giovedì 14 dicembre 2017

L'Enit assume un team di persone (100.000 euro ca.) che fanno lo stesso lavoro di...

Eh già, pare che la colpa non sia mai la loro e che facciano tutto bene, ma...

... ma quello che avviene all'Enit, fateci caso, ha sempre avuto ed ha dell'incredibile, e pure 'sta volta (figurati se cambiavano) hanno mantenuto lo stesso andazzo.

Ma in breve...
Roberta Milano, dopo un anno o poco più, lascia per chissà (forse) quali motivi la direzione del marketing dell'indescrivibile ente turistico nazionale.
Di conseguenza l'Enit emette, in data 20 ottobre 2017, un bando per l'assunzione di quello/a nuovo (ved. qui)... e fin qui nulla di male.
Uno va e l'altro viene.


Però la cosa strana è che, nemmeno due mesi dopo (dicembre 2017), ecco che la direzione dell'Enit ne emette un altro per ricercare un team di persone che praticamente ricoprono la medesima qualifica del responsabile del marketing turistico (ved. qui).
Leggetevi la composizione del team richiesto e se ci trovate qualcosa di diverso, beh; per piacere ditemelo che almeno me ne faccio una ragione.
Cosa assumano quindi a fare un Direttore Marketing non si capisce, se poi appaltano all'esterno la comunicazione... mah!


Personalmente poi, la comunicazione integrata online/offline, comunque, fa sempre tornare in mente il mitico...




Dopodiché se riuscite a capire il senso che ha l'articolazione degli uffici interni (organigramma aziendale da statuto) che si vede qui... il tutto ha ben poca logica.
Almeno per me.
Ossia, far dipendere l' ONT (Osservatorio nazionale del Turismo) dalla direzione esecutiva e poi avere un servizio Studi statistici e ricerche in capo alla Direzione Marketing, è cosa semplicemente assurda, giusto per non usare altre terminologie poco ortodosse,
Verificate... praticamente fanno lo stesso lavoro... !?!!


In poche parole, Gianni Bastianelli (Direttore Generale) e Massimo Perrino (Affari Legali... vedi qui) stanno "normalizzando" l'ente per farlo diventare la classica struttura burocratica che sta in piedi solo per appaltare il lavoro che dovrebbero fare internamente.

.. o no?

venerdì 1 dicembre 2017

Enit: iniziati i colloqui di circa 11.000 candidati per assumere 21 prs. Dopo 2 giorni ne hanno "già" realizzati ben 24...

… e alla fin fine, dopo undici mesi, ce l'hanno fatta all'Enit per iniziare a cercare di assumere 21 persone!
Però un momento... non è che l'hanno già assunte, no, ma solo che hanno cominciato i colloqui degli 11.500 circa pretendenti (ved. qui).

In due giorni 10 + 6 + 8 = ben 24.
Adesso ne mancano “solo” 11.476 e di questo passo quei 3 anni e 4 mesi che avevamo preventivato qui sul blog, mi sa, che non bastino nemmeno (ved. qui).
Certo che sono proprio dei fulmini.


E tutta la storia, che è già ridicola fin dall'inizio, indefessamente continua lo stesso andazzo.
Ma per chi non ne è ancora al corrente della genialata e dell'accaduto, eccovi un piccolissimo e bignamizzato ripasso...

All'Enit devono assumere 21 persone e fanno un bando (scadenza 20 gennaio 2017... ved. qui) per le candidature dimenticandosi però di aumentare lo spazio della casella Pec (costo dai 10 ai 50 euro all'anno secondo il provider), col risultato che chi spedisce il proprio CV, ecco che dopo i primi invii gli altri ricevono “Non consegnato causa casella piena”... quindi all'Enit rifanno il tutto (N.B.: e non era nemmeno la prima volta che si dimenticavano di ampliare la Pec da quelle parti (MIBACT)... della serie “c'abbiamo molta esperienza” (ved. qui).

Come detto arrivano oltre 11.000 candidature e qui scoppia una nuova bega mica da poco.
Infatti anche in questo caso s'erano dimenticati di organizzarsi e che sintetizzo altrimenti facciamo notte (tutta la faccenda però è scritta qui dettagliatissimamente), con il fatto che per smaltire quei colloqui avrebbero dovuto impiegarci qualcosa come 3 anni e 4 mesi.
Mentre di ragionare con una scrematura realizzata a priori per mezzo di una agenzia di recruitment, manco a pensarci, naturalmente.
Costo dell'ambaradan per i colloqui per assumere 21 prs. 225.000 euro!


… ma mica penserete che abbiano organizzato gli orari, vero?... infatti non l'hanno fatto.
Che tristezza!... sic!



lunedì 27 novembre 2017

L'Enit ed il marketing turistico (forse) sul nostro sito in Cina

Se c'è un turismo in crescita ovunque è quello cinese.

