domenica 27 maggio 2018

Praticamente la Corte dei Conti scrive chiaramente all'Enit: "Non state facendo una mazza!"


Hei, questa non è una critica alla Corte dei Conti, ci mancherebbe altro, ma siamo in Italia... e anche la Corte dei Conti ha le sue procedure burocratiche e i suoi tempi.

E produce i suoi risultati a fronte di delibere che, ad esempio, nel caso di ENIT vengono emesse con un ritardo di circa 18 mesi dalla data formale di chiusura di un esercizio finanziario.

Tanto per capirsi, l'ultima delibera della Sezione di controllo degli enti della CdC su ENIT che sia rinvenibile sul loro sito risale al 27 luglio 2017 e risulta essere la delibera n.69 del 22/06/2017.
È una delibera che relaziona sul risultato economico di ENIT del 2015, che poi è l'anno di insediamento dell'attuale CdA, a far data dal 07/10/2015.
È interessante da leggere, perché si scoprono diverse cosette.
Mi aspetto che a giugno/luglio 2018 pubblichino quella dell'esercizio finanziario del 2016, che poi è l'anno effettivo in cui hanno assunto e nominato i nuovi dirigenti (Bastianelli, Nucara e Milano)... vedi qui.
Scrive la CdC a pag. 13
Con la legge n. 71 del 24 giugno 2013 sono state trasferite al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) le funzioni esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di turismo e, con d.l. 31 maggio 2014, n. 83, convertito con modificazioni nella legge n. 106 del 29 luglio 2014, l’Enit è stato trasformato in ente pubblico economico (EPE), sottoposto alla vigilanza del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. In sede di conversione del decreto legge, il legislatore ha disposto altresì l’inserimento dell’Ente nella piattaforma tecnologica e nella rete internet, attraverso il potenziamento del preesistente portale “Italia.it”.Ciò anche allo scopo di realizzare e diffondere una “Carta del turista”, pur se solo virtuale, che consenta, mediante strumenti, canali digitali e apposite convenzioni con soggetti pubblici o privati, di effettuare pagamenti a prezzo ridotto per la fruizione integrata di servizi pubblici di trasporto e degli istituti e dei luoghi di cultura.
Praticamente la famosa piattaforma nazionale di gestione delle virtual card turistiche, di cui oltretutto ne appaiono alcuni commenti da parte del sempre precisissimo Frap1964 in questo blog, al post (vedi qui), e che altro non è che una delle mission principali di ENIT già contenuta in una specifica previsione di legge del 2014, che poi altro non è che il famoso decreto Art Bonus.
Hanno però fatto qualcosa in ENIT, da allora, i super esperti web 2.0 & soci di quell'ente ?
Una mazza!
Se non sostenere a più riprese che "ci stiamo provando, ma non è una priorità".
Certo.
Per loro non è mai stata una priorità quella di creare il meccanismo di autofinanziamento dei Comuni potenzialmente sostitutivo della ridicola tassa di soggiorno, cosa che oltretutto in questi giorni è ritornata di moda per via dell'intenzione della Lega e del M5S di eliminarla in tutto lo Stivale.
Presumo però che non abbiano mai saputo il come fare e di conseguenza non l'hanno nemmeno mai iniziato... e neppure pare c'abbiano mai provato.
E tantomeno hanno cercato in giro di contattare chi quelle soluzioni le ha e per ovviare al fatto... forse perché “coloro o colui” non facevano e non fanno parte dei loro “amici”?
Boh, vai a sapere!... forse.
Per i responsabili dell'Enit è stato m
olto meglio e più produttivo occuparsi di fiere, dei social, del foliage (vedi qui) e di tutto il resto dei vari e diversi annunci inconcludenti (poi su questo punto specifico credo che tra non molto ne leggeremo delle altre belle)... infatti dopo pochissime ore ecco che Frap1964 dice la sua che ovviamente stracondivido al 100%, e che linkerò alla fine di questo post.


