estero, Bocca insiste su una "Casa Italia" dove siano assembrate le diverse funzioni anche dell'Ice. "Con Vattani (presidente Ice, ndr) l'intesa e le sinergie ci sono, le problematiche sono solo di ordine normativo".

Per qualche dollaro in più, per la coccarda

Alla fine quelli di Federalberghi l’hanno capito ma credo che attuino il: “Bisogna tenere alta la tensione perché non è detto che il grande imbroglio possa smatassarsi”.
Mi riferisco alla minaccia di sciopero che Bernabò Bocca, Presidente dell’associazione alberghiera, ha palesato non molti giorni fa in merito alla norma delle Milleproroghe, vale a dire la regola che rende obbligatoria (?) la tassa di soggiorno (tra i 2 e i 3 euro) per i clienti che sosteranno negli alberghi.
Milleproroghe che, personalmente ragionando, assomiglia più ad una finanziaria che a dei rimandi per il federalismo, e di cui ne vedremo delle belle, costituzionalmente parlando. Ma di questo ne capisco quanto la Brambilla mastica di turismo e pertanto è meglio lasciar perdere.
Vedremo!
Comunque tornando a noi e al Bocca, già la scelta della data, il 17 marzo, 150ennario dell’Unità d’Italia, m’era sembrata più una boutade che una cosa seria, infatti era presumibile il dietro-front che in verità poi c’è stato.
Per l’occasione il buon B. Bocca e la Elena David (Presidente catene alberghiere italiane "AICA") che avevano paventato questa drastica soluzione, diciamo un po’ così “fantascientifica”, avevano proposto la chiusura totale degli alberghi da 1,2 e 3 stelle.
I rimanenti (4 e 5 stelle) dovevano “solo” inserire una coccarda tricolore, in chissà quali posti, per manifestare la piena solidarietà nei confronti dei primi e rimanere aperti.
Beh, una gran bella privazione, fatica e partecipazione senza colpo ferire, ma soprattutto senza colpo ricevere.
Infatti sia la Elena David (UNA Hotels) che Bernabò Bocca (Sina Hotels), sono anche proprietari, presidenti o AD di alberghi “esclusivi”.
Si, i famosi 4 o 5 stelle che per l’occasione avrebbero avuto l’ingrato compito di acquistare le coccarde da mettere nei propri hotels; sempre che non le abbiano già avute depositate in qualche magazzino.
In questo caso la fatica è anche doppia, perché … chissà dove sono e valle a cercare!
Che ce volete fa; i propri so comme piezz’e core, e quindi perché chiuderli?
Comunque, miserrime mie considerazioni a parte, credo che adesso la minaccia di chiusura totale l’abbiano spostata a data da destinarsi, alla moda dell’aum-aum, giorno che personalmente non penso mai verrà.
Difatti, sapete in quanti alberghi (Italia) esiste un sindacato interno che possa verificare che la chiusura è avvenuta veramente?
E quelli piccoli o a gestione familiare, chi li controlla?
E i clienti che sono arrivati il giorno prima dello sciopero, saranno gentilmente accompagnati alla porta pregandoli di ritornare due giorni dopo?
E le schede che gli albergatori e gestori compilano all’arrivo dei clienti e inviate alle autorità del posto, sono e saranno “veramente” complete?
Recentemente i dati Istat hanno rilevato (ma l’hanno sempre detto anche negli anni addietro) che gli alberghi (non me ne vogliano i colleghi ma tutti sappiamo che così è, poche balle) sono i più grandi evasori in fatto di tasse; figurati che fatica è, farla totale, per un giorno solo.
Dulcis in fundo, ci sarebbe da calcolare anche il danno all’erario, indotto e, cosa non di poco conto, quello alle proprie casse.
Che se calcoliamo l’andazzo degli ultimi tempi; beh, non c’è niente da stare allegri e contenti,mentre perderne, per sciopero, ancora un bel po’, è proprio da insensati.
Poi ce la volgiamo mettere ‘sta benedetta immagine dell’Italia di cui tutti parlano a iosa ma che non frega niente a nessuno (o ben pochi)?
Ecchecca..o!
Forza, poche balle, camminare e non rompete gli zebedei; le soluzioni si trovano in altro modo.
Perché chi scegli questo stupendo mestiere in un Paese squisitamente a trazione turistica, se li può scordare ‘sti scioperi organizzati ad arte da altri, che al massimo mettono due o tre coccarde.

