mercoledì 30 ottobre 2013

Tanto fumo, pardon vini rossi, e niente arrosto

Dopo anni di discussioni sfociate nel nulla finalmente il portalone italia.it corregge i propri errori, e la barzelletta dei tempi passati che tanta ilarità ha procurato ai conterranei ma anche una buona dose di verace incazzamento, di botto cambia registro ... dicono.

Mentre per accentuare questo grosso cambiamento il Direttore Editoriale del medesimo, Arturo Di Corinto, pochi giorni fa annunciava che ...


... e poi che ...


... quindi ...




... tramutata in ...





Ciò precisato (il gran cambiamento avvenuto da "arrosti" a "rossi") giungiamo di nuovo così ai motivi della nostra grande amarezza ed eterno stupore.


P. S.: ... che per quanto riguarda il Piemonte ... vedi qui ... e le altre Regioni?









martedì 29 ottobre 2013

Qualità: passaparola

Per tutti quelli che come me non sono di primo pelo nel meraviglioso mondo del turismo, sarebbe anche facile continuare a pensarla così come segue.

Ma i tempi cambiano e dei vari fattori ci hanno portato a perdere sempre più e inesorabilmente la qualità.

Quella nostra particolare predisposizione al bene e al ben fatto che nei tempi passati ci permetteva di primeggiare nel mondo.
Quello stile italiano che ancora c’è ed è ben presente nella mente dei foresti ma non più com’era una volta, lasciando l’amaro (in Bocca) che prima o poi anche questo svanirà.
Non si può continuare a riposare sugli allori che i nostri avi hanno saputo dare a questo Paese.
E allora …

… altro che manifesti, spot televisivi o Internet (tutti necessari, per carità!) ma che dovrebbero essere susseguenti al ripristino dell’accoglienza e di tutto quello che è compreso in quest’ultima parola: l’ospitalità.
E invece è proprio l’opposto.

Miriadi di spot che il solo a guardarli fanno sempre più pena e che danno l’idea che questi siano serviti più che altro a elargire palanche ai soliti noti; illusi che pensano di risolvere le presenze turistiche con qualche “mi piace” ricevuto sui social; manifesti arroccati nei posti più impensabili che descrivono il nulla … e di cose similari nello Stivale ce n’è!

Per avere più turisti, o attrarre nel territorio maggiori opportunità, bisogna tornare all’antico, al passaparola.
Gli italiani (e i foresti lo stesso) vanno in vacanza vanno in vacanza per stare insieme agli amici e alla famiglia (50%) e rivedere i parenti (23%).
Conclusione: durante una vacanza sono importanti, soprattutto, le relazioni umane (meno male!).
Quindi nella scelta di una località o di un albergo, ci si fida, veramente, solo delle notizie raccolte da amici, parenti e conoscenti.
Tutte le agenzie turistiche e tutto il ricettivo sono avvisate (e mezze salvate) e devono diventare amici dei clienti.

Sta per arrivare il numero tanto atteso: si stima, da fonti attendibili (così si dice e così si spera che non sia la solita “bufala”), che dal 40 al 60% dei turisti, questi scelgono le località delle vacanze dopo aver ascoltato il consiglio di amici e parenti.
Licenziate subito i personaggi famosi (testimonial) che promuovono il luoghi turistici e assumete, al loro posto gli ospiti che già arrivano: sono loro i veri promotori e agenti commerciali del territorio.

Coccolate i clienti (prima, durante e dopo la vacanza) e cercate in ogni modo di fargli ricordare positivamente il luogo e non solo voi; regalate gadget, in albergo e nel territorio, di ogni tipo: etichette adesive da mettere sulle valigie (se le mettono): ricette, informazioni da inviare a casa del cliente (newsletter); libri, cartoline, poster e adesivi; card e buoni sconto; lettere di auguri; cartoline elettroniche (via Internet) e quanto altro vi consiglia la fantasia.
Non scordatevi, con tutti questi regali, della qualità del servizio alberghiero (essenziale come il sorriso … ma che sia autentico, altrimenti lo capisce anche uno scemo!).
Coccolateli anche la ristorante e pensate che i clienti insoddisfatto lo comunicano a 6-8 persone.
Quelli soddisfatti influenzano “solo” 3 amici.
Passa al passaparola velocemente, non c’è tempo da perdere e per forza innalza la tua qualità.

