sabato 29 marzo 2014

Nel 1950 i turisti stranieri che sceglievano l'Italia erano il 19% ... ora il 4,4% ... mentre il valore aggiunto dell'industria turistica è pari al 4% del Pil nazionale

Ormai sono anni che lo vado scrivendo e dicendo da tutte le parti, ma con ben poco successo, che prima di pubblicizzare un prodotto bisogna accertarsi che quello sia buono.

Per carità, lo si può fare anche contemporaneamente ma dando l'assoluta priorità a quel prodotto.

Ora in mio aiuto arriva niente meno che Gian Antonio Stella col suo fondo sul Corriere della Sera che spiega il perché nel 1950 i viaggiatori stranieri che avevano scelto il nostro Paese erano il 19%, oggi sono appena il 4,4.
Eh già, e tutti dati ripetuti qui milioni di volte.

Ma ne "rubo" qualche brano.
Uno su cinque veniva da noi, dei turisti internazionali, nel 1950: adesso uno su ventitre. È cambiato il pianeta, d’accordo, ma una frana così non l’ha subita nessuno. Andiamo giù nonostante il boom mondiale. Andiamo giù nonostante il turismo sia «l’industria del futuro». Nonostante l’Italia, coi suoi tesori e la sua cucina e i suoi paesaggi, resti in cima ai sogni di tutti.

Da allora, la nostra quota si è ridotta di decennio in decennio dal 19% del 1950 al 15,9% del 1960 e poi al 7,7% del 1970 (quando eravamo comunque i primi davanti al Canada, alla Francia, alla Spagna e agli Stati Uniti) e giù giù, dopo una breve risalita nel 1980, fino al 6,1% del 1990 (rimasto tale fino al 2000) per poi calare ancora al 4,6% del 2010 e infine al 4,4% di oggi. Certo, si sono aperti nuovi mercati, si sono spalancati nuovi Paesi, si sono arricchiti e messi in movimento nuovi popoli di viaggiatori. E c’è poco da piangere sul destino cinico e baro. Era un destino ineluttabile. Del quale hanno fatto le spese anche la Francia, la Spagna o gli Stati Uniti. Quello che fa rabbia, però, è che nessuno è andato giù quanto siamo andati giù noi. E soprattutto che nessuno ha approfittato poco quanto noi del boom del turismo mondiale. Un boom mai visto.

Due numeri: dal 1950 ad oggi i turisti stranieri che vengono in Italia si sono moltiplicati per 10 volte: da 4,8 a 47,8 milioni. Ma l’immenso popolo di turisti del mondo, grazie all’impetuoso arricchimento soprattutto della Cina, della Corea e altri Paesi asiatici si è moltiplicato per quasi 43 volte. Il che significa che noi siamo riusciti a fare nostra soltanto una fetta molto piccola della torta. 

Eppure per via della nostra ricchezza culturale, della gastronomia, della moda etc., secondo il Country Brand Index che misura la popolarità dei marchi di 118 Paesi, l’Italia è nei primissimi, se non proprio la prima, nell’immaginario dei potenziali visitatori stranieri.

Perché?
Come mai?

Mancano le strategie e manca il buon rapporto tra la qualità e il prezzo, anzi, in alcuni casi facciamo proprio pena.
Il turismo non è mai stato, e non è tuttora, un’opzione di sviluppo economico presa seriamente in considerazione dalla politica.
La mancanza di cultura dell'ospitalità ... troppi bidoni ai turisti, troppi disservizi, troppa scortesia verso chi viene a trovarci. Come se tutto ci fosse dovuto in quanto Paese più bello del mondo.
Per non parlare delle infrastrutture che vengono usate per raggiungere l'ambita meta e delle strutture che li ospitano.

Una differente classificazione alberghiera tra una Regione e l'altra (e qui siamo alle solite, neh); una tassa di soggiorno discordante tra tutti i circa 500 comuni che l'hanno adottata (ce ne fosse una uguale all'altra) e che spiazzano il turista più propenso e buono ma indifeso da tanta stupidità ... ma soprattutto, e questo a mio personale parere, manca la qualità.
Quella qualità che dovrebbe riscontrarsi già dall'arrivo di quel benedetto cliente che ci viene a portare i suoi soldi, soldi che ci permettono di fare una vita normale.
Parlo del primissimo suo secondo e quindi non appena mette piede all'aeroporto, alla stazione ferroviaria, all'uscita dei caselli autostradali ... fino all'arrivo alla reception.
E poi di seguito in tutti quei posti dove lui metterà piede.

Mica si tratta di essere servili oltre il consentito della buona educazione; no di certo.
L'esperienza insegna a come uscire da qualsiasi impiccio o impaccio.
Oppure di prostrarsi a qualsiasi sua esigenza o di subire qualsiasi sua angheria nei nostri confronti (a volte può capitare con quelli maleducati).

E l'organizzazione?

Beh, tanto per fare un piccolissimo esempio ... a volta mi capita di vedere pubblicizzato un dato posto e nell'informarmi o addirittura recandomi (curiosità) sul posto, dove noto che non esistono mezzi di locomozione per arrivarci, oppure se nel qual caso ci sono, ecco che non li trovi nemmeno col lanternino.
Per non parlare di alcuni rifugi, baite e bla bla bla, che sono contornati da una bellezza da mozzafiato ma che nemmeno uno stambecco da circolo equestre riuscirebbe a raggiungere per via di sentieri sconnessi, pieni di cespugli e rovi che ormai hanno invaso il cammino, nonché sporchi da far paura.
Ma è mai possibile che tutta la "rumenta" la si debba buttare proprio lì?
Però li marketizzano a tutto spiano e la colpa non si sa mai di chi sia!

Poi ci sarebbe dell'altro ma per non fare notte è meglio che la finisco qui.


P. S.: Secondo le stime del Wttc (World Travel & Tourism Council), il valore aggiunto dell’industria turistica in Italia - le attività che possono considerarsi core business - è stato di 63,9 miliardi di euro, ovvero pari al 4% del Pil nazionale». Una quota bassissima. Che calcolando il valore aggiunto dell’intera economia turistica (dalle pasticcerie che forniscono i croissant agli alberghi alle sartorie che fanno le camicie per i camerieri) sale fino a «161 miliardi che corrispondono al 10,2% del Pil». Una percentuale assai lontana dai proclami guasconi di vari premier del passato o più recenti ministri del turismo, un po’ tutti concordi nel promettere «un turismo al 20% del prodotto interno lordo».





venerdì 28 marzo 2014

Qualità alberghiera: Vox clamantis in deserto?

Uno dei compiti istituzionali più importanti delle Province in merito al Turismo era la classificazione e il monitoraggio delle strutture ricettive alberghiere del territorio finalizzati ad un miglioramento qualitativo dell’offerta ricettiva anche mediante sostegni economici mirati (L.R. 19/2000), e altre "cosette" ormai passate, o forse è meglio definire trapassate, sotto la responsabilità regionale.

Scrivo "trapassate" perché se il monitoraggio dapprima non c'era, ecco che ancor di meno c'è adesso da parte delle Regioni.
Avete mai visto un controllo di qualità o di qualsiasi altro genere da parte delle istituzioni preposte al caso?
Direi proprio di no.