Lo dicono tutti e ne sono convinti pure i dirigenti dell'Enit...
Infatti se vai sul sito, quello famoso (di cui è meglio non dire) di italia.it, ecco che tra le 6 lingue più quella italiana trovi anche ZH (il codice alpha della lingua cinese)... vedi immagine a lato.

Però prova a cliccarci sopra e ti apparirà un bel... niente!... vedi immagine sotto.



Come a dire che non esiste più
Ora è più bello, no?
Design pulito, essenziale, niente fronzoli ma soprattutto davvero incisivo nel messaggio al turista... e quindi ottimo per quel mercato turistico particolare e in grande crescita come il mercato cinese, no?


... e il sito Enit cinese (http://visitaly.cn) praticamente non c'è più... forse perché lo hanno uniformato alle nuove tendenze di design della Software User Experience  del minimalismo puro??? (ved. qui) o vedi immagine sotto.


... pertanto questa schermata è il nostro sito cinese del marketing turistico italiano... 

Poi per leggere Registrare Organization potete chiedere aiuto a Google Translate (ma già ve lo dico... Enit non compare).
Sicuramente avranno smesso di pagare l'hosting in Cina... (d'altronde era un'iniziativa della sede in Cina di Enit)... e probabilmente come a dire che adesso non serve più e che avranno altre cose più importanti da fare.
E se verificate i nomi dei server di italia.it sul medesimo servizio Whois, beh; vedrete di certo che sono diversi (ved. qui).
E meno male che il link al sito delle Vie Blu c'è soltanto sulla versione italiana (almeno a questo ci sono arrivati...)

Conclusione
Paghiamo (eh già, perché a ben vedere li paghiamo con i nostri soldini) fior fiore di stipendi (si parte da quasi 200.000 euro all'anno per il DG) a questa gente che non fa che dire che le cose stanno andando bene e che presto (lo dicono da sempre) saranno tutte a posto.
Eccome no, basta crederci ed il gioco è bello che fatto... però solo per loro.

E questa è l'Enit, ed è solo un piccolissimo esempio del nostro ente del marketing turistico internazionale.

 

domenica 26 novembre 2017

Milano (Roberta) addio...

Non ho nulla contro Roberta Milano, oltretutto ci conosciamo abbastanza bene di persona, e sono più che certo che se le sue conoscenze e le sue capacità fossero amministrate ed indirizzate da un vero professionista del turismo, beh; sicuramente avrebbe da offrire molto ma molto di più.


Poi, eventuali ed ipotetici suoi voli pindarici non “consentiti” e non ancora nelle sue “sapienze”, imho... fanno il resto.
Pardon, ma qui s'è sempre davvero “tranchant” (di andare d'accordo con tutti non ce ne può importare di meno, meglio pochi, e di conseguenza, non essendo per nulla un opportunista...) come giustamente sostiene un amico sincero (Frap1964) nel suo blog (Magic Italy) nei confronti di 'sto blog.


Roberta Milano, un anno e mezzo fa fu nominata responsabile del marketing digitale dell'Enit (una botta molto vicino ai 100.000 euro all'anno), mentre qualche mese prima (3 per l'esattezza e non appena visto il bando di assunzione sulle pagine del sito dell'Enit) qui s'era “indovinata” quella nomina (un colpo di fortuna?... ved. Qui).


… ma già dai primissimi momenti avevamo capito che la cosa non sarebbe stata così producente
(ved. Qui), infatti 4 (da noi presunti) errori su quattro, nonché abbastanza gravi, beh; non è mica roba da poco.


Ora Roberta Milano se ne andrà dall'Enit dopo solo un anno e mezzo, ma per un riassunto particolare e preciso come solo lui sa fare, ecco che m'affido alle parole di Frap1964... estrapolando l'ultimo suo post su Magic Italy...

Dopo un anno e mezzo intenso e costruttivo, Roberta Milano lascia l’incarico di digital strategist di Enit, senza contrasti con l’Agenzia...

Una scelta dettata da motivi personali che l’ente di promozione sceglie di non commentare.
Così Paola Baldacci, columnist di Guida Viaggi, nel silenzio pressoché generale del web turistico italico, social vari e sito Enit compreso, ha salutato il 13 novembre scorso l’ormai ex direttrice del marketing digitale turistico nazionale di Enit.
Dimenticando però, l’amica giornalista, di ricordare e/o di linkare, nel pezzo, quel suo stesso post che appena 15 mesi prima ne salutava la nomina con i toni trionfalistici ed entusiasti di larga parte del web 2.0 turistico italico: un nuovo miracolo italiano e,  finalmente, “... una di quelle cose sensate che capitano raramente“.