Inoltre, tanto per capire quanto geniali siano stati quelli del PD, Renzi in testa, nel trasformare l'ente e gestire il contenimento della spesa pubblica con la loro maggioranza parlamentare nel 2015, scrive la CdC a pag. 15
Inoltre, ai sensi dell’art. 1, comma 479, della legge n. 208 del 28 dicembre 2015, all’Enit non si applicano “le norme di contenimento delle spese previste dalla legislazione vigente a carico dei soggetti inclusi nell’elenco dell’ISTAT delle amministrazioni pubbliche di cui all’art. 1 della legge 31 dicembre 2009 n. 196 e successive modificazioni”. Trattasi di una espressa esclusione dalla applicazione della normativa di contenimento della spesa (cosiddetta spending review), motivata, dallo stesso legislatore, con l’esigenza di “assicurare la piena ed efficace realizzazione degli obiettivi istituzionali perseguiti” (art. 1, comma 479, normativa cit.), che, tuttavia, appare scarsamente coerente con la previsione di cui al comma 1 dell’art. 16 del d.l. n. 83/2014 che esordisce, nel disegnare il nuovo modello organizzativo, con l’esigenza “di assicurare risparmi alla spesa pubblica”, coerentemente con le esigenze di coordinamento della finanza pubblica e di contenimento dei costi, recepite ormai anche a livello costituzionale (artt. 81 e 97) e che dovrebbero improntare il modello operativo e gestionale di tutte le amministrazioni riconducibili al modello della “finanza pubblica allargata”.

Di fatto è la legge di stabilità del 2015 (la famosa "finanziaria"). Il comma 479 prevede:
479. Al fine di assicurare la piena ed efficace realizzazione degli obiettivi istituzionali perseguiti, non si applicano alle federazioni sportive nazionali affiliate al Comitato olimpico nazionale  italiano (CONI)  e  all'ENIT-Agenzia  nazionale  del  turismo  le   norme   di contenimento delle spese previste dalla legislazione vigente a carico dei  soggetti  inclusi   nell'elenco   dell'Istituto   nazionale   di statistica   (ISTAT)   delle   amministrazioni   pubbliche   di   cui all'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009,  n.  196,  e  successive modificazioni. All'attuazione della disposizione di cui al precedente periodo si provvede  nell'ambito  degli  stanziamenti  autorizzati  a legislazione vigente. 

Capito? 
Praticamente se la gestione delle spese viene fatta totalmente a capocchia, va benissimo uguale.
Perchè non si applicano le norme di contenimento delle spese previste dalla legislazione vigente.
E tutto questo "per assicurare la piena ed efficace realizzazione degli obiettivi istituzionali".

Poi a pag. 18
A seguito della conversione dell’Agenzia in ente pubblico economico, il Commissario straordinario, con deliberazione n. 19 del 2015, ai sensi dell’art. 16, comma 8, del d.l. n. 83 del 2014 conv. nella legge n. 106 del 2014, ha adottato un nuovo modello organizzativo composto da 140 posizioni lavorative, di cui 8 dirigenziali.

Per fortuna, poi, storicamente, è saltata questa genialata di Radaelli.

Poi a pag. 20, sull'inserimento dei fuoriusciti da Promuovitalia
Tale inserimento di 16 unità di personale è stato effettuato con decorrenza 28 maggio 2016 (come da verbale del collegio dei revisori n. 8/2016).
Inoltre, come sottolineato nella nota integrativa al bilancio 2015, tutto il personale Enit a tempo 
indeterminato (dirigenti e comparto) ha optato per il trasferimento presso altra pubblica
amministrazione, ma nel periodo di riferimento del bilancio che si esamina (2015), non sono state
registrate né uscite per trasferimento né nuove assunzioni.
Si rappresenta infine come il Mibact, con nota prot. n. 12791 del 13 settembre 2016, abbia
segnalato l’illegittimità delle progressioni economiche orizzontali effettuate durante la gestione
commissariale (nel corso del 2015) invitando a ritirare l’atto conclusivo della procedura. Per tale
problematica risulta essere stato richiesto dall’ente un parere all’Avvocatura dello Stato.
E’ necessario in proposito richiamare l’attenzione sulla necessità di un effettivo controllo sulle
procedure di assunzione che andranno ad effettuarsi (alcune delle quali sono in corso di
espletamento) e sulla struttura (ormai privatistica e collegata al CCN di categoria) della
retribuzione da corrispondere ai dipendenti neoassunti, considerato che la stessa legge di riforma, 
con norma di chiusura e di carattere generale, prevede (comma 12 dell’art. 16 del d.l. 83/2014) 
che “dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza
pubblica”.

Alla luce di tale primaria esigenza di contenimento dei costi della gestione, sarebbe essenziale regolamentare le politiche organizzative e retributive del personale proprio all’interno della convenzione triennale col Mibact, con una proiezione dei costi che si andranno a sostenere.