Le ultime due Province ad averlo fatto e poi mantenuto in Italia, furono quella di Trento e di Bolzano ma, anche loro, da circa due anni e a causa delle "spending review" ne fanno a meno.
Però Trento e Bolzano sono indubbiamente quelle che hanno meno bisogno di qualità avendone (imho) in gran quantità.
E questo probabilmente è dovuto al periodico e costante controllo presso le strutture del loro territorio che ebbero negli anni addietro.
Diciamo che vivono sugli allori, va.

Mentre nell'altre (ma qui parlo solo della Liguria) di controlli manco a parlarne.

Dicono che manchino le palanche per questo particolare "lavoro" e forse si difetta anche sul chi ne sia in grado.
Sono quasi d'accordo sulla prima teoria appena scritta (le palanche) ma non credo proprio che siano necessari dei quantitativi industriali di banconote per poter fare un lavoro davvero professionale in aiuto e supporto all'alberghiero.
Mentre sulla seconda non sono d'accordo per niente ... di gente "sana" che conosce il settore alberghiero a menadito qualcuno c'è ... non tantissimi ma alcuni ci sono.

Che la cosa sia importante non la si scopre solo adesso, anche perché sono ormai delle decadi d'anni che ci si lamenta del pessimo rapporto qualità/prezzo di questa Regione, mentre una Commissione di professionisti (non trombati politici o provenienti da chissà quale settore o altra istituzione) diretta dall'assessore al turismo, di certo potrebbe potrebbe ristringere questa forbice che ormai ha raggiunto l'ampiezza massima.

Da quando sono rientrato in Italia, e sempre più insistentemente per via dell'esperienze maturate all'estero dove invece queste ... , continuo a chiedermi il che cosa ci voglia a capirlo e attuarlo in poco tempo.

I risultati?
Basterebbero solo sei mesi per ottenere dei tangibili successi sulla qualità ... ma chissà se sto predicando al deserto?





giovedì 27 marzo 2014

Irlanda vs Italia (ireland.com vs italia.it)

Per questo post non userò tante parole, anzi, quasi niente.
Lascio a voi ...

Cliccando sulla prima immagine potrete entrare nel sito ufficiale del Turismo irlandese (la perfezione per quanto mi riguarda) che è costato, dicono, 3 milioni di euro ... e c'è chi si lamenta della spesa e anche d'altro.


Invece cliccando nella seconda immagine ... vabbeh, quella cosa là che corrisponde al nostro sito del Turismo italiano (italia.it) e che di soldi ne è costato (ved. qui per opera della sottosegretario al turismo Barracciu che per la prima volta a livello istituzionale ... ).


Una domanda.
Ce li scambiamo?




E' forse meglio buttare il bambino e tenerci l'acqua sporca?

Ce n'è per l'asino e per chi lo mena sul fatto che ... se debba chiudere o meno l'Agenzia Nazionale del Turismo (Enit).

Carlo Cottarelli, lo "sforbiciatore" della Spending Review renziana, ne ha inserito la sopressione (ved. qui alla slide numero 21) e subito dopo, da più parti s'alza la richiesta che questo non avvenga.

Bernabò Bocca, il presidente di Federalberghi sostiene che sia sbagliato soppremire l'ente e così pure Mario Buscema, presidente dell'associazione Federcongressi&eventi, Renzo Iorio che di Federturismo ne è anche lui il presidente, dice la medesima cosa.
E giù una sfilza di altri nominativi importanti che vorrebbero mantenere l'Agenzia così com'è.

Ma proprio così neanche troppo, poiché tutti i sopraddetti e anche quelli che non vi appaiono, "lamentano" il fatto che l'Enit abbia bisogno di una ristrutturazione.
Beh, ma allora?

E' da mo che si sente che quell'ente vada riorganizzato e di tre anni in tre anni, tanto è la durata dei presidenti e dei Direttori Generali che c'hanno inutilmente provato, la situazione non è cambiata quasi per niente.
Le paroline sono una cosa i fattacci un'altra (ved. dati della Banca d'Italia).

Infatti i dati che si evincono sulle presenze, sui pernottamenti e sulla spesa dei turisti stranieri nel Bel Paese, a differenza di quelli dei nostri competitors, sono disarmanti anno per anno.
Quindi?
Perché mantenere un ente che non produce come dovrebbe e potrebbe?
Forse che la colpa sia delle Regioni che per via del Titolo V manovrano autonomamente una valanga di soldi per promozionarsi da sole e che quelli di spettanza all'Enit sia appena sufficienti per pagare stipendi e locazioni all'estero?

Beh, in questo caso ricordo ai gentili signori elencati di sopra che solo qualche anno fa l'Enit veniva annualmente "omaggiato" di circa 50 milioni di euro dal Governo (che poi siamo noi)a differenza degli attuali 18, ma le cose anche allora non andavano nel verso giusto.
Che si siano scordati?

Chiaro è che l'avvento di direzioni generali non troppo "felici" ha permesso che altre nazioni ci sopravanzassero negli "income", e questo nonostante i dati dell'Untwo (Organizzazione Mondiale del Turismo) affermino che sempre di più nel globo la gente se ne va in vacanza o faccia dei viaggi per altri motivi.

Ma se quelle direzioni generali non troppo "felici" e senza un buon rapporto con le Regioni, hanno prodotto più presenze turistiche della nuova "gestione", che a loro dire con le stesse vanno d'amore e d'accordo, beh; allora pare abbastanza evidente che qualcosa non va.
O no?

Il direttore generale dell'Enit, Andrea Babbi, sostiene con il solito sorriso (anch'io sorriderei sempre se percepissi il suo stipendio senza produrre granché risultati) che abolire del tutto l’Enit si rischia di buttare il bambino con l’acqua sporca, soprattutto in un momento in cui si è riusciti a veicolare e unificare le forze di tutte le regioni su progetti promozionali unici.

Eh no, l'acqua sporca la buttiamo ma il bambino ce lo teniamo rivestendolo però con abiti più idonei al caso.

Quindi e pertanto: abolizione del Titolo V (atroce utopia) e rifondazione dell'Enit, ossia far fuori tutta la dirigenza in un colpo solo, per poi rifondare ex-novo un'agenzia del turismo sotto forma di spa (altra atroce utopia).
 Ma non succederà mai.

Il motivo?
Non lo posso scrivere ma unicamente dire a voce senza registratori e nemmeno presenti.









mercoledì 26 marzo 2014

L'Enit e la pecorina

Andrea Babbi, il direttore dell'Agenzia Nazionale per il turismo (Enit), dichiara che ogni euro del loro lavoro preziosissimo, produce 1.800 euro di fatturato e che oggi il turismo fattura 33 miliardi di euro di valuta estera verso il nostro Paese.

Pertanto il conto è bello che fatto.
Infatti, dato che il contributo dato dal Governo all'Enit è di 18 milioni di euro, è sufficiente dividere i 33 miliardi di fatturato per quei 18 milioni di euro in dotazione all'ente, ed ecco che il totale è appunto 1.800 circa.