En passant la notizia dell’ imminente abbandono era già trapelata, ma in totale sordina, il 2 novembre scorso in un articolo di Alberto Crepaldi, una delle poche voci dissonanti sull’andazzo generale dell’Agenzia Nazionale del Turismo italiano degli ultimi anni, insieme a questo piccolo blog ed a quello di Luciano Ardoino, sempre molto diretto e tranchant nel raccontare e commentare ciò che appare, ai suoi occhi, ma non solo, come tuttosbagliatotuttodarifare nel turismo analogico e digitale del nostro beneamato Paese.

… il resto interessantissimo, per chi mastica di turismo e non, è qui di seguito (ved. qui)...

I "grattini" di Gianni Berrino (vedi video)

Il video è in fondo al post... ma in breve...


In Liguria esiste un sistema (Rimovcli) che permette di conoscere le presenze turistiche del ricettivo... a dire il vero che gli ha fornito quell'idea del software e pure “aggratis”, ha anche spiegato a quei “signori” il come conoscere le presenze in tempo davvero reale con un semplice click sulla tastiera, ma con quelli pare sia stato come spargere del sale nel mare... sale nel mare che notoriamente non serve ad una mazza fionda... e infatti quei dati arrivano, a chi è interessato conoscerli, alcune volte dopo dei mesi.


In definitiva... i responsabili del ricettivo, ogni giorno, trasmettono le presenze dei propri clienti alla Regione Liguria (oltre alla PS e all'Istat com'è sempre avvenuto), e fino a qui non si muove una foglia.
Va poi detto che, in Liguria, chi trasmetteva i dati nel 2015 erano 4.558 realtà, mentre nel 2017 ecco che queste sono aumentate di 233 unità, portando di conseguenza il totale a 4.821 (vedi immagine nel video).
Chiaro è che aumentando il numero delle realtà ricettive che trasmettono i dati sulle presenze, aumentino pure le presenze... e anche qui non ci piove.
Anche perché l'obbligo ai più (B&B, agriturismi ed altre tipologie) è datato per gli ultimi mesi del 2015 e per i primi del 2016 (vedi immagine sotto).



Pertanto se non lo facevano prima è semplice supporre che le presenze turistiche aumentino in proporzione a quanti in più inviano quei dati adesso.


Ora... Fabio Tosi è un consigliere regionale (Liguria) del M5S, il quale in un primo momento ha richiesto a Liguria Digitale il totale delle realtà ricettive che hanno aderito al sistema Rimovcli (vedi immagine nel filmato) per gli anni 2015/2016 e 2017, e dalla risposta si può chiaramente notare che queste negli ultimi due anni sono aumentate di 233 unità... ma per avere dei dati precisi anche sulle camere a disposizione degli alberghi, B&B, Agriturismi etc., ecco che ha realizzato una seconda richiesta... ma considerata la risposta dell'assessore Gianni Berrino, è presumibile che ne farà seguire una terza... così, giusto per arrivare alla verità.
Infatti alla seconda sua richiesta, la risposta di Liguria Digitale è stata che le camere in più sono da attestarsi sul numero di 321 (vedi immagine nel filmato), più altre cosette non granché pertinenti.
Pare infatti strano che 233 nuove realtà ricettive (o che trasmettono adesso i dati) dispongano di sole 321 camere, anche perché in questo caso la media sarebbe di sole 1,37 camere per unità ricettiva.
Cosa assurda al solo crederlo, figurati al sostenerlo. 


Tutto questo ambaradan, credo, sia dovuto al fatto che quel + 2,5% circa di presenze turistiche di cui l'attuale Giunta si pregia e vanta d'aver ottenuto col loro saperci fare (hem hem), non corrisponda alla verità, anche se le altre regioni italiane marciano costantemente con cifre d'incremento sicuramente migliori... sulle due cifre col segno più.


P. S.: Non esistono due metodologie di conteggio clienti in Liguria come penso in nessuna parte del mondo (almeno non mi risulta), nonostante che il Gianni Berrino (Fratelli d'Italia) dichiari l'opposto... infatti Liguria Digitale fornisce i dati Rimovcli all'Osservatorio regionale del turismo ligure che di conseguenza li pubblica, e nulla più.

Ma tra un grattino, una grattatina laddove e numeri a caso o a casino, Berrino risponde così all'interrogazione di Fabio Tosi.

P.S.: Risulta inoltre strano, lo dice sempre Berrino nella risposta all'interrogazione di Tosi, che le attività ricettive con molte camere chiudano mentre quelle con pochissime camere invece aprano... ma che logica c'è se davvero il turismo va a gonfie vele come la racconta la Giovanni Toti & Co.?
Ma s'è mai vista una città, una Regione o addirittura una nazione che perde posti letto quando i turisti ci vanno a frotte... o sono tutte frotto-le, eh?


giovedì 23 novembre 2017

Enit... ma come si fa?

