lunedì 30 ottobre 2017

Nel mondo per risolvere la questione della delinquenza hanno fatto così, mentre a Genova ancora non se ne parla.

... per un attimo pensate a chi in quella piazzetta ci vive (vedi immagine a lato)...

... ciarlare sul come sopperire alla delinquenza dei centri storici e alle Movide che tanto danno recano a chi ci abita, è quasi paragonabile al blaterare dei presunti allenatori della nazionale di calcio e agli pseudo immancabili professionisti del mio settore: il turismo.
Tutti, ma proprio tutti (istituzioni comprese, se non anche di più), hanno le soluzioni nelle proprie tasche (però vuote di idee, di innovazioni e di argomenti) e pure le hanno nelle rispettive teste, ma vuote anch'esse... ed è così che il centro storico della mia città, Genova, fa davvero pena da sempre.


Genova a cui non mancano di certo i “so tutto io” ed i “ghe pensi mi” che la menzionano come la città col centro storico più grande d'Europa e secondo nel mondo.
Ma per piacere.


Il centro storico più grande d'Europa è Venezia con i suoi 7,6 kmq mentre la dimensione di quello di Genova è di circa 4 kmq... ma sono tantissime le altre città che si pregiano della stessa cosa: Amsterdam, Cracovia, Parigi, Riga, Valencia, Madrid, Vilnius, Bologna, Napoli etc. (Vilnius dice di avere il maggiore centro storico barocco, Venezia medievale, Riga parla di centro antico, Cracovia di centro vecchio... ), al pari di chi menziona che l'Italia disponga del 60, e a volte leggi o senti anche dell'80% del patrimonio culturale del globo... mentre se poi vai a contare i siti Unesco, ecco che scopri che il Bel Paese, che è primo in questa speciale classifica con 53, non ha nemmeno il 5% sul totale che è di 1.073 (di cui 832 beni culturali, 206 naturali e 35 misti).


La soluzione: la teoria delle finestre rotte (ved. qui).


è una teoria criminologica sulla capacità del disordine urbano e del vandalismo di generare criminalità aggiuntiva e comportamenti anti-sociali.
La teoria afferma che mantenere e controllare ambienti urbani reprimendo i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, il bere in pubblico, la sosta selvaggia o l'evasione nel pagamento di parcheggi, mezzi pubblici o pedaggi, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini più gravi.
Ad esempio l'esistenza di una finestra rotta (da cui il nome della teoria) potrebbe generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o un idrante, dando così inizio a una spirale di degrado urbano e sociale... infatti se una finestra di un edificio dismesso viene rotta da qualcuno, e non si provvede a ripararla urgentemente, presto anche tutte le finestre saranno rotte, a un certo punto qualcuno entrerà abusivamente nell’edificio, qualche tempo dopo l’intero palazzo diventerà teatro di comportamenti vandalici.
Stessa cosa per le scritte sui muri, saracinesche eccetera eccetera.
La teoria fu introdotta nel 1982 in un articolo di scienze sociali di James Q. Wilson e George L. Kelling.
Nel 1969, presso l'Università di Stanford, il professor Philip Zimbardo condusse un esperimento di psicologia sociale.
Egli lasciò due automobili identiche, stessa marca, modello e colore abbandonate in strada, una nel Bronx, zona povera e conflittuale di New York, l'altra a Palo Alto, città ricca e tranquilla della California.
Quindi due identiche auto abbandonate, due quartieri con popolazioni molto diverse e una squadra di specialisti in psicologia sociale a studiare il comportamento delle persone in ciascun sito.
Ciò che accadde fu che l'automobile abbandonata nel Bronx cominciò ad essere smantellata in poche ore, perdendo le ruote, il motore, gli specchi, la radio, e così via; tutti i materiali che potevano essere utilizzati vennero rubati e quelli non utilizzabili vennero distrutti.
Al contrario, l'automobile abbandonata a Palo Alto rimase intatta. In tali casi è comune attribuire le cause del crimine alla povertà, attribuzione sulla quale si trovano d'accordo le ideologie più conservatrici (sia di destra che di sinistra).
Tuttavia, l'esperimento in questione non terminò così.
Infatti, dopo una settimana, quando la vettura abbandonata nel Bronx era stata completamente demolita mentre quella a Palo Alto era rimasta intatta, i ricercatori decisero di rompere un vetro della vettura a Palo Alto.
I ricercatori assistettero alla stessa dinamica di vandalismo che avevano registrato nel Bronx: furto, violenza e vandalismo ridussero il veicolo nello stesso stato di quello abbandonato nel distretto malfamato di New York.