Quindi alle Regioni non rimane nessun merito con tutte quelle palanche che spendono autonomamente per pubblicizzarsi e ... ma non voleva andarci d'accordo ... e l'intende fare così?
Ma chi glieli scrive o suggerisce questi discorsi ... oppure se li prepara da solo?

Come a dire che se non ci fosse lui ... picche, in Italia non ci viene nessuno.
Mah, se lo dice lui.

Pertanto se le Regioni non servono (e sono anche più che d'accordo) togliete 'sto cavolo di Titolo V e non se ne parla più.

Ma poi, non aveva dichiarato  a più riprese che il nostro Paese è la meta più ambita degli stranieri?
O forse l'intende che senza il suo avvento, all'estero, non sapevano nemmeno che l'Italia esistesse già da un bel pezzo?

Ho capito, danno i numeri ... a caso.






martedì 25 marzo 2014

A "belin" de can? ... traduzione dal genovese ... fatto male o alla carlona?

Mettiamo il caso che tu, sì proprio tu che mi stai leggendo, sei putacaso il proprietario di una qualsiasi attività commerciale e che per ipotesi tu voglia pubblicizzare la tua azienda, il tuo commercio o il tuo che più t'aggrada, e che per l'occasione ti rechi in uno studio che fa 'ste cose.

O poniamo che te le fai da solo ... a volte basta un po d'inventiva ed il gioco è fatto, anche se il risultato non è certo lo stesso che mettersi in mano a dei professionisti (quelli veri però) ... vabbeh, ognuno a casa sua fa quello che vuole.

E chissà quante centinaia di migliaia (a gogò) di persone hanno fatto 'sta cosa, vero?
D'altronde è la pubblicità di cui tutti ben ne conosciamo l'utilità.

Ora per un attimo pensiamo a quanta gente di quelle centinaia di migliaia (sempre a gogò) è mai venuto in mente di spendere delle palanche per fare ciò (come sopraddetto, i professionisti, la tipografia, gli attacchini e bla bla bla), e poi per far vedere all'altra gente che tu esisti, ecco che ti metti a tappezzare l'interno del proprio commercio.
Chessò, l'ufficio personale oppure l'interno del negozio etc. etc. con delle locandine, dei manifesti 6 metri per 3.
Mentre fuori di quello ... nisba.

Ma mi dici a che mazza fionda, frusta e pure balestra selvaggia serve?

Bene, a Genova si fa questo ... e non solo.
... hanno prodotto un Logo (dicono al costo di 60.000 euro per tutto l'ambaradan) dopo un concorso durato un anno e con alcune cosette che (ved. qui) ... e poi che cosa fanno?
Lo pubblicizzano "solo" in questa città.

E se ti aspetti che qualche consigliere comunale dell'opposizione (giusto per capire e mica per altro, neh) ponga il problema alla giunta che qui amministra per aver poi una risposta esauriente in tempi brevi (secoli?) ... campa cavallo.

Che sia giunto il momento di FARE e lasciare ai signori il DIRE, LETTERA E TESTAMENTO ... per il BACIARE ci devo pensare anche perché se l'è una bella donna donna, meglio tenercelo, va.
Si sa mai.





lunedì 24 marzo 2014

E come al solito ... manco un piccolo grazie (imho).

La nuova campagna promozionale dell'Enit, quella che ho già avuto modo di definire qui, l'hanno chiamata "Made in Italy" che guarda caso ... ma prima due paroline sulla casualità.

Chi di mestiere fa il falegname e molto sovente martella sui chiodi, è molto facile che prima o poi s'acciacchi qualche dito distrattamente.
E così pure in qualsiasi cosa faccia l'essere umano e anche quelli no.
Può capitare che a chi fa di conto si lasci scappare l'errore in qualche totale, e questo anche con l'ausilio degli ultimissimi ritrovati e accessori per far sì che questo non avvenga, col solo inserire distrattamente una virgola quando questa non ci va, lasciando poco spazio alla casualità e alle coincidenze, all'imprevisto e alle circostanze fortuite
Infatti quasi nulla avviene per caso se non proprio per niente.

Dicevo che il nome della campagna promozionale dell'Enit, Made in Italy, appare per la prima volta nel loro sito il 14 marzo 2014 (ved. qui), come non apparve nemmeno nel capitolato di gara (ved. qui).
Prima di allora non se ne sapeva praticamente niente, almeno per quanto riguarda il nome per quanto ne so.

Mentre qualche tempo prima (ved. immagine a lato) proprio su queste pagine qua, il 21 gennaio 2014 (quindi 52 giorni prima) descrivemmo il logo del Padiglione Italia dell'Expo 2015 definito "Orgoglio Italia" che ci apparve più come uno slogan fascista sullo stile "tradizione italica" e alla moda dei testi delle sigle dei cartoni animati dei robot anni 80.
Aggiungendo tra l'altro che sarebbe stato più semplice e anche più piacevole nonché mirato chiamarlo "Made in Italy".
Toh, proprio come la recente campagna pubblicitaria dell'Enit.

Ora, so bene che queste pagine le leggono anche perché è l'unico blog che descrive le loro .... , e che nei circa 1.800 (milleottocento) post, se non tutti, moltissimi li riguardano.
Ne fanno mai tante che non ci manca mai del materiale da poter poi raccontare.

Ma almeno un "grazie" in queste circostanze avrebbero anche potuto mandarcelo, no?
Andrea Babbi, Pomilio Blumm o la Mikaela Bandini?
Ma campa cavallo ...

E se soltanto avessero seguito anche l'altro nostro suggerimento in base al video che dovevano fare nonché al claim ... forse sarebbe andato anche meglio di come ... (ved. qui).

Comunque il mio suggerimento lo aggiungo ancora una volta di seguito e chissà se prima o poi non ... pure quello.





... e basta scopiazzare sul blog (sarà anche questo un caso, una coincidenza, un caso fortuito etc?) senza mai ringraziare chi ...
Su dai!






domenica 23 marzo 2014

Fantastici link sull'impatto economico mondiale del turismo (2014) e l'immigrazione/emigrazione ... di tutti i Paesi del mondo


Cliccare sull'immagine per il link










sabato 22 marzo 2014

Soppressione dell'Enit e si rincomincia daccapo

Quando giovedì scorso (20 marzo 2014) il miglior web amico che ho, Frap1964 (ma sono abbastanza fortunato in queste cose e non me mancano altri), uomo di certosina e grande saggezza, educazione e mai, ripeto mai, autore di una sola parola (pardon, scritta) buttata al vento, mi ha inviato un messaggio privato sulle anticipazioni dei tagli alla spesa pubblica, la mia primissima esclamazione fu czz ... per dirla alla maniera del codice fiscale.


Slide 24 (ved. qui)

Soppressione del CNEL (della cui inutilità si può leggere qui), altre cosette ma soprattutto; abolizione, annullamento, eliminazione, cancellazione, liquidazione, revoca, cessazione dell'Enit.
Ullallà!