lunedì 21 febbraio 2011

Con quell'occhio (furbetto) un pò così che hanno quelli dell'Isnart

Neanche il miglior Nostradamus, al secolo Michel de Notre-Dame o Miquèl de Nostradama in occitano (Saint-Rémy-de-Provence, 14 o 21 dicembre[1] 1503Salon-de-Provence, 2 luglio 1566), che è stato un astrologo, scrittore e farmacista francese, avrebbe potuto far di meglio di ISNART; e vi spiego il perché.
L’Istituto Nazionale per le Ricerche sul Turismo (Isnart), quelli che mi sono già famosi per aver ideato questo e fatto quest’altro, dichiara che il 2011 sarà l'anno del recupero definitivo del turismo internazionale organizzato verso le mete italiane.
Sul mercato interno, invece, sempre secondo l'Osservatorio, nel primo quadrimestre dell'anno aumenterà del 14,1% lo share di italiani certi di fare una vacanza. "Il periodo più richiesto per i viaggi - precisa Isnart - sarà aprile: il 24,9% durante la Pasqua e il 21,9% in altri periodi del mese".
Beh, ad onor del vero, queste cose le immaginavo e le dicevo già dall’ottobre scorso, e vale a dire dal giorno che la Brambilla è stata eletta “all’unanimità e per acclamazione”, durante l’89a sessione del Consiglio sull’isola di Kish (Iran), alla Presidenza del consiglio Esecutivo dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNTWO).
Peccato che la stessa ministra nel ricordare l’evento si sia “dimenticata” di dire che poco tempo prima in una lettera datata 6 ottobre 2010, il Governo d'Italia ha ufficialmente comunicato al segretario generale l'intenzione del Paese di presentare la sua candidatura per la presidenza del Consiglio esecutivo nel 2011 dell’UNTWO che, tra le altre cose, è quella che emette le presenze turistiche internazionali.
In poche parole la “Sciura” si è proposta da sola (Governo) per quell’unanimità e acclamazione descritta precedentemente.
Apperò!
Comunque, per proclamazione e totalità a parte, ho subito immaginato (a pensar male … ma a volte ….) che le cose sarebbero cambiate in meglio per il nostro Paese in merito alle presenze straniere, e senza l’ausilio di cartomanti, pendolini o grandi e famosi preveggenti.
Quindi cari amici (e non), statene certi che durante tutto l’anno 2011, in concomitanza della presidenza all’Untwo della Brambilla, le statistiche e i dati delle presenze estere in Italia subiranno un forte incremento che lascerà tutti di sasso; anche i più pessimisti, quelli più increduli e perché no, anche quelli dell’Enit che con quelle doppie cifre col segno più, c’andranno di certo a nozze.
A ri fosse vero!
Perché se è vero che da quando c’è Lei in quel dicastero “sembra quasi” che tutti vogliano e vengano in Italia a trascorrere delle liete giornate, figuriamoci adesso che è il Chairman dell’Untwo.
Godete brava gente, il tempo delle vacche magre è finito, e poco importerà se ai circa 200.000 lavoratori del comparto e indotto che si sono “persi” in poco più di due anni nonostante gli incrementi annunciati in passato, se ne aggiungerà qualcun altro.
Forse che l’importante è che loro facciano bella figura e ci raccontino che tutto va ben, Madame la Marquise?
Ah dimenticavo, complimenti all’Isnart o se si preferisce a UnionCamere, perché neanche Nostradamus l’avrebbe mai detto … forse.
Però Nino, il fruttivendolo di mia fiducia sotto casa, che di turismo non ne capisce simpaticamente e praticamente nulla, ne era già certo da molto tempo di questo cambiamento positivo per noi.
Che strano e guarda un po’ come va il mondo.
P.S.: E se quei numeri si ottenessero veramente?