Non c'è nulla da fare... e ogni qualvolta ci resto di stucco anche se ormai dovrei averci fatto il callo.
E pure due bocce così.

Ma che senso ha questo progetto di ENIT (un ente che dovrebbe pensare a fare del marketing turistico internazionale per la nazione intera) + 4 regioni (Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria) e solo in lingua italiana? (ved. Qui)... Le Vie Blu.

forse che tutte le altre Regioni l'abbiano di un altro colore?

Date un'occhiata a qualche video.
E questo vi sembra un buon modo di comunicare e affabulare il potenziale turista?... e pure quello straniero?... però in lingua italiana!

Ma possibile che non ci arrivino proprio?

Ma chi picchio le organizza, le produce e le autorizza 'ste innominabili cose, eh?

L'incomprensibile... Alitalia

Il commissario straordinario di Alitalia, Luigi Gubitosi, dichiara che la società nazionale area conta di chiudere il 2017 con un ricavo del 1% (ved. qui)... e se è vero che la crisi Alitalia è dovuta ad errori manageriali e non di mercato in decrescita, e se è dimostrato che si possono far crescere i ricavi...

... perché dovremmo cedere la compagnia ai tedeschi o a qualche fondo speculativo, invece di ristrutturarcela da noi è renderla profittevole, anche in considerazione dei potenziali flussi turistici trasportabili da/in tutte le parti del mondo?

Tanto anche Lufthansa o Cerberus manderanno un bel po' di gente a casa... a migliaia o centinaia?


Un governo di veri incapaci, non c'è altro da dire, imho.

mercoledì 22 novembre 2017

Oscar Farinetti: "Se c'è un inceneritore che fa male alla salute di sicuro non apro perché sarei un delinquente"... APERTO!

Il grande imbroglio del nuovo business milionario di Oscar Farinetti: dove produce cibo “ecologico”?
Beh, a fianco di un mostro che inquina peggio di una centrale nucleare (ved. Qui).
Ma esaminiamo per bene la questione.


Qui dicono che un inceneritore che produce cadmio in quantità da 3 a 10 volte superiori alla norma rispetto agli altri inceneritori e che brucia materiale sanitario contagioso, non ha fermato Oscar Farinetti, patron di Eataly, per l’apertura di FICO Eataly World a Bologna.
Non si era mai visto il bio e il cibo di alta qualità di fianco ad un inceneritore.
Ma il 15 novembre 2017 ha aperto FICO Eataly World, la Disneyland mondiale del cibo. 
Dal campo al ristorante.
Tutto tracciato, biologico, di alta qualità e salutare?
Ci saranno uliveti, vigneti, allevamenti.
Si potranno vedere i frutti e le materie prime nascere e crescere per finire nel piatto dei ristoranti di FICO Eataly World.
Le particelle al cadmio e il materiale bruciato dall’inceneritore però sono invisibili all’occhio umano e di “fessi” se ne trovano sempre che accolgono la cosa come la manna dal cielo.
E' incredibile...

ho cercato in rete articoli e/o documenti di qualche anno fa per vedere se era già nota 'sta cosa oppure no
… si trova veramente pochissimo (qui, qui, e a parte questo blog tutto dedicato a FICO, ma fermo al marzo 2016 e nulla più).
Quello che mi domando è con quale criterio avessero pensato di aprire in Emilia-Romagna un mercato ortofrutticolo a quelle distanze lì da un inceneritore...
Roba criminale già da allora?

Ed ENIT ci fa pure un accordo per portare i turisti...
Quando uscirà 'sta cosa sulla stampa estera (... che tanto esce ...) voglio proprio vedere quanta gente convinceranno ad andare lì.
Va bene che il mondo è pieno di idioti che si bevono qualsiasi cosa, ma c'è un limite a tutto, caspita... o almeno dovrebbe!

Poi, cercando ancor meglio sul web, ecco che scorgo “uno” che dice che la questione è tutta una bufala (ved. Qui) e che non è vero che quell'inceneritore sia pericoloso per la collettività, e che sta lì da oltre 40anni senza che nessuno si sia mai lamentato...
ma mi sa che il tizio non sa mica tanto bene di cosa scrive.

La contestazione nell'articolo di Amorosi era relativa ai risultati di uno studio del gennaio 2012 di Medicina Democratica.

Il tizio lo avrà letto e sarà in grado di valutarlo criticamente?