P. S.: Certo che se lo Stato la finisse di martoriarci così con delle tasse da far paura, della burocrazia da spavento e che nei posti dirigenziali istituzionali ci mettessero i giusti anziché i soliti quattro raccomandati (figli di … poi ve lo dico) o quelli politicamente da sistemare nonché gli scambi di favore, certamente sarebbe un altro dire ma soprattutto un altro bel fare.

 Da una idea di ... ved. qui







lunedì 28 ottobre 2013

The little creature (italia.it) leapt forward and looked carefully at us ... asking for my resume (?)

… e allora vediamo questo gran balzo in avanti del portalone (italia.it) che invero continua a far pensare male la gente.

Qui non si parla di “mi piace” su feisbuc o dei retuitter su quell’altro che lasciano il tempo che trovano.
Infatti non si contano quelli che dopo che tu hai inserito un post che t’è costato chissà quanto tempo di ricerche, ragionamento e bla bla bla che pazientemente hai estrapolato sul web per informare la gente di una data cosa e a loro personale beneficio, ecco in meno di un secondo ti retuitta o pigia il “ai laich” senza però degnar il post nemmeno di un minimo sguardo.

Diciamo pure che è il classico favore di cortesia, va … tu pigi a loro e loro pigiano a te, e alla fine il più bravo e probabilmente anche il più intelligente è quello che di “mi piace” ne ha di più.

E dopo prova a portarli in banca (i “retuit” e gli “ai laich”) per pagare una fattura e poi vedi cosa ti rispondono, oppure mettili dentro ad un panino per sfamare la tua famiglia, e vedrai che non c’è nessuna cura al mondo che potrà far dimagrire così in fretta tutti i componenti della medesima.

Ben altra cosa sono ovviamente le “visualizzazioni” e su questo provo a fare il classico ragionamento matematico della serva per vedere se italia.it ha realizzato veramente quel gran balzo in avanti … e che nessuno, per cortesia, mi venga a dire: “dategli tempo”, anche perché di tempo credo ne abbiano avuto già abbastanza, neh!

Guardando questo video "girato" oggi dalla Mikaela Bandini (convegno in Piemonte del 10/10):

ho effettivamente verificato per curiosità le info sui canali YouTube di CantForgetItaly e italia.it.

CFI
1.624 iscritti 616.416 visualizzazion

1.045 iscritti 315.247 visualizzazioni

Ma è mai possibile che una realtà minuscola come CFI possa fare il 35 e passa % in più di iscritti e quasi il doppio delle visualizzazioni del canale YT del portale turistico nazionale?
E senza parlare dell’enorme differenza di budget tra le due realtà ...

Visittrentino
787 iscritti 599.447 visualizzazioni

Visittuscany
648 iscritti 1.295.856 visualizzazioni
TturismoER

287 iscritti 316.325 visualizzazioni

A partire dal canale YT di italia.it (in basso): notare i numeri che fanno il resto dei vari portali regionali.

Eh... ma le cose al portalone stanno cambiando, non so se lo sapevate.
Sì... una cippa !!

FilmatiOggetto: la redazione deve garantire la realizzazione di specifici eventi, prodotti o personaggi della durata di 25-30 minuti da cui ricavare una serie di documenti visivi di 1-2 minuti da trasmettere tramite il portale. Il servizio deve comprendere sia le riprese che il montaggio con titolazioni e colonna sonora.

L'Arturo Di Corinto ha fatto allegramente finta di nulla.

Ora pensate a quanto sono “distratti”: tutti quei video di CFI sono in copyleft... se li potrebbero
caricare tranquillamente in copia sul canale nazionale (ovviamente rispettando il copyleft) o semplicemente linkarli anche nel portale nazionale. E fare contatti.
E invece continuano ad avere questo genere di note legali:

Mentre la Simonetta Giordani (sottosegretario al turismo) continua a parlare dei massimi sistemi:


P. S.: E chissà che non sia questa una delle tante spiegazioni del perché ce l’ho con ‘sta gente e di quella troppa acredine di cui vengo immancabilmente accusato.
Forse che dovrei starmene bello che zitto e lasciare che … i comodacci loro con questi bei risultati?
Certo, io sarò anche un gran rompiballe ma tutto quello che scrivo è solo ed unicamente a scopo di bene.
E non certo il mio di bene considerato il quantitativo industriale di letame e le “menzogne” che si dicono di me per via di questo blog e del voler scoperchiare qualche pentola, neh.