domenica 20 febbraio 2011

Sono andato alla BIT ma ho visto "solo" Milano

Ho passato due giorni alla BIT di Milano e a parte le “due bocce così” (forse l'ho visto troppo in fretta) che mi son fatto nel girare quei padiglioni colmi di cose viste, riviste e straviste (a meno che non mi sia scappato qualcosa), il peggio, è stato l’ascoltare i “professoroni” di turno che si complimentavano a vicenda o si auto eleggevano a campioni del mondo.
Ma anche in questo caso, niente di nuovo, e poi l’immaginavo già.
Però quello che m’ha fatto più incazzare (tra me e me) è l’aver visto i presenti che applaudivano o annuivano consenzienti a qualsiasi cosa che i relatori dicevano.
Nessuna espressione di dubbio e né tantomeno un aggrottamento di sopraciglia per cose che … ma che è!
Niente di male, per carità, ma presumo, anzi ne sono certo, che quello che ho sentito in quella occasione dai “saggi del turismo nostrano”, siano cose risapute e strarisapute da tutti; almeno spero, perché altrimenti (per loro e fors’anche per noi) sarebbe meglio che tentino di cambiar mestiere.
Un po’ come proferire a dei studenti di scienze geografiche che la capitale d’Italia è Roma.
Sai gli applausi dei laureandi e quanta gioia negli occhi per aver finalmente tolto loro questo dubbio datato e amletico?
Comunque non è di questi che vi voglio parlare ma del fatto che, mettendomi nei panni del turista, mi sono fatto un giretto per godermi qualsiasi cambiamento o miglioria che ho visto e confrontato nel tempo.
A proposito, da un pezzo ormai, ovunque vada, mi trovo a considerare con rinnovato stupore, come il mio Paese sia il più bello del mondo.
Il più bello che abbia mai visto; quasi avessi occhi nuovi e nuovi entusiasmi, quasi il rivedere acuisse le facoltà della meraviglia.
Potrei sbagliarmi, ma suppongo di poter spiegare la cosa così: aver imparato negli anni a voler bene al mio Paese.
Una relazione affettiva, uno sguardo che sicuramente ha a che fare con la mia esperienza maturata in tantissimi anni in giro per il mondo lavorando nel turismo, ma che mantiene una pura e semplice intimità.
Forse sono più fortunato di altri perché la “forzata” lontananza ha acuito in me l’amore per l’Italia, e quindi ne ho più fame di altri; forse perché il mio stupendo mestiere mi ha portato e mi porta sempre a cercare l’innovazione … vabbeh, è difficile spiegarlo e di conseguenza anche capirlo.
Oserei dire che sono entrato in intimità con il BelPaese, e ho imparato, con la forza che ha in sé l’intelligenza dei sentimenti, a volergli così bene da comprenderne e fare mia tutta la bellezza che riesco ad incontrare; quella che a un estraneo è preclusa perché troppo interiore e priva di intenzioni di appariscenza.
Tutta la bellezza e, naturalmente, tutta la bruttezza (vedi “professoroni” alla BIT) che vivo con altrettanta familiare intimità.
Quando si vuol bene a qualcuno o a qualcosa, si vive con pari meraviglia e partecipazione il bello e il brutto che ce ne viene.
Dunque con questo spirito di intimità benevolente ho usato i miei scampoli di tempo libero girovagando per Milano e dintorni.
E mi è piaciuta.
Ho visto delle migliorie, ho dormito in un posto accogliente e pulito, ho mangiato benissimo così come nello stesso modo ho bevuto; e ho pagato il giusto.
Ho fatto visita in molti alberghi e ho richiesto il depliant del posto; in quei pochi minuti mi piace vedere, capire ed imparare … a volte.
E sono rimasto abbastanza contento dell’accoglienza e della professionalità ricevuta.
Mia moglie dice che sono fortunato a scegliere sempre dei luoghi o dei posti che ci soddisfano appieno, ma so che lo fa apposta per far si che possa spiegarle il perché ho avuto quella scelta; lei ci si diverte a sentire il dettaglio di questo mio amore per il turismo.
Infatti, fuori da qualsiasi ristorante, albergo o anche all’approssimarsi di qualsiasi paesino, ci sono dei chiari segni che mi diranno se lì ci si sta bene o no.
A volte anche la pulizia di un’aiuola, l’erba ben tagliata (e subito raccolta senza aspettare che lo faccia il vento) in quella strada di campagna, montagna o pianura; la tinteggiatura vecchia o nuova delle strisce pedonali, le luci stradali o il palo del bus piegato o tamponato da tempo da un’auto distratta (vedi ruggine), e moltissimissime altre cose che ormai sono inserite profondamente nei file della mia mente, e inattacabili a qualsiasi virus.
Ma anche queste sono cose difficili da spiegare e non tutti le vedono con la giusta criticità (vedi amministratori comunali, provinciali e regionali).
E sono contento così … BIT e “professoroni” a parte.