Chissà se poi lo avranno fatto (io ne dubito fortemente).
E a seguire...
Gli atti di riorganizzazione della dotazione organica e quelli determinativi della struttura
retributiva si appalesano infatti alla stregua di atti “fondamentali” per la vita dell’Ente (come tali soggetti all’autorizzazione del Ministero vigilante, per espressa previsione statutaria) in quanto finiscono per irrigidire la spesa e condizionare le assegnazioni finanziarie future.
Analoga esigenza di controllo, in termini di sostenibilità della relativa spesa, si rivela indispensabile anche per il personale delle sedi estere, cui non possono non applicarsi i criteri di contenimento dei costi e di razionalizzazione della struttura organizzativa che ormai si impongono a tutte le amministrazioni che operano all’interno del perimetro dell’azione pubblica.


Poi a pag. 25
L’importo cospicuo dell’avanzo della gestione di competenza appare verosimilmente ricollegabile ad una sostanziale “stasi” dell’ente nello svolgimento dell’attività istituzionale, in relazione al periodo di trasformazione della struttura.

Praticamente la CdC scrive chiaramente: non state facendo una mazza, se avete un avanzo del genere.

Poi a pag. 26
Anche con riferimento ai contributi di Regione, Province e Comuni si rilevano consistenti
riduzioni, dovute ad una minore attività promozionale realizzata nel 2015 rispetto agli anni
precedenti, per i motivi già esposti e che si risolvono nella sostanziale “stasi” amministrativa
durante il processo di trasformazione.


Praticamente la CdC ribadisce chiaramente: state dormendo.

Poi a pag. 27
Un dato saliente è l’osservazione di come, rispetto al totale delle spese sostanzialmente qualificabili di “funzionamento” dell’ente (spese per organi, per personale e spese generali), l’importo delle spese promozionali, che sono quelle tipicamente riferibili alla mission dell’ente – rivestano un carattere del tutto marginale: difatti, a fronte di un totale di circa 11,5 milioni di spese di funzionamento, quelle per l’attività caratteristica (appunto, promozionale del settore turistico) si attestano a poco più di 3,8 milioni (il 33 per cento circa). 

Questo si sapeva benissimo... per anni gli hanno tagliato i fondi.

Poi a pag. 30, sul contenzioso in atto
L’Enit, relativamente ai contenziosi che la riguardano, ha vincolato una quota dell'avanzo di
amministrazione per un importo pari ad euro 510.808 ed ha accantonato la stessa cifra in un apposito “fondo rischi” nello stato patrimoniale (la specifica di tali contenziosi è riportata
nell’Allegato tecnico). Merita segnalare, per il rilevante importo, un contenzioso relativo ad una richiesta di risarcimento danni di euro 14.565.546,80 con riferimento ad una risoluzione contrattuale per l’allestimento degli 
stand fiera nel triennio 2012/2014 intentato dalla società appaltatrice, rispetto al quale l’Avvocatura di Stato, richiesta di specifico parere, ha ritenuto “possibile” la soccombenza. Quanto esposto rende particolarmente problematico il mantenimento, per il futuro, degli equilibri di bilancio dell’Ente.

"Possibile" quindi che perdano una causa milionaria e falliscano definitivamente. 
Secondo me è invece piuttosto improbabile, ma all'avvocatura, naturalmente, si son voluti parare le spalle nel caso in cui...