Ma quando che lo capiranno una volta per tutte?

P. P. S.: A tutt’ora in questo benedetto Paese, in ben cinque anni, l’han capito due sole persone istituzionali e a sentirli o leggerli si direbbe che ne hanno addirittura beneficiato … ovviamente anche questa mia affermazione dispone delle dovute personali pezze d’appoggio ... qui di “balle” non se ne raccontano mica, eh!
Mentre i grandi “sapientoni” del turismo nostrano … beh; basta vedere i fatti.
E chissà perché in 34 anni all'estero l'hanno capito tutti quelli (istituzionalmente parlando) che avevano veramente a cuore questo settore ... anche qui ovviamente con le pezze d'appoggio.










sabato 26 ottobre 2013

Consigli richiesti per italia.it e in particolar modo per Arturo Di Corinto (il Direttore Editoriale)

Ed ecco i consigli, quelli gentilmente richiestimi dal gentile Arturo Di Corinto, il Direttore Editoriale di italia.it nonché volenteroso pretendente esaminatore del mio CV per destinarlo a di chi competenza.
(?)

Ma perché lo vuole vedere se, poco prima nel medesimo commento, ha dichiarato di conoscermi così bene?
Mah!

Comunque sia passo celermente a fornire l’aiutino che gli posso dare, ma prima scopiazzando i commenti di frap1964 nel mio precedente post … e che naturalmente condivido che di più non si può. 

Da un po’ di tempo in qua non senti altro dire che le cose stanno finalmente cambiando da quelle parti, e il coro aumenta a dismisura di unità.
Prima Andrea Babbi, poi Massimo Bray, la Giordani e adesso anche l’Arturo Di Corinto.
Ma che cos’è veramente cambiato nello “Scandalo Italiano” (italia.it)?
Vediamo.

Il punto è che ormai è praticamente a metà del mandato (17 mesi su 36 di periodo redazionale) e i risultati in termini di qualità dei contenuti proposti sono i medesimi di prima.
Non è un fatto di look&feel o dell'impossibilità di modificare la struttura tecnica (c'è anche quel problema, eh... ma è altro): è la qualità tecnico-narrativa dei testi e lo stile comunicativo, anche sui SN, che sono rimasti sostanzialmente immutati e continuano ... a fare pena?

L'altro giorno, in home page, come immagine predominante c'era la pizza; che conduceva a 
questa cosa qui, scritta il 03/10/2013 e modificata il 24/10/2013.
Roba da sussidiario o anche peggio: di una noia mortale.

Le date di pubblicazione e modifica dell'articolo si leggono
nel codice sorgente della pagina HTML:


per la precisione... eh!

C'abbiamo pure una nazionale acrobatica dei pizzaioli... alcuni pizzaioli anche parecchio famosi (Sorbillo, Bonci, ecc. ecc.)... ma dico io... ma possibile che ci si debba raccontare in questo modo qua?
Sono questi i "disastri" che si fanno quando si mettono le persone sbagliate nei posti sbagliati?

Un giornalista "esperto" di software open source e tematiche della rete a dirigere un team redazionale ed editoriale che dovrebbe fare promozione turistica?
Il problema ovviamente non è Di Corinto: è chi lo ha messo a fare quel lavoro lì.

E siamo pure così astuti da scrivere che "Secondo il libro dei Guinness la pizza più grande ad essere stata prodotta è quella creata in Sudafrica, a Johannesburg" quando l'anno scorso in Toscana han prodotto quella più lunga del mondo.
Ma si può essere più furbi di così?

Per non parlare della ricetta proposta quando esiste un disciplinare della verace pizza napoletana già pubblicato sulla GU, se non ricordo male, alcuni anni fa.