sabato 19 febbraio 2011

La tassa di soggiorno a Roma: molto rumore per nulla

E’ stata una cosa buona e giusta.
Ed è stata veramente cosa buona e giusta aver inserito la tassa di soggiorno a Roma; tanto buona e tanto giusta che adesso cominciano ad accorgersene quasi tutti.
Naturalmente mi riferisco (come al solito) ai grandi “professoroni” del turismo nazionale, che tutto sanno ma non c’azzeccano mai … o ben poco.
A quelli che parlano un tanto al chilo e di cui non si capisce il come possano mantenere delle cariche prestigiose senza indovinarne mai una … o ben poche.
Infatti quando appresi che il Sindaco Alemanno ed il Vice Cutrufo volevano imporla nella città eterna per ricuperare qualcosina e rientrare nella nuova disponibilità del Tremonti, Tutto sbagliato tutto da rifare plaudì l’evento (per chi non ci crede vedere i post dei mesi indietro).
Vabbeh, a parte gli auto proclami (scusateci) d’averci capito l’inghippo o la costruttività, noi non si era in accordo solo sulla loro prima ipotesi, vale a dire quella dei 10 euro a cranio, e in effetti così non è stato, poiché la richiesta d’obbligatorietà s’è mantenuta su cifre più abbordabili e corrette.
Scrissi inoltre che tutte le grandi città del mondo l’hanno applicata da tempo immemorabile e se deve esserci qualche imbarazzo è che questi soldini recuperati ai dormienti turisti di Roma vadano veramente là dove devono andare o dove promesso; vale a dire al ripristino della città con annessi e connessi per il turista e il cittadino.
La speranza (intendo la mia) è che presto anche Firenze e Venezia …
Non abbiatene a male se dico questo, ma qui spesso si va controcorrente; i fatti poi spiegano che … naturalmente s’aveva ragione.
Hanno tuonato sia le associazioni dei consumatori che quelle di categoria, e poi ha rintronato anche la Marcegaglia che una volta tanto era d’accordo con la Brambilla, la quale dapprima ribadiva la sua contrarietà all’iniziativa (leggere le sue prime dichiarazioni), per poi far la sua solita e bella retromarcia (leggere le sue ultime dichiarazioni).
Forse qualcuno deve averglielo spiegato per bene.
La Marcegaglia, il Bocca e gli altri ancora tacciono e non dicono niente, per loro si sa ci vuole più tempo, ma vedrete che prima o poi c’arriveranno anche loro, e magari se ne prenderanno anche il merito.
Qui a volte funziona così.
Comunque dicevo che queste dichiarazioni strombazzate ai quattro venti, quasi con goduria, hanno moltiplicato in modo esponenziale il danno dell’immagine del BelPaese, come se i direttori dei giornali non sapessero che le testate italiane vengono lette anche dagli stranieri.
Ma il mondo del turismo che è insorto non si è accorto, e finora nessuno ne ha parlato, che forse era meglio sapere il chissà quale organismo verrà scelto, o creato, per controllare il gettito che deriverà da questa tassa e quali saranno i settori beneficiari di cotanta manna.
Credo che, alla faccia della trasparenza, il cittadino comune non lo saprà mai, figuriamoci poi il turista che è obbligato a pagarla.
La premessa è che il 95% verrà destinato per i servizi ai cittadini, di cui non è ancora dato sapere le priorità e chi o che cosa, ahimè, non ne sarà mai beneficiato.
Al massimo si potrà sapere chi ne trarrà beneficio, ma questo “forse” lo possiamo già immaginare.
Mi chiedo inoltre se qualche anima pia, tra le varie associazioni eccetera eccetera, si sia informato presso le città straniere che già adottano da anni questa tassa di soggiorno, il come e che cosa si può o si debba fare.
Sia in fase di attuazione come in quella di controllo.
Ma probabilmente questo è chiedere troppo.
Ah, dimenticavo di dire che col federalismo, non è che molti degli altri comuni adotteranno la tassa di soggiorno per rimpinguare le esangui casse (?), perché in questo caso credo sia meglio dire; beh, "brava gente", non esageriamo!

venerdì 18 febbraio 2011

Sorry (mi scusi): "Come faccio per uscire dalla BIT di Milano del 2011 - del 2012 - del 2013 - del 2014 ..." ?