Ma che senso o logica ha chiudere quell'ente se contemporaneamente si vuole cambiare il Titolo V,  ossia quella sciagurata idea che venne a qualche (censura) non tantissimi anni fa e che demandava alle Regioni anche la responsabilità di questo settore (Turismo), permettendo così di spendere e spandere un quantitativo industriale di palanche per marketizzarsi da sole in Italia e all'estero e, con dei risultati ... beh; lo sapete.
Anche perché se le due cose vanno in porto, chi cippa farà la pubblicità a questo malandato Paese?

Il primo pensiero, subito suffragato dal sempre presente Frap1964 (e meno male) è stato; "Ma vuoi vedere che la logica potrebbe essere quella di far fuori tutta la dirigenza e il personale in un colpo solo, per poi rifondare ex-novo un'agenzia del turismo sotto forma di spa?".
E i dipendenti?
Vedere alla Slide 61.

Certo che le gestioni (presidenti e direttori  generali) che si sono susseguite e che hanno portato quell'ente al punto d'essere soppresso, mah; non dev'essere per "essi" un gran bel vanto ... e chissà se si andranno a nascondere?

Ma di certo, se interpellati, daranno la colpa ai predecessori o a quelli che sono arrivati dopo ... ci vogliamo scommettere?










venerdì 21 marzo 2014

Gli obiettivi dell'Enit e di chi ci crede.

Non appartengo di certo a quella razza che gode delle disgrazie altrui per il motivo che mi piace da matti aver avuto ragione a qualsiasi costo, eh no; queste str ... anezze le lascio agli imbecilli che vengono partoriti in una sequenza a mo di topi.
Quindi perché andare ad aumentarne la quantità?

Pertanto se la nuova campagna promozionale dell'Enit (Made in Italy) dovesse raggiungere gli ambiti traguardi da loro prefissati laddove è stata rivolta ... buona sorte e così sia.

Ah proposito, quali dati hanno preventivato o se preferite, quali numeri d'incremento delle presenze, della spesa e del pernottamento degli stranieri nel Bel Paese per l'anno in corso?
Solitamente negli altri Paesi si esaminano quegli obiettivi numerici da raggiungere, mentre qui ... nisba.
Tanto bel bla bla bla e tira a campà.
Almeno io non li ho visti.

Però i numeri li danno!

Nel senso che ... parole del DG dell'Enit, Andrea Babbi: "Nel 2013 i turisti stranieri hanno speso in Italia quasi 33 miliardi di euro. Un dato in crescita costante negli ultimi anni, e del 14,3% rispetto al 2009, che ha portato la bilancia commerciale del settore in attivo per 12,8 miliardi. Se albergatori e stabilimenti balneari soffrono, dunque, è perché sono gli italiani a non viaggiare più". 

E detto ben guardandosi dal dichiarare i "suoi" di dati, le "sue" presenze, la "sua" spesa e i "suoi" pernottamenti, ossia quelli che è riuscito a produrre "lui" durante il suo impegno (?) da quando è alla direzione di quell'ente.

Infatti adesso comincia a darli quinquennali e ... almeno fossero giusti!
... e: "La campagna di Enit, finanziata con 4,7 milioni ereditati dal bilancio 2011-2012, si rivolgerà quindi a otto Paesi del Vecchio Continente. Germania, Francia, Regno Unito e Austria, il bacino più classico dei flussi verso l’Italia. Ma anche la Scandinavia, la cui spesa turistica nello Stivale è salita di oltre l’11% dal 2009 ad oggi. E la Russia, che cresce in media del 20% l’anno, per un totale del 113% negli ultimi cinque. Testando infine l’appeal della nostra terra anche su economie emergenti, come Polonia e Repubblica Ceca".

Campagna promozionale di cui ne ho già descritto (ved. qui) l'inconsistenza.

Beh, a parte il fatto che se la media degli ultimi quattro anni è il 21,1% (dal 2009 al 2013) per quanto riguarda la Russia,  nell'ultimo anno (periodo del suo mandato) la Russia è cresciuta solo dell'11,4%, dimezzandola così in una botta sola.


Complimentoni, non c'è che dire, neh.

Portandomi di conseguenza a pensare che il predecessore fosse addirittura meglio.
Quel Paolo Rubini che su queste pagine c'era un giorno sì e l'altro pure e non certo per i suoi grandi meriti (opinione personale ma non credo essere la sola) nello svolgimento di quel gravoso impegno.
Quindi, stando ai dati della Banca d'Italia ... di male in peggio.

Comunque sia, qui di seguito le percentuali in merito ai pernottamenti dei turisti stranieri in Italia degli ultimi anni, dove si evidenzia la presenza del segno "meno" proprio nell'ultimo.

... staremo a vedere, augurandomi di aver quel torto che finora non abbiamo però mai avuto.







giovedì 20 marzo 2014

Alla Fiera dell'est, per due soldi, il nuovo Logo di Genova ...

Quando pochi giorni fa vidi il nuovo logo di Firenze, al "miserrimo" costo di 15.000 euro, d'acchito mi venne da pensare che fosse banale per non usare delle diverse terminologie non troppo ortodosse.

Ma siccome al peggio non c'è mai fine, ecco che Genova non resta di certo indietro e in dodici mesi partorisce 'sto obrobrio qua, che oltretutto rispecchiando la famosa nomea della parsimoniosità che veleggia su queste parti qua, di euro ne spende ben sessantamila (60.000), centoventi milioni delle vecchie e amate lirette.
Un momento però.

Il logo della città di Genova, che è stato presentato ieri, è firmato da due savonesi, Anna Giudice e Valeria Morando ed è frutto di un lungo percorso di confronto, durato circa un anno, che va sotto il progetto europeo Citylogo.
Non solo il capoluogo ligure, ma anche molte altre città, quali Oslo, Varsavia, Vilnius, Saragoza, Cohimbra, Utrecht, Dundee, Alba Iulia e Aarus, hanno preso parte al percorso nato in seno all’Unione Europea: sessantamila euro per un logo che, in tempi di difficoltà e di crisi, consentisse di rilanciare le diverse identità urbane e di farle conoscere per attirare turisti e visitatori, di fatto creando ricchezza.
Le condizioni dell’Europa, però, erano molto chiare: al logo si sarebbe dovuti arrivare con la partecipazione dei cittadini.

Il prodotto finale, insomma, avrebbe dovuto essere un’espressione sintetica dell’identità collettiva.
Di progetti poi ne sono arrivati 375 ... ed è mai possibile che nessuno di questi fosse migliore del sopra citato?

La Commissione per la valutazione delle proposte relative al CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE PER LA REALIZZAZIONE DEL LOGO/MARCHIO PER LA COMUNICAZIONE E LA PROMOZIONE DELLA CITTA’ DI GENOVA composta da Cesare Torre, Direttore della Direzione Comunicazione e Promozione della Città - Gianluca Saba, Funzionario Responsabile dell’Ufficio Relazioni Internazionali e Cooperazione Internazionale della Direzione Comunicazione e Promozione della Città - Giuseppe Lamarca, Consigliere dell’Associazione Tecnici Pubblicitari 
Professionisti - Sinead Mullins, Responsabile della Comunicazione della rete di città Eurocities - Andrea Rauch, designer - Mario Piazza, designer- Direttore della rivista “Abitare” e Docente presso il Politecnico di Milano - ha valutato le proposte pervenute e ha approvato, sulla base dei criteri inseriti nel bando (Art. 8), la sotto riportata graduatoria degli elaborati che hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a 51/100 ... e la valutazione con i rispettivi punteggi si possono vedere qui.