P. S.: … e magari al gentile volenteroso pretendente esaminatore (Arturo Di Corinto) del mio CV che non credo proprio gli arriverà mai ... mentre per quanto riguarda i consigli, quelli da lui richiesti nel suo commento, beh; può star tranquillo che da queste pagine gliene giungeranno degli altri ancora.
Giusto per dare una mano, neh! … e naturalmente “a gratis” come m’è d’uso, ahimé!





venerdì 25 ottobre 2013

Non si può (in questi casi) far finta di niente

Di me s’inventano le bugie più assurde che c’è (forse perché non mi vendo?), ma non credo per niente d’essere il solo a ricevere delle menzogne e delle cattiverie gratuite, ed è sicuramente anche un po’ causa mia per via che circa cinque anni fa mi sono “inventato” di fare ‘sto blog.

Ma vengo di corsa al fatto che m’ha lasciato alquanto scocciato e che riguarda questo commento (ved. immagine sopra).
So anche abbastanza bene che parlare o scrivere di se stessi, sovente si corre il rischio di far la figura dei fessi, ma in questo caso tenterò l’azzardo.

Come sono a perfetta conoscenza che è la gente cattiva e astuta che non possono credere che esistano esseri onesti, sinceri e buoni,
E sono questi che giudicano gli altri attraverso se stessi e per questo sono sempre sospettosi.
Quanto a coloro che sono nobili e disinteressati, fanno fatica a vedere d’acchito la cattiveria, il tradimento o la perfidia, appunto perché vedono gli altri attraverso le qualità che loro stessi possiedono.
Ma prima o poi a capirlo ci s’arriva per forza.

Quindi vorrei rispondere ad Arturo Di Corinto (Direttore Editoriale del portale italia.it) in merito a quel commento e, vale a dire, che non ho mai chiesto niente per me e che le eventuali proposte di migliorie che ho scritto e inviato per questo settore (consigli e niente di più) a chi siede nelle poltrone istituzionali più alte, le ho fatte esclusivamente perché affinassero l’ambaradan di questo comparto (imho) ... critiche sì, ma costruttive pure.

E continuo a pensare che ce ne sia anche di grande bisogno, considerati i pessimi risultati che vengono sventolati inutilmente da tempo immemore e con dei costi da far paura.
Mentre se qualcosa ho chiesto nel passato, questo è sempre (ripeto sempre) stato per far risaltare il buon lavoro di altri (meritocrazia) al posto dei soliti raccomandati da quattro soldi che non producono nient’altro che guai.
Mentre per quanto mi riguarda mi sono sempre accontentato in cambio dei soli ringraziamenti che oltretutto mi fanno un gran bel piacere e ne delimitano interamente lo scopo.

Anzi, da quanto risulta dalle pezze d’appoggio in mio possesso (un quantitativo industriale di mail ricevute e via dicendo), è vero l’opposto.
Sono i "cadregati" che chiedono a me.
Infatti in queste non mancano le innumerevoli richieste d’aiuto per questa e quell’altra cosa e che oltretutto mi sono costate notevoli finanze “personali” e un’infinità di tempo tolto al mio lavoro.
Ma l'ho sempre fatto più che volentieri per coloro che lo meritano e non certo agli arroganti, ai sapientoni da un soldo manco bucato.
Quindi?

Perché accusarmi di esprimere dell’acrimonia nei confronti di chi … decché … ma per piacere!

Il mio disgusto (se c’è) riguarda solo ed unicamente le razzate che vengono riproposte instancabilmente nel turismo e niente di più, mentre quelle giuste (poche) non vengono mai esaudite.
Pertanto l’Arturo Di Corinto di me non conosce una benemerita mazza, anzi molto di meno.

Dulcis in fundo … egli vorrebbe il mio CV con lettera di presentazione per essere valutato da lui ed eventualmente destinato a chi dovere?
… per la risposta ved. immagine a lato.

A questo punto non resterebbe altro da sapere se la cosa se la sia inventata “esso” o se esiste qualcuno che gli ha riportato 'sta cosa e si vanta con delle menzogne per rafforzare il proprio io (se l'ha e chissà a quale scopo) spargendo così del letame sulla brava gente, anche se il tutto è chiaramente una sciocchezza che però non digerisco.

Cosa molto improbabile sarà poi saperne l'autore … d’altronde conosciamo i nomi delle malattie, ma di rado i nomi di quelli che le hanno sconfitte.

Sotto (ved. immagine) un piccolo esempio (una tantum) di cosa intendo dare e lo scopo dei miei suggerimenti … un grazie, va bene così e si tira avanti in armonia.
E chissà se quando quei/questi consigli li accetteranno, quell’acredine di cui mi s’incolpa non finirà di botto?