Due giorni alla Bit di Milano, dopo di che non ce l’ho più fatta e ho girato i tacchi per luoghi normali.
Due giorni in cui ho non visto altro che una specie di gara in cui ‘sta gente s'è contesa a vicenda i complimenti migliori.
E non sono di certo mancati il “come sono bravo io” e “il come sei bravo tu”, conditi dall’onnipresente ex Direttore Generale dell’Enit, quell'Eugenio Magnani (che quando c'era lui, all'indirizzo di quell’ente si sentivano più che altro menzioni o considerazioni non certo felici), e che tra i presenti che si sono alternati sul palchetto è stato di certo (per me) il più logorroico.
Eh già, sembra quasi che se non se lo dicono tra loro (tra questi “più intelligentoni”), a nessun altro (forse) possa mai venire in mente.
E poi quella “banale” solita frase o parola in americano (scandita in perfetto accento newyorkese per far capire agli altri i suoi trascorsi nella grande mela) a far da contorno a qualsiasi cosa, e che tanto “IN” probabilmente lui crede che faccia.
Ma per piacere, queste cose andavano di moda trenta e più anni fa, mentre adesso fanno solo ridere e anche un po’ ... vabbeh.
Per il resto solo cose sapute e risapute; ci s’accontenta e ci si auto glorifica del 5° posto come presenze di turisti e del 4° come introiti monetari, mentre nel frattempo gli stessi dicono che l’Italia è il più bel Paese del globo e con la più alta presenza di siti dell’Unesco; che siamo bravi nel Brand e, c’aggiungo io, fors’anche nel berlo (Brandy) in gran quantità, fino ad esserne ubriachi e a non ragionare più.
Insomma, ci dicono che lavorano bene e che sono i migliori del mondo, e se c'aggiungi quel pò pò di arte e cultura che abbiamo, dall’enogastronomia che tutto il mondo c’invidia alle magnifiche montagne, dal paesaggio marino al … eccetera eccetera; tiè, becchiamoci questa, non siamo mica i primi, no, siamo i quinti del mondo.
No, c’è qualcosa che non quadra e non va, e i conti non tornano. Perchè è impossibile essere i più bravi in tutto (a parole) mentre le altre nazioni immancabilmente ci sopravanzano e ci superano in fatti.
Concludendo, in questi due giorni ho visto il nulla e del nulla non si può dire niente, quindi di ‘sti qui non ne voglio o posso parlare, e perciò m’astengo!
E pur sapendolo già, ci sono venuto alla BIT di Milano.
Ma sono scemo?
P.S.: Per fortuna ho visto qualcosa di nuovo ... ma non dagli stands degli italiani.

In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
(Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-30).

giovedì 17 febbraio 2011

Nel 2010 crollano le vacanze degli italiani (Istat)

Crollano, crollano e crollano; le vacanze degli italiani crollano.
Nel mentre, durante tutto l’arco dell’anno appena passato, erano in molti a sostenere che aumentavano, aumentavano e aumentavano.
Ed è inutile dire chi lo diceva, lo si sa già molto bene.
L’Istat annuncia un drastico calo nel 2010 del numero dei viaggi per vacanza, soprattutto  quelle brevi; in frenata anche il numero dei pernottamenti.
Non è una rivincita, per carità, ma l’essere presi per i fondelli per 365 giorni all’anno da questi “professoroni” che ce l’hanno raccontata per benino, e l’aver sempre detto, o meglio scritto, che non era vero un bel fico di niente; beh, una soddisfazione m’arriva da di certo.
Sia ben inteso che dell’Istat non è che mi fidi poi tanto, ma questo è un motivo strettamente personale che probabilmente non frega niente a nessuno, né tantomeno sono un cartomante o uso il pendolino per avere quei dati che sono sempre disuguali dai loro.
No, uso solo quella poca ragione che il buon Dio m’ha regalato e con l’importante e indispensabile aiuto dei commenti che m’arrivano sul blog da parte di alcuni proprietari o direttori alberghieri, agenzie di viaggio, amici e eccetera eccetera, sparsi un po’ per tutta l’Italia; e il gioco è fatto.
E pensare che basterebbe veramente ben poco per ottenere dei dati “veri”, ma vai a dirglielo a questi “signori” che credono di sapere già tutto … o forse conviene così?
Comunque i viaggi per vacanza, che pesano per l'87,4% sul totale, mostrano una flessione dell'11,4% dovuta - informa l'istituto di statistica - alla consistente diminuzione delle vacanze brevi (-18,7%), confermando il trend critico gia' segnalato nel 2009.  I soggiorni d i vacanza lunga (di almeno 4 notti) e i pernottamenti per vacanza lunga, invece, si mantengono sostanzialmente stabili.

Anche i viaggi per motivi di lavoro, che rappresentano il 12,6% del totale, subiscono una forte diminuzione (-18,4%), accompagnata dal calo del relativo numero di pernottamenti (-29%). Nel complesso, nel 2010 i viaggi con pernottamento effettuati dai residenti in Italia sono stati 99 milioni e 997 mila, per un totale di 626 milioni e 947 mila notti. Rispetto al 2009 si e' registrata una diminuzione del numero dei viaggi (-12,4%) e del numero dei pernottamenti (-7,8%).