Ora c'è da dire che non è ch'io sia un genio e nemmeno molto di meno in 'ste cosette qua, ma qualche logo l'ho fatto fare nonché esaminato e poi deciso durante il mio lavoro, e poi è una di quelle cose che mi piacciono un sacco perché sono convinto che un bel logo ... t'aiuta tutta la vita.

Ma non appena notato il nome del designer Andrea Rauch, di cui ne riconosco le indubbie qualità nel settore, mi si sono raddrizzate le antenne ... però.

Ma vuoi vedere che è lo stesso che ha realizzato nel 1995 il simbolo dell'Ulivo, nel 2001 quello della Margherita e credo anche un (presunto "doppione"?) dell'arcobaleno ... vedi qui?

A questi punti non resta che andare a vedere chi sono le vincitrici e ... porcaccia miseriaccia accia accia ... l'Anna Giudice è stata candidata (è la stessa?) nel 2006 alla Camera nelle liste del PRC (Partito della Rifondazione Comunista).
Mentre anche la socia, Valeria Morando, pare non disdegni le stese preferenze politiche.

Ora questo non vuol dire niente (forse), per carità, ma ... Andreotti Andreotti, mannaggia a te (riposa in pace) con i tuoi sagaci detti.

P. S.: Ricordo all'assessore del turismo di questa città, Carla Sibilla, che questo logo non riprende minimamente i colori della Superba ma più che altro quelli della bandiera Svizzera, anche perché lo sfondo è bianco con la croce di San Giorgio di color rosso e non viceversa.

Beh, a questi punti, considerato quel logo e il modo che abbiamo di accogliere i visitatori in questa città, tanto valeva farne uno così (ved. a lato) ... magari il mondo avrebbe sorriso e sarebbe venuto a trovarci per vedere di nascosto l'effetto che fa.






... poi, il giorno, il buon Diego Pistacchi su Il Giornale (vi immagine sotto)







mercoledì 19 marzo 2014

Made in Italy: Tutta la verità, nient'altro che la verità: lo giuro!

Ne ho lette tante e ancor di più ne ho sentite di str ... anezze da parte dei presunti saggi del turismo che s'aggirano sul web sulla nuova e innovativa (per modo di dire) campagna di comunicazione Made in Italy che quelli dell'Enit rivolgeranno a otto Paesi del Vecchio Continente: Germania, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Francia, Scandinavia, Regno Unito e Russia.
Ma solo una persona (Frap1964) sul suo blog ha scritto completamente la verità ... e non lavora nel turismo.

... Racconta il passaparola del web che, di fronte a tanta arguzia e innovazione moltiplicata per tre nel riproporre gli spot, Luciano Ardoino del blog tuttosbagliatotuttodarifare, decise di scrivere in chat (e non solo) al neo-direttore generale di ENIT Andrea Babbi, nominato non senza polemiche da circa sei mesi, definendo la “nuova” gara con un diplomatico ma sottile giro di parole
… tecnicamente, cioè in termini di comunicazione turistica… una gran fesseria.
Successivamente, pare, gli consigliò di rivolgere piuttosto la sua attenzione a chi, in quel periodo, si era già affermata come interessante novità nel panorama del marketing turistico in ambito regionale: Mikaela Bandini di Can’t forget.it .
D’altra parte Andrea Babbi l’aveva già potuta intravedere sul palco del BTO 2012, nel  presentare l’originale video musicale friulano “Paisan“.
Come fu, come non fu… non si sa bene… ma sta di fatto che di lì ad una ventina di giorni ...

... il resto qui.





martedì 18 marzo 2014

E meno male che all'Enit sono rapidi nel trovare le soluzioni migliori

22 ottobre 2012
È contrario alla riforma del Titolo V della Costituzione, che riporterebbe il turismo sotto l’egida dello Stato, il presidente dell’Enit Pier Luigi Celli: “Ci sono cose più urgenti da fare che non discutere di assetti istituzionali, perderemmo solo tempo quando invece la priorità è operare”.






28 maggio 2013
"Ed è chiaro che non serve cambiare il Titolo V della Costituzione per lavorare insieme, Stato e Regioni": così Andrea Babbi, da cinque mesi direttore generale dell’Enit.

Passa il tempo e ...




17 marzo 2014
Celli: per un anno senza interlocutori al governo. Serve riforma Titolo V.
L'Enit non ha strumenti impositivi. Servirebbe almeno una responsabilità concorrente in materia di turismo" (che nel Titolo V della Costituzione è di competenza esclusiva delle Regioni). 
Poi servirebbero 20-30 giovani da far lavorare per il portale Italia.it: "noi non abbiamo i fondi per farlo ma un Paese che non ha un portale turistico efficiente è handicappato".  
   
Ma va?

"Infine, per ritornare ad essere ai vertici delle classifiche mondiali bisognerebbe lavorare sulle infrastrutture, a partire dagli aeroporti, sulla qualità degli hotel, e persino sulla pulizia delle città".

Heilà, Mister Pier Luigi Celli, che fa? Si legge 'sto blog qua?

Comunque sia, se ci legge o meno (bontà sua), abbiamo perso un anno e un tocco (18 mesi in tutto) per non aver capito che andare d'accordo con le Regioni è praticamente impossibile se le palanche le hanno queste e se pensi che te ne diano un po.

Leggerci prima, no?

P. S.: Sì, è anche vero che entrambi non possono farci granché per cambiare la Costituzione, ma magari evitare di dire delle ... e cercare di spingere la cosa, beh; forse aiuta di più.


Questione di marketing?







lunedì 17 marzo 2014

La mia opinione, che non conta niente, sul video Piazze d'Italia ... ma che è sincera.

I detti degli antichi non sbagliano mai, fateci caso, e mai come oggi m'appare più che premonitore ed esatto quello che faceva un po così: "Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei", che tradotto ai tempi nostri suona ... dimmi di chi ti circondi e a chi dai retta, che s'è già bello capito che cosa combinerai.

Ma prima di questo prefazio che poi ritornerà d'attualità, vorrei spiegare il perché il tanto decantato video Piazze d'Italia presentato pochi giorni fa e che tanto successo ha riscontrato nel web, a me non piace per nulla.


E sono talmente tante le cose che non m'aggradano che non so nemmeno da che parte incominciare.
Comunque, proviamo da qui:

a) Fuga, la colonna sonora, a parte il nome che non risulta essere un gran bel presagio (Fuga da chi? ... dall'Italia?), e la tromba che oltretutto non nasce in Italia ma uno strumento molto simile fu rinvenuto in Egitto nell'antichità, ma (imho), non me ne vogliano gli amanti del jazz, quanti sono in percentuale coloro che amano il jazz nel mondo?

b) La fissa del tilt-shift dove tutte le cose si muovono velocemente suppongo abbia leggermente stancato.
Qualche video va bene ma dopo un po' non è più una novità, o no?

c) L'idea del trombettista ripreso a Ravello, sarebbe anche ottima (anche se avrei preferito un sassofono ... sì, lo so che questo strumento nasce in Francia ma con la colonna sonora giusta, piace a tanti da matti), ma il montaggio, i punti di ripresa per non parlare del claim del tutto ... imho!

d) Non ha "anima", non ha un racconto mentre il susseguirsi di immagini mozzafiato del Bel Paese è una cosa trita e ritrita già da un bel po.