Poi a pag. 41, nelle conclusioni
L’Enit – Agenzia nazionale del turismo - è stata trasformata in ente pubblico economico (EPE), sottoposto alla vigilanza del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con decreto legge n. 83 del 31 maggio 2014, convertito con modificazioni nella legge n. 106 del 2014. La legge citata stabilisce che la trasformazione è disposta, oltre che per “migliorare la promozione dell’immagine unitaria dell’offerta turistica nazionale e favorirne la commercializzazione”, anche al fine di “assicurare risparmi della spesa pubblica”.
L’osservazione riferibile alla gestione concreta dell’Ente mostra, nell’esercizio di riferimento, la sussistenza di problematiche applicative di non poco momento, se si considerano le criticità della gestione già evidenziate nelle relazioni degli anni precedenti, anche con riferimento alla struttura organizzativa dell’ente, le cui sedi estere operano in maniera sostanzialmente autonoma - difficilmente controllabile - sulla base di trasferimenti finanziari che transitano attraverso il bilancio dell’Ente sotto forma di partite di giro.
...
L’esame dei documenti finanziari ha evidenziato, tra l’altro, l’esigenza di un reale controllo della spesa per il personale, considerato che la stessa assorbe oltre la metà (il 54 per cento circa) del totale delle uscite con riferimento agli impegni al 7 ottobre 2015 (euro 17.116.434).
E’ necessario in proposito richiamare l’attenzione sulla necessità di un costante controllo sulle procedure di assunzione che andranno ad effettuarsi (alcune delle quali sono in corso di espletamento) e sulla struttura (ormai privatistica e collegata al CCN di categoria) della retribuzione da corrispondere ai dipendenti neoassunti, considerato che la stessa legge di riforma, con norma di chiusura e di carattere generale, prevede (comma 12 dell’art. 16 del d.l. 83/2014) che “dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.
Occorrerebbe inoltre implementare gli strumenti di controllo della sostenibilità della relativa spesa per il personale delle sedi estere.
...
In tale situazione, le recenti modifiche normative che hanno portato l’Ente ad assumere una veste sostanzialmente privatistica, orientando l’attività dello stesso sulla base di un rapporto
sostanzialmente “pattizio” affidato alla convenzione triennale con il Ministero vigilante
dovrebbero essere accompagnate da un rafforzamento effettivo del sistema dei controlli.
Sotto tale profilo, peraltro, appare scarsamente coerente con il citato obiettivo di riduzione dei 
costi l’esclusione dell’Ente dalle norme di contenimento delle spese previste dalla legislazione vigente a carico dei soggetti inclusi nell’elenco dell’ISTAT delle amministrazioni pubbliche (art. 1, comma 479, della legge n. 208 del 28.12.2015).

Cioè la CdC ribadisce che questa norma di "efficienza" è del tutto incoerente.
Dopodichè bisognerebbe sapere, nei dettagli, cosa prevedono e quali effettivi vincoli operativi comporta il complesso delle norme di contenimento delle spese previste dalla legislazione vigente.

Insomma, per riassumere, e scusate intanto per tutte le inevitabili lungaggini del testo sopra, ma...

In CdC sono sì lenti, ma poi arrivano, e quando arrivano sono mazzate... e alla Corte dei Conti le cose le capiscono, le conoscono e soprattutto le scrivono e le pubblicano.
Nel mentre io (ma non sono il solo per mia fortuna che segue attentamente quell'andazzo) aspetto la prossima relazione... con una certa curiosità.

In ENIT hanno chiuso il 2016 con un avanzo di oltre 15 milioni... altro che "stasi" dell'ente in trasformazione.
E, come accennato in questo post, per chi davvero si vuole interessare di turismo eccetera eccetera... ecco il post di Frap1964 che vi avevo promesso... vedi qui. E buon divertimento! 


martedì 22 maggio 2018

Togliere l'imposta di soggiorno? Sì, va bene, però...


Il nuovo Governo che presto sarà insediato, così si presume e pure si spera, dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, vuole togliere le variegate "Imposte di soggiorno" nazionali (sono circa 500 quelle diverse l'una dall'altra... roba da matti!)... vedi qui.

E a dire il vero sono anche contento.
D'altronde su queste pagine s'è scritto molto sulla questione non granché gradita, però... e sì, c'è un però.

A parte il fatto che quelle palanche derivanti dai suddetti balzelli non si sanno mai dove vanno a finire, e questo nonostante le Leggi comunali sostengano che il 60% debba venire investito in promozione e valorizzazione del territorio, mentre il restante 40% per migliorare il decoro e l'accoglienza, beh; ad onor del vero non esiste un solo comune in Italia che ne dia la trasparenza e il dove in verità vadano a parare.
Infatti se andassero per davvero a scopo e termine per il turismo, allora non si comprende il perché nessuno ne dia mai la minima certezza, e questo seppur sia solo necessario l'utilizzo di un semplicissimo programma excel... mica roba
da marziani, neh!

E adesso parliamo di quel: “Sì va bene, però... ”.

Chiaro è che tutti i comuni che attualmente la utilizzano, grandi e piccoli che siano, perderebbero di botto quel consistente introito che non potendo più sfruttare... ma vuoi scommettere che quelle palanche ricadranno di conseguenza sui residenti?
E certo che sì!
Quindi?
Esiste una soluzione?

Pare proprio di sì e che questa soluzione non scontenti nessuno, siano essi i comuni che i cittadini ivi residenti, per non parlare delle associazioni eccetera eccetera... ma ai posteri l'ardua sentenza.


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