Giu' le mete italiane nel 2010.  Il numero di coloro che si sono potuti permettere una vacanza, informa l'Istat, e' passato, in un trimestre, dal 28% del 2009 al 27%, soprattutto tra i residenti nelle regioni del Centro, passate dal 32% del 2009 al 30,4 del 2010. Sotto il profilo delle destinazioni, informa ancora l'Istituto di statistica, nel 2010 hanno fatto segnare una contrazione del 13,4% gli spostamenti con mete italiane, che rappresentano l'81,7% del complesso dei viaggi. A evidenziare piu' di tutti il segno meno, i viaggi diretti verso le regioni del Centro (-18,7%), verso cui diminuiscono sia i viaggi di vacanza (-16,2%) sia i viaggi effettuati per motivi di lavoro (-30,7%). Gli spostamenti verso l'estero sono stabili nel loro complesso, ma si riducono quelli effettuati per motivi di lavoro (-17,4%). In flessione anche le vacanze per far visita a parenti o amici (-17,2%), cosi' come quelle trascorse in alloggi a titolo gratuito (-18%). Si osserva un incremento delle vacanze prenotate utilizzando internet (+11,5%), mentre diminuiscono i viaggi senza prenotazione (-24,6%).
Le regioni del Sud anche nel 2010 sono state le mete preferite per le vacanze estive degli italiani.  Secondo l'Istat, tra le destinazioni estere nello scorso anno la Francia ha ceduto per la prima volta il gradino piu' alto alla Spagna. Nella graduatoria delle mete preferite per vacanze lunghe tra luglio e settembre svetta la Calabria (8,7%), seguita dalla Puglia (8,6%), dalla Sicilia (7,2%) e la Sardegna (7%). Nello stesso trimestre le regioni piu' visitate per vacanza lunga, tra quelle del Centro e del Nord, sono state l 'Emilia-Romagna (13,8%), la Toscana (9,1%) e il Trentino Alto-Adige (8,3%). L'80% dei viaggi effettuati all'estero ha avuto come destinazione una meta europea, quota che scende al 73% nel caso delle vacanze lunghe, lasciando spazio alle mete extra-europee nel restante 27,1% dei casi.

Tra le mete estere, nel 2010, per la prima volta, la Francia non e' stato il paese piu' visitato (14,1% dei viaggi all'estero) e ha ceduto il primo posto alla Spagna (15,1%). Tra le mete turistiche estere preferite si segnalano anche il Regno unito (7,8%), la Croazia (6,7%) e la Germania (6%). Spagna e Francia si confermano in ogni caso mete principali per le vacanze (rispettivamente con il 15,6% e il 14,3%), seguite dalla Croazia (7,7%), dal Regno Unito (7,5%) e dall'Austria (5,5%).

Per le v acanze brevi la graduatoria vede al primo posto la Francia (19,8%), seguita dalla Spagna quasi a pari merito (19,4%), dall'Austria (11,6%), dal Regno Unito (10,5%) e dalla Svizzera (9,4%). Fuori dall'Europa, l'Egitto (5,2% dei viaggi all'estero) e i paesi del Maghreb (Tunisia-Marocco-Algeria, con il 3,9%) sono state le mete piu' frequentate.
Allegria, brava gente.

mercoledì 16 febbraio 2011

I premi nel turismo in Italia

In Italia, nel settore del turismo, manca di tutto, ma quello che non scarseggia affatto, sono i Premi.
L’Italia è infatti un Paese strano, probabilmente incomprensibile agli occhi di un osservatore straniero.
Un Paese che da un lato non ha i soldi non per valorizzare un sito unico al mondo come Pompei, nemmeno per evitare che crolli letteralmente a pezzi, che non ha i soldi per finanziare delle nuove infrastrutture, che non produce eccetera eccetera e bla bla bla; dall’altro invece li trova per “elargire” qualche premio di qualità o affini al turismo, a destra e a manca.
Chi non conosce l’attuale nostra posizione mondiale in merito alla competitività turistica con le altre Nazioni?
Chi non è informato dello “sperpero” monetario che continua indefesso a non produrre null’altro che sornioni sorrisini da parte dei nostri concorrenti e le immancabili prese per il …. che qualche amico bontempone dall’estero ci rivolge?
Ebbene, nonostante ci si trovi in molte delle ultime posizioni in merito alla produttività di questo settore, i premi no, in quelli, e molto probabilmente, siamo i primi del pianeta.
Quindi giù premi a gogò agli "ultimi" della classe.
Premi di qui e premi di là, che quando vedo chi li ritira e leggo la causale, spesso mi chiedo “se questi sono i primi, figurati gli altri”.  
Premi dai Comuni, Province e dalle Regioni; premi dal Governo o dello Stato; premi dalle varie associazioni preposte al turismo che in Italia non mancano certo; premi dalla Camere di Commercio, sindacati o “aziende” che per chissà quale scopo, li distribuiscono al politico o ministro/a che tanto bene ha fatto … o che farà.
E senza contare quelli che si danno tra loro.
C’è anche gente, che quando li ritira, li fa subito includere nei loro bigliettini da visita, li elenca nei propri siti o blog con una velocità che neanche al buon e caro Pietro Mennea sarebbe riuscito nei tempi d’oro.
Quelli che se per caso ti dimentichi di complimentarti, anche se con solo un sms, non ti rivolgono mai più la parola e se possono, te la faranno pagare.
Checcavolo, avevo altro da fare, mi sono dimenticato, eppoi che razza di premio è (?) se per quello che sei stato premiato non ci hai mai capito una mazza?
Quelli che ti fanno due bocce così sulle causali per cui l’hanno ottenuto, e che non è mai la verità.
Quelli che gestiscono una catena alberghiera o anche un solo hotel, e che a malapena raggiungono il 60% (all’anno) della capienza totale; che non è poi così male, ma la colpa è sempre degli altri.
Quelli che credono d’aver scoperto l’acqua calda, ma non sanno dov’è il rubinetto.
Quelli che arrivano terzi o secondi, e dicono che i primi sono stati favoriti dalla commissione d’esame perché lì c’è il fratello della cognata di quello che ha vinto.
Quelli che s’inchinano e dialogano solo con colui che ha più “gradi” sulle spalline, e non con quello che ne sa molto di più, e quindi non imparano mai  un bel fico di niente.
Quelli, che l’organizzano per movimentare un po’ le sale riunioni sempre deserte, senza sapere o darsi da fare per pianificarle in un altro modo più produttivo.
Quelli che non capiscono che con quei soldi ci si può sistemare un sacco d’aiuole e rendere più accogliente la propria città.
Quelli, quelli, quelli che m’hanno rotto gli “zebedei” con i loro stupidi premi per farsi dire il come sono bravi.
Machemmefrega dei tuoi o anche dei miei premi, che quand’ero scemo, ho accettato.