Lo studio è questo qui, il quale in estrema sintesi tratta di una discussione sui limiti metodologici utilizzati dalla regione Emilia-Romagna nel 2007 nel corso di varie indagini tese a studiare gli effetti ambientali e sanitari degli inceneritori sul proprio territorio.
Per una spesa totale di oltre 3 milioni di euro (vedi abstract).
E vedete un po' cosa scrivono gli autori del rapporto alle pagg. 17-19 (ved. qui)...
E ora guardate se sul sito di Hera pubblicano dati in merito alle emissioni di metalli pesanti, tra cui il cadmio, notoriamente cancerogeno per l'uomo.
Io non li vedo... forse perché non ci sono?... Nota Bene: Per capire cosa significano le varie sigle HCL, SO, CO2... basta cliccarci sopra.

E voler fare i cacciatori di bufale è un mestiere che richiede un minimo sindacale di approfondimento delle cose, dei dati e delle fonti, imho.
Poi, en passant, se verificate chi è l'autrice del rapporto insieme ad Agostino di Ciaula (Bisceglie), ecco che si può notare che si tratta di un volto già noto (ved. Qui)... tale Matteo Renzi.... ma tu guarda un po'...

E come sapete il patron di FICO, Oscar Farinetti è grande amico e sponsor di tal tizio, Matteo Renzi, che, dall'alto della sua competenza in giurisprudenza (mai praticata), discute nel video sopra di oncologia con un'oncologa (sic!).
Un po' come a me quando mi tocca parlare di turismo con chi il turismo l'ha solo fatto per le sue vacanze.
In fondo, non è piccolo il mondo... giusto?

Mentre se cercate su YT Patrizia Gentilini o Stefano Montanari di botto si può chiaramente comprendere cosa vanno sostenendo da anni sugli inceneritori, citando parecchi studi e rimanendo sostanzialmente inascoltati, visto il giro di soldi che gravita attorno ai cosiddetti termovalorizzatori.

beh, e questo blog non poteva di certo starsene zitto... naturalmente con l'indispensabile aiuto di un caro amico.

mercoledì 15 novembre 2017

Le barzellette nazionali su AirBnb

Prima di cominciare questo post sia ben chiaro che non ho nulla contro chi (con sta crisi che non la vuole finire di attanagliarci per via dell'insipienza dei preposti governativi, regionali etc.) cerca di sostenere la propria famiglia anche attraverso AirBnb.

E' infatti notorio che se non esistesse il sommerso, l'Italia in 4 e 4 otto andrebbe a ramengo... però dovrebbe esistere un limite.
Ma senza dimenticare che c'è chi, col sommerso, invece ci guadagna svariate palanche a danno degli eventuali dipendenti (ovviamente non in regola), acquisti senza fatture eccetera eccetera.
E questo, per quanto mi riguarda, non è di certo una bella cosa, anzi...
Oltretutto la questione è suffragata dal decreto legislativo del 7 Gennaio 2013 del ministero dell’Interno che rende obbligatoria la trasmissione delle schedine degli alloggiati mediante internet... e così è sempre stato nei secoli dei secoli.
Amen!

Con tale normativa tutti i gestori di strutture ricettive hanno, quindi, il dovere di comunicare alla questura le generalità di tutte le persone ospitate mediante il sito della questura per gli alloggiati
I dati devono essere trasmessi entro le 24 ore successive all’arrivo dei clienti. 
Nel caso in cui il soggiorno degli ospiti sia inferiore alle 24 ore le schedine devono essere inviate immediatamente.
Mi risulta inoltre incomprensibile il perché non sia stato pensato di inserire in quel Decreto l'obbligo immediato dell'invio delle generalità dell'ospite in qualsiasi caso... cosa che oltretutto fornirebbe in tempo reale la totale presenza dei “turisti” con un semplice click attraverso un banalissimo software.
Ma si vede che 'sta cosa del banale software non è gradita da nessuno (Governo, Associazioni, Sindacati, ricettivo etc.) forse perché non si potrebbero più raccontare fandonie sulle effettive presenze su cui pare ci marcino tutti con dei segni + da far ridere i polli.
Ma torniamo ad AirBnb.

L'assurdo è che in Italia esistono delle Regioni o dei Comuni che per contrastare l'abusivismo, ecco che tentano lotte a suon di multe salate e oltretutto citando altre nazioni impropriamente e senza essersi prima informato davvero... vedi ad esempio ciò che accade a Firenze (ved. Qui), dove l'assessore del turismo cittadino, Anna Paola Acconcia, sulla falsa riga di ciò che è stato deciso a Berlino per contrastare chi si muove al di fuori della Legge, dichiara che in quella città, chi sgarra, paga 100.000 euro... peccato che non sia nemmeno vero poiché la Legge lì dice che sono previste multe fino a 100.000 (ved. qui)... sì vabbeh, forse uno sbaglio marginale, ma se si organizzano dei convegni sull'argomento senza informarsi bene, la vedo dura... e nella stessa città, vedi il presidente di Fiavet Toscana, Pier Carlo Testa, dichiara che servono accordi con AirBnb (ved. qui)... ma si può?