Quindi dov'è questa grande innovazione (tre volte) presentata la prima volta al BTO dal DG dell'Enit?

"Il patrimonio artistico più ricco del mondo, il calore del Mediterraneo, meravigliosi paesaggi, straordinari sapori e grandi eventi per Expo 2015: vivi una vacanza irripetibile. In Italia c'è molto di più".

Cioè, siamo fermi a "Italia much more" di Matteo Marzotto della decade scorsa?
Sono mancati solo pizza, spaghetti e mandolino per fare l'en-plein.

E torno al detto degli antichi menzionati nel prefazio del post.

Dicevo appunto che nel web questo video sta spopolando, o almeno i commenti favorevoli vanno per la maggiore, e a dire il vero di negativi ... ben pochi.

Dove puoi trovare anche chi se ne fa in parte artefice ... bontà loro (#cretevelo) ma non è per niente così!

E qualcosa più di loro ne so (@statenecerti), anche perché .. (fatti miei) .. mentre il video doveva essere fatto così (ved. immagini sotto) e che, se realizzato, avrebbe veramente descritto l'Italia intera, ma questa volta con una trama, un racconto e quel non so che ti fa arrivare in fondo e magari non vedere l'ora ...



... e di esempi simili se ne possono trovare a iosa e a ripetizione ... basta chiedere.

Il problema è che adesso gli ideatori si riterranno contenti e soddisfatti, mettendo magari in cantiere dell'altri video sulla fattispecie col solo risultato che rimarremo perennemente al palo, mentre le altre nazioni a noi concorrenti in questo settore ... (per un piccolo esempio ved. qui).

E chissà il perché di tutta questa gaudenza da parte dei commentatori?
Forse che molti oppure pochi di loro (propendo per i molti) siano i medesimi che acciaccano decine e decine di "mi piace" anche quando "qualcuno di questa gente così importante" scrive che gli piace la pasta e fagioli?
Succede, succede anche di questo ... se non di peggio.

Mentre adesso bisogna solo vedere se all'estero la pensano nella loro stessa maniera in merito a questo video e se ciò porterà più turisti in Italia  ... beh; vedremo un altr'anno, dopodichè ascolteremo che la colpa non è la loro ma chissà di chi.

Viva l'Italia, viva gli italiani ... ma solo quelli "sinceri" e chi non si circonda di ... ma qui è meglio tacere.


P. S.: Per chi vuole capire: "Sia con gli amici che con i nemici preferisco sempre essere 'vero'".  Di "finti" ce ne sono già troppi.






domenica 16 marzo 2014

2013: tutti i dati del turismo estero in Italia e percentuali annuali del decremento o dell'incremento

Dati della Banca d'Italia

(In colore rosso e in percentuale, alla fine di ogni immagine, l'incremento o il decremento nei confronti dell'anno precedente)








venerdì 14 marzo 2014

Federalberghi: non è mai troppo tardi

Più li leggo e più rimango di sasso e a questo punto sono quasi certo che prima o poi scopriranno anche l'America al di là delle Colonne d'Ercole.

E poco importa se un tal Cristoforo Colombo lo fece qualche secolo prima.
Comunque sia, la recente storia letta è questa qua:

Federalberghi e la rete nazionale degli istituti alberghieri hanno sottoscritto un protocollo per realizzare forme di alternanza scuola-lavoro e favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. 

L’iniziativa, che fa seguito all’accordo quadro che Federalberghi ha sottoscritto con il ministero dell’Istruzione, vuole ridurre le distanze tra mondo del lavoro e sistema dell’istruzione attraverso l’orientamento degli studenti e la realizzazione di stage presso le strutture alberghiere.

Peccato che l'Hilyon di Addis Abeba, sì quello in Etiopia che in quanto a turismo non dovrebbe essere alla nostra ... chiamiamola preparazione o pragrammazione va, dicono la facciano dal 1969, mentre nell'IHMC (Imperial Hotel Management College) in Canada, pare che la faccenda sia seguita già dal '53.
A questi punti meglio non elencare l'EHL di Losanna anche perché la più vecchia e migliore scuola alberghiera del mondo è nata nel 1893 e quindi non vorrei andare troppo indietro nel tempo ... ma nel mondo ce ne sono in maniera sfacciata che già lo fanno dai tempi della Berta, sì, proprio quella che filava la lana.

Ma anche in Italia si seguono da svariate decadi queste procedure per migliorare l'apprendistato di chi poi vorrà "occuparsi" in questo settore che oltretutto sono agevolate dalle istituzioni.

Le motivazioni sono tante e personalmente le giudico più che giuste, ma giudicherei addirittura perfetto che i migliori rappresentanti dell'Hotellerie facessero anche presenza a qualche lezione didattica presso le stesse scuole alberghiere.
Però pare che prima di arrivare a questa "genialata" (per modo di dire, neh!) si dovrà necessariamente e antecedentemente scoprire non solo l'America ma anche l'uovo di Colombo.

Mah ... ci sarà qualche anima buona che riesce a spiegarmi il perché il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, abbia fatto questa dichiarazione nel 2014?






giovedì 13 marzo 2014

La maratona di New York partirà da Rapallo ... ?

Beh, può apparire strano ma ... la storia comincia così ...

... s'era ad agosto dell'anno scorso (2013) e uno leggendo la vita di Guglielmo Marconi scopre che nel '36 il medesimo effettuò il primo contatto wireless del mondo e quindi lui si studia di poter realizzare l'accensione simultanea degli alberi di Natale tra New York e appunto Rapallo (ved. qui) ... quindi la proposta, tramite il nostro assessore al turismo regionale, Angelo Berlangieri, arriva a New York ma ... passano i mesi.

La cosa mi sta tremendamente a cuore (mannaggia a me che non vorrei essere così e magari riuscire a fregarmene un po'), ma non informato sul proseguimento della richiesta (in Italia s'usa così) decido allora di scrivere direttamente all'Ambasciata e al Consolato di quella gran bella parte del mondo (l'adoro davvero) ... d'altronde ho sempre avuto un buon rapporto nei miei precedenti all'estero con quelle istituzioni e quindi perché non tentare ... e perché no?

Alle mie insistenze un po' da tutte le parti, dal Consolato arriva immediatamente la cortese risposta dove mi viene elencato che Tishman Speyer, che e’ l’attuale proprietario di tutti gli immobili e del Rockefeller Plaza, ha confermato che non c’e’ la possibilita’ per alcun soggetto privato o istituzionale di poter in alcun modo essere partecipe o sponsor dell’evento, tra l’altro trasmesso in diretta per circa due ore dal canale nazionale NBC e che comprende uno show in prima serata a cui partecipano numerossissimi personaggi dello spettacolo.

