mercoledì 1 novembre 2017

Gli asini volano sulla Direttiva Bolkestein

Questo post è per far comprendere ancor più, nel qual caso ce ne fosse ancora bisogno, l'andazzo della gran parte dei nostri politicanti che sui “fessi” ci marciano a tutto andare (vedi l'opinione di G. Prezzolini nei nostri confronti già nel 1919). 

E lo scriverò senza girarci intorno (non con l'uso di articoli, Leggi, Decreti/de-cretini e commi vari), che ai più fanno venire due bocce grandi così, oltre a renderlo illeggibile ai non addetti ai lavori.


Lessi per la prima volta la Direttiva Bolkenstein (ved. Qui), giorno più o giorno meno, non appena questa fu emanata nel 2006, anche perché già due anni prima fu presentata dall'allora “commissario europeo” per il mercato interno presieduto da Prodi, Fritz Bolkenstein... quindi me l'aspettavo.
In poche parole la Bolkenstein autorizzava le aste per gli acquisti degli stabilimenti balneari che dovrebbero di logica andare a favore dei grandi investitori internazionali... e qui pare che caschi l'asino.


Non la lessero però in moltissimi che invero avrebbero dovuto farlo, e mi riferisco alla stragrande maggioranza dei nostri deputati europei, a quelli nazionali e pure i regionali (forse affaccendati in altre cose?), nonché a molti degli stessi balneari a cui la Direttiva era ed è rivolta... bontà loro!


La stessa cosa però non accadde per quei politici di altre nazioni che subito intrapresero la possibilità per “scansarsela”, e vale a dire la Spagna che ottenne la proroga di 75 anni in alcuni casi e 45 in altri (mentre attualmente è di 30 anni), la Croazia (90 anni) ed infine il Portogallo, che già nel 2007 approvò un decreto che contemplava il diritto del concessionario uscente a essere preferito rispetto ad altri concorrenti per il rinnovo delle concessioni esistenti fino a 75 anni.


E fu lo stesso Bolkestein, anni dopo, a dichiarare che la Direttiva da lui redatta non riguardava e non riguarda le autorizzazioni rilasciate a prestatori che forniscono servizi sulle spiagge avvalendosi di infrastrutture mobili, come bar e chioschi, ma riguarderebbe esclusivamente concessioni accordate ai proprietari per l’uso di fabbricati di loro proprietà costruiti in aree ritornate al demanio marittimo.


Ma dal 2006, i nostri Governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, quindi sia il CSX che il CDX, non sono stati in grado di presentare alcunché all'Europa per ovviare al 'problema' di quella Direttiva.
L'hanno però susseguentemente fatto alcune Regioni tra cui la Liguria (ved. qui), Emilia Romagna, Veneto eccetera, che stanno approvando a tutto spiano delle Leggi che non servono ad una mazza fionda con l'approvazione del CDX e del CSX... M5S a parte che l'inghippo pare averlo capito.


Ora va detto che, e non ci vuole di certo una cartomante per capirlo, che le Regioni non possono farci nulla poiché è chiaramente una facoltà della nazione (è infatti una “faccenda” esclusivamente tra Stato ed Europa e di conseguenza... che cippa c'entrano le Regioni?).
Ma se poi l'avessero voluto o ancora volessero davvero farlo (allungamento concessioni balneari), beh; come mai non l'hanno fatto da capi del Governo (CDX e CSX), magari scopiazzando le Leggi di Spagna, Croazia e Portogallo... e non permettere così quelle aste che porterebbero i grandi investitori internazionali ad acquistare la gran parte dei litorali italiani?
Mah, vai a capire... oppure è così facile da comprendere?
Beh, mi sa che sia solo fumo negli occhi per i “fessi” (vedi sempre il termine coniato da G. Prezzolini nei confronti del popolo italiano), forse nella speranza che qualche bontempone, in previsione, li voti ?
Eccome no, credeteci pure... che proprio in questo momento sta passando uno stormo di asini che volano per emigrare in Paesi più caldi.

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