E mentre delle Regioni e dei Comuni italiani organizzano multe, altre, con AirBnb, ci fanno addirittura degli accordi... come ad esempio la Liguria e pure Genova (ved. Qui) rasentando... ma che dico (?), oltrepassando di gran lunga l'assurdo.
Ma porca paletta... se esiste la Legge che obbliga il ricettivo (qualsiasi) a trasmettere i nominativi degli alloggiati, perché cavolo non la si applica?
E perché si fanno accordi con AirBnb per ottenerli?... ma che storia è?

Ma non sarebbe sufficiente un altro banalissimo software il quale, attraverso un banalissimo algoritmo, scovi quel ricettivo inserito nei siti preposti all'intermediazione confrontandolo appunto con le liste presenti alle Camere di Commercio?
Suvvia!... mica è uno studio sulla “relatività” o sulla frammentazione dell'atomo e suoi derivati.

Poi di fatto hanno impedito a chi non ha regolare licenza per un b&b di affittare un intero appartamento ma solo singole camere... insensato, imho!


E comunque mi piacerebbe capire con quale logica viene fatto firmare ad Airbnb un accordo che prevede la notifica automatica dei nominativi degli ospiti quando la normativa lo sancisce come obbligo a livello nazionale.


Il solito Paese barzelletta.

P. S.: … e non ho mai letto o sentito nemmeno di una interrogazione sull'argomento nelle due X commissioni di Camera e Senato... nelle Regioni e nemmeno nei Comuni che tratti l'argomento... a meno che non mi siano sfuggite.


mercoledì 1 novembre 2017

Gli asini volano sulla Direttiva Bolkestein

Questo post è per far comprendere ancor più, nel qual caso ce ne fosse ancora bisogno, l'andazzo della gran parte dei nostri politicanti che sui “fessi” ci marciano a tutto andare (vedi l'opinione di G. Prezzolini nei nostri confronti già nel 1919). 

E lo scriverò senza girarci intorno (non con l'uso di articoli, Leggi, Decreti/de-cretini e commi vari), che ai più fanno venire due bocce grandi così, oltre a renderlo illeggibile ai non addetti ai lavori.


Lessi per la prima volta la Direttiva Bolkenstein (ved. Qui), giorno più o giorno meno, non appena questa fu emanata nel 2006, anche perché già due anni prima fu presentata dall'allora “commissario europeo” per il mercato interno presieduto da Prodi, Fritz Bolkenstein... quindi me l'aspettavo.
In poche parole la Bolkenstein autorizzava le aste per gli acquisti degli stabilimenti balneari che dovrebbero di logica andare a favore dei grandi investitori internazionali... e qui pare che caschi l'asino.


Non la lessero però in moltissimi che invero avrebbero dovuto farlo, e mi riferisco alla stragrande maggioranza dei nostri deputati europei, a quelli nazionali e pure i regionali (forse affaccendati in altre cose?), nonché a molti degli stessi balneari a cui la Direttiva era ed è rivolta... bontà loro!


La stessa cosa però non accadde per quei politici di altre nazioni che subito intrapresero la possibilità per “scansarsela”, e vale a dire la Spagna che ottenne la proroga di 75 anni in alcuni casi e 45 in altri (mentre attualmente è di 30 anni), la Croazia (90 anni) ed infine il Portogallo, che già nel 2007 approvò un decreto che contemplava il diritto del concessionario uscente a essere preferito rispetto ad altri concorrenti per il rinnovo delle concessioni esistenti fino a 75 anni.


E fu lo stesso Bolkestein, anni dopo, a dichiarare che la Direttiva da lui redatta non riguardava e non riguarda le autorizzazioni rilasciate a prestatori che forniscono servizi sulle spiagge avvalendosi di infrastrutture mobili, come bar e chioschi, ma riguarderebbe esclusivamente concessioni accordate ai proprietari per l’uso di fabbricati di loro proprietà costruiti in aree ritornate al demanio marittimo.


Ma dal 2006, i nostri Governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, quindi sia il CSX che il CDX, non sono stati in grado di presentare alcunché all'Europa per ovviare al 'problema' di quella Direttiva.
L'hanno però susseguentemente fatto alcune Regioni tra cui la Liguria (ved. qui), Emilia Romagna, Veneto eccetera, che stanno approvando a tutto spiano delle Leggi che non servono ad una mazza fionda con l'approvazione del CDX e del CSX... M5S a parte che l'inghippo pare averlo capito.