Ari mannaggia, già l'immaginavo ma ... non si sa mai.
Infatti in quella meravigliosa città c'ho lavorato per circa tre anni e ... ma vediamo il seguito della risposta.
Mi comunicano inoltre che l’ufficio ENIT di New York (grazie a Eugenio Magnani che è il GM dell'America del Nord) e’ comunque impegnato a trovare eventuali soluzioni alternative (bene; la cosa probabilmente gli è piaciuta), tra cui la possibilita’ di installazione e accensione dell’illuminazione tricolore sulla facciata del Consolato Generale d’Italia a New York, ubicato sulla prestigiosa Park Avenue, in occasione del 2 Giugno, Festa della Repubblica, per la durata di una settimana.
Altre possibili proposte, al momento al vaglio e in attesa di verifica, potrebbero inoltre riguardare l’accensione del Brooklyn Bridge in collaborazione con il Presidente del Borough di Broooklyn e l’accensione dell’Empire State Building.

E che inoltre, una volta ricevute le eventuali proposte con relative costi, si provvedera’ all’invio delle stesse, unitamente alla possibili attivita’ promozionali collaterali che potrebbero prevedere, come per il Consolato, anche un incontro rivolto a Tour Operators, Agenti di Viaggio e stampa di settore per presentare Rapallo, il Golfo del Tigullio e la Liguria in genere, presso l’ufficio ENIT di New York.

Quindi "palanche" da spendere a gogò.

Eh no, per la miseria, maremma maiala e pure valdostana (per modo di dire, neh!), qui siamo in Liguria e di "palanche" di 'sti tempi non ce n'è.
Non ce n'erano prima e figurati adesso che le cose non vanno per il meglio nel Bel Paese.
E non si dica che siamo spilorci perché non è vero ... parsimoniosi sì, ma spilorci no ... ma dai.

E poi a G. Marconi non avrebbe fatto di certo piacere l'accendere "solo" le luci del Ponte di Brooklyn, l'Empire State Building o la facciata del Consolato con i colori tricolori ... ... si sono cose piacevolissime, per carità, ma vuoi mettere l'albero di Natale di Rockfeller Place e le due ore di diretta con le massime personalità statunitensi ... nonché quanto ritorno d'immagine avrebbero dato alla questione da queste parti?
Eh già, Guglielmo Marconi ha mica ideato una cosa di poco conto e glielo vogliamo dare un'adeguato riconoscimento alla sua invenzione?

E allora di botto parte la contromossa che fa un po così e che tenevo, previdente, in saccoccia e scrivo:
"Pertanto, se m’è consentito, proporrei un’alternativa da porre alle istituzioni di NY a dispetto di quelle da Voi gentilmente elencate, e vale a dire che il push su di un qualsiasi pulsante e in simultanea, avvenga per la partenza della maratona di NY con quella del Golfo del Tigullio, che in questo caso, in Italia, avverrebbe in notturna risultando così la prima al mondo in quel dato orario (vabbeh, non è vero ma se non lo sanno la cosa è d'effetto), magari con l'arrivo a Genova (come chilometri ci siamo) nonché a costo zero (pardon, sono genovese) con gli ovvi auguri video tra il sindaco di NY, Bill De Blasio e la figlia di G. Marconi, Principessa Elettra Maria."
Che poi ci siano delle attività promozionali collaterali che potrebbero prevedere, come per il Consolato, anche un incontro rivolto a Tour Operators, Agenti di Viaggio e stampa di settore per presentare Rapallo, il Golfo del Tigullio e la Liguria in genere, presso l'ufficio ENIT di New York ... ben vengano e così sia.

Così magari ci si guadagna pure (intendo la Regione con la pubblicità e gli sponsors) che male di certo non fa, oppure darci ancor più maggior tanto assai molto etc., risalto.

Chi mi da una mano a realizzare 'sta cosa e a darci il giusto rilievo sul web?

P. S.: Angelo Berlangieri, l'assessore alla Cultura e al Turismo di questa Regione, appena avvisato della nuova proposta (era Cc nelle mail tra il Consolato e me), è già partito in quarta ... manca la quinta, la sesta, la settima e pure l'ottava con la ridotta; quattro ruote motrici sono sempre meglio di due nei percorsi "sconnessi" ...  e più siamo, meglio è.







mercoledì 12 marzo 2014

L'importanza dei suggerimenti nel turismo (Italia e Francia a confronto)

La Francia è la prima nazione al mondo per arrivi e presenze turistiche e ... ma lo vediamo dopo, prima ...

... se sto facendo qualcosa che non va e arriva qualcuno che, addirittura pagando, mi omaggia di qualche consiglio per rimediare al mio errore, beh; come minimo al suo passaggio gli srotolo un tappeto rosso o di qualsiasi altro colore di sua preferenza.

Nessuna allusione a TripAdvisor per carità, che ben sappiamo che molte di quelle recensioni favorevoli e non, o lamentele più che altro dettate per posizionarsi meglio nel web, vengono ideate a danno di chi magari lavora anche meglio.

Però il "suggerimento" serio, sia esso positivo che negativo, è una fonte esagerata di miglioramento per raggiungere la qualità.
Ma non in Italia!

Però in Francia sì! ... e già dal 2008

Infatti, Il principale strumento di osservazione del turismo delle persone residenti in Francia è lo SDT (Suivi de la Demande Touristique), ovvero la frequenza della domanda turistica, mentre il flusso dei turisti stranieri è rilevato tramite EVE (Enquête des visiteurs de l’étranger), ovvero l’inchiesta sui visitatori dall’estero.

Questi due strumenti d’inchiesta, con le necessarie misure di rinnovamento.
Entrambi gli strumenti, SDT e EVE, sono strumenti di rilevazione dati per così dire continui; è quindi comprensibile il grande sforzo per il loro mantenimento, tenendo anche conto che si compongono di più di 20.000 domande mensili per l’SDT e più di 10.000 per EVE.
Nello specifico l’SDT è costituito da un panel di 20.000 individui interrogati mensilmente sulle loro pratiche turistiche e sulla loro mobilità.
Due sotto-inchieste di questo panel forniscono una informazione più completa sul consumo turistico: una parte per le “spese in Francia” e l’altra per le “spese all’estero”.
Inoltre, una inchiesta mensile su andate e ritorno giornaliere permettono d’ottenere delle importanti informazioni sui comportamenti e le pratiche dei turisti escursionisti.
Questa comporta mensilmente l’interrogazione di oltre 30.000 individui e il trattamento statistico di circa 20.000 risposte.
Numeri da fantascienza per noi.
L’inchiesta francese poi si avvale dello schedario delle strutture alberghiere: la scheda è stata formulata raccogliendo i dati in possesso delle prefetture, dei partner regionali e dei dipartimenti, in particolare per il campo della struttura delle catene alberghiere.
Viene utilizzata come base del sondaggio e permette di valutare in ogni momento lo stato del numero di alberghi, particolarmente utile a inizio anno.