P.S.: Se non volete aggiustare le aiuole, almeno aprite un pozzo d’acqua giù in Africa; così tutta la gente vi dirà che siete si, "bravi" … ma anche intelligenti.

martedì 15 febbraio 2011

L’ha detto Paolo Lubini … l’ha detto chi? L'ha detto un Le ... àbbè, sibbè,

S’era al 2 giugno scorso e in occasione della Festa della Repubblica fu inaugurato il sito www.yidalinihao.com, interamente in lingua cinese e fortemente voluto dal Ministero del Turismo italiano per promuovere il BelPaese in Cina.
Il tutto avvenne alla presenza dei rappresentanti di 18 media nazionali e locali, tv e radio, dei giornalisti delle 20 più importanti testate giornalistiche cinesi, oltre che per i maggiori operatori turistici del luogo operanti a Pechino.
Il sito dell’Enit (Agenzia Nazionale del Turismo) riporta che nel Padiglione Italiano all’Expo di Shangai, il Direttore Generale dell’ENIT, Paolo Rubini, è intervenuto insieme al Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, al Capo del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del Turismo, Caterina Cittadino, ai Consiglieri del Ministro del Turismo, Edoardo Colombo e Luca Moschini, per annunciare ad una folla di pubblico e tour operator, l’ingresso in internet di un nuovo strumento, pensato e dedicato alle specifiche esigenze del pubblico cinese.
Più avanti leggerò che la Brambilla, a seguito di una recente querelle con Il Fatto Quotidiano, rilascerà che: “A quanto sopra, si aggiunga che, nell’articolo di stampa in argomento, risultano riferiti alcuni fatti palesemente falsi; si veda, per esempio, la notizia secondo la quale il Ministro del Turismo, On. Michela Vittoria Brambilla, sarebbe “volata in Cina”, e precisamente a Shanghai, nel giugno di quest’anno, in compagnia dei soggetti, sopra menzionati, per presenziare all’inaugurazione del sito internet destinato ai turisti cinesi nel Belpaese: www.yidalinihao.com. Al proposito, si evidenzia che trattasi di notizia palesemente infondata, in quanto il Ministro Brambilla non e’ mai stata a Shanghai ne’ tantomeno si e’ recata in Cina in compagnia di tali persone. Essa, inoltre, e’ riportata con modalita’ volte a screditare l’immagine dell’Istituzione Pubblica, di cui l’on. Ministro e’ responsabile.”
Beh, non sono questioni mie, ma la cosa mi risulta parecchio strana.
Infatti, l’Enit riporta che la Brambilla c’è andata (Shanghai), mentre lei smentisce e “denuncia” che quelli del Fatto hanno riportato delle inesattezze.
E allora perché quelli dell’Enit, che sono sotto l’ala della ministra e lo scrivono anche sul loro sito che lei era presente ? (aggiornamento al 21-08-2011 ore 18:30 ... il link "stranamemte" non corrisponde più a nessuna pagina ma naturalmente dispongo della pagina salvata ... lo faccio sempre, si sa mai).
No problem, la Sciura ci ha abituato anche a di peggio e di conseguenza non me ne preoccupo più di tanto; ormai la conosco (credo) e quindi.,,
Quindi, ritornando a noi, doppia presentazione a Shangai e Pechino e il Paolo Rubini che dice: in Cina rafforzeremo presenza ENIT in vista dell'imminente apertura di un proprio ufficio nella capitale.
I dati sui flussi turistici sono molto significativi: secondo l’Organizzazione mondiale del turismo (UNWTO) nel 2020 si dovrebbero raggiungere i 100 milioni di arrivi di ospiti cinesi sui mercati internazionali. Quest’anno, fonti sicure, dicono che sono stati 54 milioni, mentre l’anno scorso 47/48 circa.