La pubblicazione dell'articolo di James Q. Wilson e George L. Kelling ebbe molto successo negli ambienti di studio della criminologia. 
Nel 2007 e nel 2008 Kees Keizer e colleghi, all'Università di Groningen, hanno condotto una serie di esperimenti sociali controllati per determinare se l'effetto del disordine esistente (come la presenza di rifiuti o l'imbrattamento da graffiti) avesse aumentato l'incidenza di criminalità aggiuntive come il furto, il degrado o altri comportamenti antisociali.

Gli scienziati scelsero diversi luoghi urbani successivamente trasformati in due modi diversi ed in tempi diversi. 
Nella prima fase ("il controllo") il luogo fu mantenuto ordinato, libero da graffiti, finestre rotte, ecc. 
Nella seconda fase ("l'esperimento"), il medesimo ambiente fu trasformato in modo da farlo sembrare in preda all'incuria e carente di ogni tipo di controllo: furono rotte le finestre degli edifici, le pareti furono imbrattate con graffiti e fu accumulata sporcizia. 
I ricercatori controllarono segretamente i vari luoghi urbani osservando se le persone si comportavano in modo diverso dopo che l'ambiente era stato appositamente reso disordinato. I risultati dello studio corroborarono la teoria.

Nel 1994 il neoeletto sindaco di New York, Rudolph Giuliani, applicò la teoria delle finestre rotte per combattere il crimine nella metropolitana della città.
E ci riuscì perfettamente.
L'operazione da cui ebbe poi il via la tolleranza zero che però non produsse invece nulla di buono, ed è ciò che sta accadendo a Genova... ronde su ronde che oltre a togliere delle preziose forze dell'ordine per altre questioni, è un inutile dispendio di palanche.
Palanche a Genova, come ben si sa, sono molto ma molto importanti.
Infatti durante il triennio 1984-87 a New York era già stato tentato l'esperimento della tolleranza zero con risultati miserrimi, mentre le altre città americane, che non avevano applicato la politica della tolleranza zero, comprese quelle impegnate in una politica di segno opposto, volta a curare un rapporto costante con la cittadinanza per prevenire i reati, anziché perseguirli a oltranza, raggiunsero ambiti traguardi di lotta alla criminalità per il bene e la quiete dei loro cittadini.
Ma un altro singolare esempio ci viene fornito dall'Albania, e dal suo sindaco di allora, Edi Rama, che scopiazzò per filo e per segno la Teoria delle finestre rotte.
Infatti come sindaco compilò il nuovo Piano regolatore della Città di Tirana rendendolo molto più ecologico ed includendo il progetto di ristrutturazione di Piazza Scanderbeg.
Il progetto Green portò alla creazione di circa 100.000 metri quadrati di terreno verde e la piantagione di circa 2.000 alberi.
Ordinò il restauro di molti vecchi edifici, soprattutto con il colore.
La tinteggiatura ha dato alla città uno stile unico, trasformandola improvvisamente in un'attrazione turistica.
Rama ha anche migliorato la mobilità ampliando molte delle strade esistenti e pavimentandone di nuove.
in poche parole: di ronde nemmeno una!

La Movida.
Genova si prestava favorevolmente alla soluzione prima che decidessero di mandare le università agli Erzelli per chissà quale motivo... hem hem... vendita dei terreni?
Pensiamole infatti ideate nel centro storico... benefici in gran quantità: pulizia generale, nessun abitante poiché tutti uffici eccetera eccetera.... che potrebbe permettere qualsiasi Movida... ma qualcosa si può ancora fare.
I proprietari dei negozi chiusi (e nel centro storico ce ne sono in grande quantità) “potrebbero” abbassare il prezzo dell'affitto del circa 50% ed oltre su richiesta del sindaco, e il Comune “potrebbe” agevolare chi lì ci va col non pagare le tasse, i balzelli etc. (ma di cose da fare ce ne sarebbero un sacco tanto) per qualche anno... chessò: cinque?
E che dire di una ASL (Azienda Sanitaria Locale)... di un posto di Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza etc. nel centro storico?


Chiaro che ci vogliano degli anni, ma se non incominciano mai... mai si risolverà il problema con quelle belin di ronde e similari.

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