Ora va detto che, e non ci vuole di certo una cartomante per capirlo, che le Regioni non possono farci nulla poiché è chiaramente una facoltà della nazione (è infatti una “faccenda” esclusivamente tra Stato ed Europa e di conseguenza... che cippa c'entrano le Regioni?).
Ma se poi l'avessero voluto o ancora volessero davvero farlo (allungamento concessioni balneari), beh; come mai non l'hanno fatto da capi del Governo (CDX e CSX), magari scopiazzando le Leggi di Spagna, Croazia e Portogallo... e non permettere così quelle aste che porterebbero i grandi investitori internazionali ad acquistare la gran parte dei litorali italiani?
Mah, vai a capire... oppure è così facile da comprendere?
Beh, mi sa che sia solo fumo negli occhi per i “fessi” (vedi sempre il termine coniato da G. Prezzolini nei confronti del popolo italiano), forse nella speranza che qualche bontempone, in previsione, li voti ?
Eccome no, credeteci pure... che proprio in questo momento sta passando uno stormo di asini che volano per emigrare in Paesi più caldi.

lunedì 30 ottobre 2017

Nel mondo per risolvere la questione della delinquenza hanno fatto così, mentre a Genova ancora non se ne parla.

... per un attimo pensate a chi in quella piazzetta ci vive (vedi immagine a lato)...

... ciarlare sul come sopperire alla delinquenza dei centri storici e alle Movide che tanto danno recano a chi ci abita, è quasi paragonabile al blaterare dei presunti allenatori della nazionale di calcio e agli pseudo immancabili professionisti del mio settore: il turismo.
Tutti, ma proprio tutti (istituzioni comprese, se non anche di più), hanno le soluzioni nelle proprie tasche (però vuote di idee, di innovazioni e di argomenti) e pure le hanno nelle rispettive teste, ma vuote anch'esse... ed è così che il centro storico della mia città, Genova, fa davvero pena da sempre.


Genova a cui non mancano di certo i “so tutto io” ed i “ghe pensi mi” che la menzionano come la città col centro storico più grande d'Europa e secondo nel mondo.
Ma per piacere.


Il centro storico più grande d'Europa è Venezia con i suoi 7,6 kmq mentre la dimensione di quello di Genova è di circa 4 kmq... ma sono tantissime le altre città che si pregiano della stessa cosa: Amsterdam, Cracovia, Parigi, Riga, Valencia, Madrid, Vilnius, Bologna, Napoli etc. (Vilnius dice di avere il maggiore centro storico barocco, Venezia medievale, Riga parla di centro antico, Cracovia di centro vecchio... ), al pari di chi menziona che l'Italia disponga del 60, e a volte leggi o senti anche dell'80% del patrimonio culturale del globo... mentre se poi vai a contare i siti Unesco, ecco che scopri che il Bel Paese, che è primo in questa speciale classifica con 53, non ha nemmeno il 5% sul totale che è di 1.073 (di cui 832 beni culturali, 206 naturali e 35 misti).


La soluzione: la teoria delle finestre rotte (ved. qui).


è una teoria criminologica sulla capacità del disordine urbano e del vandalismo di generare criminalità aggiuntiva e comportamenti anti-sociali.
La teoria afferma che mantenere e controllare ambienti urbani reprimendo i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, il bere in pubblico, la sosta selvaggia o l'evasione nel pagamento di parcheggi, mezzi pubblici o pedaggi, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini più gravi.
Ad esempio l'esistenza di una finestra rotta (da cui il nome della teoria) potrebbe generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o un idrante, dando così inizio a una spirale di degrado urbano e sociale... infatti se una finestra di un edificio dismesso viene rotta da qualcuno, e non si provvede a ripararla urgentemente, presto anche tutte le finestre saranno rotte, a un certo punto qualcuno entrerà abusivamente nell’edificio, qualche tempo dopo l’intero palazzo diventerà teatro di comportamenti vandalici.
Stessa cosa per le scritte sui muri, saracinesche eccetera eccetera.
La teoria fu introdotta nel 1982 in un articolo di scienze sociali di James Q. Wilson e George L. Kelling.
Nel 1969, presso l'Università di Stanford, il professor Philip Zimbardo condusse un esperimento di psicologia sociale.
Egli lasciò due automobili identiche, stessa marca, modello e colore abbandonate in strada, una nel Bronx, zona povera e conflittuale di New York, l'altra a Palo Alto, città ricca e tranquilla della California.
Quindi due identiche auto abbandonate, due quartieri con popolazioni molto diverse e una squadra di specialisti in psicologia sociale a studiare il comportamento delle persone in ciascun sito.
Ciò che accadde fu che l'automobile abbandonata nel Bronx cominciò ad essere smantellata in poche ore, perdendo le ruote, il motore, gli specchi, la radio, e così via; tutti i materiali che potevano essere utilizzati vennero rubati e quelli non utilizzabili vennero distrutti.
Al contrario, l'automobile abbandonata a Palo Alto rimase intatta. In tali casi è comune attribuire le cause del crimine alla povertà, attribuzione sulla quale si trovano d'accordo le ideologie più conservatrici (sia di destra che di sinistra).
Tuttavia, l'esperimento in questione non terminò così.
Infatti, dopo una settimana, quando la vettura abbandonata nel Bronx era stata completamente demolita mentre quella a Palo Alto era rimasta intatta, i ricercatori decisero di rompere un vetro della vettura a Palo Alto.
I ricercatori assistettero alla stessa dinamica di vandalismo che avevano registrato nel Bronx: furto, violenza e vandalismo ridussero il veicolo nello stesso stato di quello abbandonato nel distretto malfamato di New York.