Intercettare parte di questo flusso è estremamente importante per un Paese come il nostro, che possiede la più alta concentrazione del patrimonio artistico e culturale mondiale, cui si aggiungono l’eccellenza dei suoi prodotti enogastronomici, della moda e del design.
Il sito, strategico per raggiungere un paese con più di 300 milioni di internauti, rappresenta sicuramente uno strumento di promozione efficace e adeguato alle attuali forme di comunicazione.
L' Italia, «agli occhi di Pechino, rappresenta un incomprensibile caso a sé. Dieci anni fa era la mèta preferita dei pionieri dei viaggi in Europa, infatti i cinesi amano il mito dello ‘stile di vita’, il clima mediterraneo, la passata potenza imperiale e culturale, la moda e il lusso, la natura, la varietà gastronomica che esalta la qualità dei vini».
Ma c’è un ma!
Ma … «Eravate il punto di partenza ideale» dice Zhu Shanzhong, vicecapo dell' Ufficio nazionale del turismo cinese «per un tour europeo. Poi ci avete un pochino trascurati».
Al punto che «la promozione turistica dell' Italia in Cina è inferiore a quella dei Paesi Bassi».
Una follia.
Ma per capire la fondatezza dell' accusa basta farsi un giro sul portale turistico aperto dal governo italiano in cinese, www.yidalinihao.com. Costato un occhio della testa e messo su con una sciatteria suicida che grida vendetta. Per cominciare, le quattro grandi foto di copertina che riassumono l' Italia mostrano una Ferrari, una moto Ducati, un pezzo di parmigiano e un prosciutto di Parma. In mezzo: Bologna. Con tanto di freccette sulla mappa che ricordano la sua centralità rispetto a Roma, Milano, Venezia e Firenze. Oddio: hanno sbagliato capitale? No, come ha scoperto «il Fatto Quotidiano», è solo un copia-incolla dal sito cinese della Regione Emilia-Romagna aimiliyaluomaniehuanyingni.com. Ma ancora più stupefacenti sono i video che illustrano le nostre venti regioni. Dove non solo non c' è un testo in cinese (forse costava troppo: i milioni di euro erano finiti...) ma ogni filmato è accompagnato da un sottofondo musicale. Clicchiamo il Veneto? Ecco il ponte di Rialto, le gondole, il Canal Grande, le maschere, i vetrai di Burano... E la musica? Sarà di Antonio Vivaldi o Baldassarre Galuppi, Tomaso Albinoni o Benedetto Marcello, Pier Francesco Cavalli o Giuseppe Tartini? Sono talmente tanti i grandi compositori veneziani del passato... Macché: la Carmen del francese Georges Bizet rivista dal russo Alfred Schnittke! La musica dell' Umbria? Del polacco Fryderyk Chopin. Quella della Campania? Del norvegese Edvard Grieg. Quella del Lazio? Dell' austriaco Wolfgang Amadeus Mozart. Quella dell' Abruzzo? Dell' inglese Edward Elgar. E via così: tutti ma proprio tutti i video che dovrebbero far conoscere l' Italia ai cinesi, fatta eccezione per quello della Basilicata dove la colonna sonora è del toscano Luigi Boccherini, sono accompagnati dalle note di musicisti stranieri. Amatissimi, ma stranieri. Il guaio è che da molto tempo immaginiamo che tutto ci sia dovuto. Che gli stranieri, per mangiar bene, bere bene, dormire bene, fare dei bei bagni e vedere delle belle città, non abbiano altra scelta che venire qui, da noi. Che cortesemente acconsentiamo a intascare i loro soldi, quanti più è possibile, concedendo loro qualche spizzico del dolce vivere italiano.
Peggio: siamo convinti che questi nostri tesori siano lì, in cassaforte.
Destinati a risplendere per l' eternità senza avere alcun bisogno di protezione.
Di cura.
Di amore.
No, non è così che si fa!

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