Fondamentale è la verifica della forza lavoro impiegata nel settore del turismo e più in generale la misurazione del peso economico di questo settore così strategico.
L’importanza dell’acquisizione e dello sfruttamento di queste informazioni, in particolare a livello locale, meritano uno sviluppo approfondito e infatti lo fanno.

La conoscenza della stagionalità dei flussi turistici consente una programmazione dell’offerta e del fabbisogno della manodopera.
I soggetti economici locali, attraverso gli Osservatori Regionali del Turismo (ORT), hanno sottolineato la necessità di costituire un centro di raccolta dati, fondamentale per imprimere omogeneità e comparabilità dei dati tra una regione e l’altra.

E non contenti i transalpini, adesso se ne vanno in giro nel web a cercare degli altri "consigli" poiché hanno capito che i suggerimenti sono importanti e si vede che ambiscono sempre a migliorare.

Qui?

Beh, qui sanno già tutto e non hanno niente da imparare ... peccato però che i dati delle presenze straniere nel Bel Paese e dei pernottamenti dicano tutto l'opposto.


P. S.: In Italia se dai qualche consiglio addirittura ti dicono che ... ma lasciamo perdere va.
So solo che dopo vent'anni (più altri ventiquattro) che raccolgo le "lamentele" e i suggerimenti dei turisti degli altri e anche i miei per assemblarle in un'unico file, ho ideato una classificazione alberghiera di qualità (CAdQ) che dovrebbe risolvere moltissimi problemi del settore alberghiero ma, a quanto pare, non frega nulla proprio a nessuno.







martedì 11 marzo 2014

Genova per noi ... macaia, scimmia di luce e di follia, foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia e due Stazioni un pò così.

Sembrava non finisse mai ma alla fine ce l'hanno fatta, e le due stazioni ferroviarie di Genova, Brignole e Principe, hanno terminato il restauro ormai ... dal 2008.

Pazzesco ... sei anni.

Nella circostanza non sarebbe stato il caso di stappare bottiglie di champagne e neppure di prosecco, ma per l'occasione mi presi un bell'aperitivo con i miei amici migliori.

Solo che pochi giorni dopo ... ved. qui.

"Non vogliamo che a Genova arrivino persone anziane, cardiopatiche . Vogliamo incentivare l'abbandono della citta, non il ragiungimento della stessa". Fabrizio Casalino, il comico genovese di Zelig e Colorado cafè, torna con un video dalla stazione Principe per una nuova puntata sull'"ospitalità ligure". Dietro di lui l'immagine delle scale mobili che vanno soltanto in discesa. "Oggi come in tanti altri giorni le scale mobili sono rotte, eppure basterebbe un clic per fare in modo che l'unica scala vada su invece che giù. Ma l'unica scala che funziona è quella che scende così possiamo fare in modo che il viaggiatore venga selezionato in maniera darwiniana". Il video del comico spopola già su Facebook, in poche ore più di 600 condivisioni e decine di commenti "Sarà mica perché in discesa le scale consumano meno?" si chiedono ironcamente gli utenti dei social (testo di Valentina Evelli)


... e aspettare che l'opposizione in comune dica qualcosa o faccia qualcosa, campa cavallo!

Però ci sono i comici che fanno critica costruttiva e c'è sempre 'sto blog qua #checchesenedica.

P.S.: Poi qualcuno sussurra che dentro alla stazione ci piova ma la fonte non è tanto sicura ... mo vado a vedere e poi vi dico.



lunedì 10 marzo 2014

Turismo: ... e mo?

Non è questione d'essere pessimisti come non l'è che il tutto non ci vada bene ad oltranza.

Ma è che il tutto va completamente male e nel male ci stanno massacrando a tutt'andare.
E l'infelice "storia" è tutta qui: il Debito privato che attualmente s'aggira sul 190% del Pil (quello pubblico è al 130% circa e vale a dire qualcosa come oltre 2.100 miliardi di euro)!

Nel solo periodo fra 1999 e 2007 il debito privato italiano è aumentato del 71,2 per cento, e il trend continua a essere in ascesa.
Più debito, meno risparmi, a cui si devono aggiungere meno capacità di spesa e meno domanda.
Mentre il perché venne spiegato minuziosamente nel maggio scorso per opera di Vítor Constâncio, vicepresidente della Bce (ved. qui).

Di conseguenza i risultati per il settore di cui mi occupo (il turismo) sono questi:
Istat, crollo viaggi nel 2013: -19,8%.

In forte calo nel 2013 i viaggi, sulla scia della perdurante crisi economica. I residenti in Italia, rileva l'Istat, hanno effettuato 63 milioni e 154mila viaggi con pernottamento, contro i 78 milioni e 703mila dell'anno precedente, con un calo del 19,8%.

Numeri preoccupanti, visto che dal 2009 prosegue il trend negativo che nel corso di 5 anni ha comportato una perdita di quasi 60 milioni di viaggi, pari a 290 milioni di notti.

E mo?







sabato 8 marzo 2014

La Débâcle "dimenticata" dei turisti tedeschi in Italia

Andrea Babbi, che da oltre un anno è il DG dell'Enit, dichiara che dopo nove anni l'ente ritorna a lanciare una grande campagna promozionale all' ITB di Berlino.

Sottolineando come, "nonostante l'interesse verso i Paesi Bric ed i nuovi mercati emergenti, non abbiano lasciato quello che rimane per "loro" il primo mercato, anzi hanno rafforzato gli impegni nei confronti di questa nazione".
Ah si?

Sorge un dubbio ...

a) Non risulta che l'Enit non sia stato presente a Berlino nei nove anni precedenti, anzi, c'è stato nel recente passato chi quella "fiera" l'ha definita una ... si può dire una pagliacciata riferita alla presenza italiana (ved. qui)?

b) Il presunto "rafforzamento" dei suoi impegni per quel mercato non è che abbia prodotto dei grandi risultati. E forse sarebbe stato meglio non impegnarsi così tanto in considerazione dei risultati ottenuti (ved. immagini sotto).


c) S'è dimenticato (volutamente?) di accennare ai risultati degli anni precedenti in merito alle visite e alla spesa dei turisti provenienti dalla Germania nel Bel Paese.

Anche perché se i predecessori, non impegnandosi al pari di lui, hanno raggiunto dei risultati più gratificanti per il turismo nazionale ... a voi che mi leggete lascio l'ardua sentenza.

E a quelle persone che, amichevolmente e non, mi dispensano il "ma chi te lo fa fare!" d’andare a cercare il fatidico “pelo nell’uovo”, beh rispondo, passione per il turismo (alberghiero in particolare) e sogno.
La prima è una vera e propria pozione magica e energia allo stato puro.
Carburante con effetto defaticante.

Il sogno invece è un trasporto naturale verso qualcosa di intangibile, ma che allo stesso tempo ci fa sentire vivi e parte di un qualcosa che va oltre alla nostra singola individualità.

E poi dai, considerati i loro "presunti successi", ecco che magari, se messi di fronte all'evidenza, se ne ritornano a casetta; presentando delle dimissioni ma senza l'elastico e così vengono sostituiti con gente che molto probabilmente potrebbe rendere di più all'economia nazionale ... oppure si svegliano.

... difficile, neh?







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