La pubblicazione dell'articolo di James Q. Wilson e George L. Kelling ebbe molto successo negli ambienti di studio della criminologia. 
Nel 2007 e nel 2008 Kees Keizer e colleghi, all'Università di Groningen, hanno condotto una serie di esperimenti sociali controllati per determinare se l'effetto del disordine esistente (come la presenza di rifiuti o l'imbrattamento da graffiti) avesse aumentato l'incidenza di criminalità aggiuntive come il furto, il degrado o altri comportamenti antisociali.

Gli scienziati scelsero diversi luoghi urbani successivamente trasformati in due modi diversi ed in tempi diversi. 
Nella prima fase ("il controllo") il luogo fu mantenuto ordinato, libero da graffiti, finestre rotte, ecc. 
Nella seconda fase ("l'esperimento"), il medesimo ambiente fu trasformato in modo da farlo sembrare in preda all'incuria e carente di ogni tipo di controllo: furono rotte le finestre degli edifici, le pareti furono imbrattate con graffiti e fu accumulata sporcizia. 
I ricercatori controllarono segretamente i vari luoghi urbani osservando se le persone si comportavano in modo diverso dopo che l'ambiente era stato appositamente reso disordinato. I risultati dello studio corroborarono la teoria.

Nel 1994 il neoeletto sindaco di New York, Rudolph Giuliani, applicò la teoria delle finestre rotte per combattere il crimine nella metropolitana della città.
E ci riuscì perfettamente.
L'operazione da cui ebbe poi il via la tolleranza zero che però non produsse invece nulla di buono, ed è ciò che sta accadendo a Genova... ronde su ronde che oltre a togliere delle preziose forze dell'ordine per altre questioni, è un inutile dispendio di palanche.
Palanche a Genova, come ben si sa, sono molto ma molto importanti.
Infatti durante il triennio 1984-87 a New York era già stato tentato l'esperimento della tolleranza zero con risultati miserrimi, mentre le altre città americane, che non avevano applicato la politica della tolleranza zero, comprese quelle impegnate in una politica di segno opposto, volta a curare un rapporto costante con la cittadinanza per prevenire i reati, anziché perseguirli a oltranza, raggiunsero ambiti traguardi di lotta alla criminalità per il bene e la quiete dei loro cittadini.
Ma un altro singolare esempio ci viene fornito dall'Albania, e dal suo sindaco di allora, Edi Rama, che scopiazzò per filo e per segno la Teoria delle finestre rotte.
Infatti come sindaco compilò il nuovo Piano regolatore della Città di Tirana rendendolo molto più ecologico ed includendo il progetto di ristrutturazione di Piazza Scanderbeg.
Il progetto Green portò alla creazione di circa 100.000 metri quadrati di terreno verde e la piantagione di circa 2.000 alberi.
Ordinò il restauro di molti vecchi edifici, soprattutto con il colore.
La tinteggiatura ha dato alla città uno stile unico, trasformandola improvvisamente in un'attrazione turistica.
Rama ha anche migliorato la mobilità ampliando molte delle strade esistenti e pavimentandone di nuove.
in poche parole: di ronde nemmeno una!

La Movida.
Genova si prestava favorevolmente alla soluzione prima che decidessero di mandare le università agli Erzelli per chissà quale motivo... hem hem... vendita dei terreni?
Pensiamole infatti ideate nel centro storico... benefici in gran quantità: pulizia generale, nessun abitante poiché tutti uffici eccetera eccetera.... che potrebbe permettere qualsiasi Movida... ma qualcosa si può ancora fare.
I proprietari dei negozi chiusi (e nel centro storico ce ne sono in grande quantità) “potrebbero” abbassare il prezzo dell'affitto del circa 50% ed oltre su richiesta del sindaco, e il Comune “potrebbe” agevolare chi lì ci va col non pagare le tasse, i balzelli etc. (ma di cose da fare ce ne sarebbero un sacco tanto) per qualche anno... chessò: cinque?
E che dire di una ASL (Azienda Sanitaria Locale)... di un posto di Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza etc. nel centro storico?


Chiaro che ci vogliano degli anni, ma se non incominciano mai... mai si risolverà il problema con quelle belin di ronde e similari.

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