P. S.: Aiuto solo la gente che mi merita (per quello che posso) ... e a gratis.
Mentre con delle persone così non lo farei nemmeno sotto tortura e di esempi con questi "distratti" mi sembra che ormai ce ne siano in quantità.




  






giovedì 24 ottobre 2013

Lettera di Abraham Lincoln all'insegnante di suo figlio

Dovrà imparare, lo so, che non tutti gli uomini sono giusti, che non tutti gli uomini sono sinceri. 
Però gli insegni anche che per ogni delinquente, c’è un eroe;
che per ogni politico egoista c’è un leader scrupoloso…. 

Gli insegni che per ogni nemico c’è un amico, 
cerchi di tenerlo lontano dall’invidia, se ci riesce, 
e gli insegni il segreto di una risata discreta. 
Gli faccia imparare subito che i bulli sono i primi ad essere sconfitti…. 

Se può, gli trasmetta la meraviglia dei libri…. 
Ma gli lasci anche il tempo tranquillo per ponderare l’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina. 
Gli insegni che a scuola è molto più onorevole sbagliare piuttosto che imbrogliare… 
Gli insegni ad avere fiducia nelle proprie idee, anche se tutti gli dicono che sta sbagliando… 
Gli insegni ad essere gentile con le persone gentili e rude con i rudi. 
Cerchi di dare a mio figlio la forza per non seguire la massa, anche se tutti saltano sul carro del vincitore… 

Gli insegni a dare ascolto a tutti gli uomini, 
ma gli insegni anche a filtrare ciò che ascolta col setaccio della verità, trattenendo solo il buono che vi passa attraverso. 
Gli insegni, se può, come ridere quando è triste. 
Gli insegni che non c’è vergogna nelle lacrime. 
Gli insegni a schernire i cinici ed a guardarsi dall’eccessiva dolcezza. 
Gli insegni a vendere la sua merce al miglior offerente, ma a non dare mai un prezzo al proprio cuore e alla propria anima. 

Gli insegni a non dare ascolto alla gentaglia urlante e ad alzarsi e combattere, se è nel giusto. 
Lo tratti con gentilezza, ma non lo coccoli, perché solo attraverso la prova del fuoco si fa un buon acciaio. 
Lasci che abbia il coraggio di essere impaziente. 
Lasci che abbia la pazienza per essere coraggioso. 
Gli insegni sempre ad avere una sublime fiducia in sé stesso, 
perché solo allora avrà una sublime fiducia nel genere umano. 
So che la richiesta è grande, ma veda cosa può fare… 
E’ un così caro ragazzo, mio figlio!

                                                                               Abraham Lincoln

 P. S.: … altri tempi, altra nazione e soprattutto là in America non c’erano i “professoroni” del turismo nostrano, altrimenti il Presidente avrebbe cambiato di certo qualcosa nel testo, come l’aver fiducia nel genere umano.





mercoledì 23 ottobre 2013

Se i cosiddetti "migliori" di noi avessero il coraggio di sottovalutarsi almeno un po' vivremmo in un mondo infinitamente migliore.

Beh, che un ministro della repubblica si metta a raccogliere sul suo blog dati statistici (e pure sensibili) a fini di "ricerca" per presunti enti terzi non meglio definiti, non credo che sia una cosa tanto normale.

Serviranno poi a qualcuno o fa parte di un piano di marketing per far vedere che l’ambaradan s’interessa alla cosa; il turismo?

E a parte le prime domande di cui non riesco a vederne l’utilità … se qualcuno volesse aiutarmi a capire (grazie!), si arriva alla seguente domanda:

Puoi indicare, tra i seguenti profili di utenza, quali ti sembrano in ascesa e quali in contrazione? … e via di seguito le tre possibilità di scelta: in calo, stabile e in aumento.

Nota bene che poco sopra è richiesta l’attività professionale del compilante al questionario, tra cui una varietà considerevole di mestieri che spaziano dal “restauratore”, al “musicista”, “artista lirico” e compagnia bella.
Ma quello che non mi sovviene è il come questi possano conoscere o sapere se il turismo congressuale o quello d’élite o il balneare possano essere in ripresa, stabili oppure no.
E così pure per gli stessi che si addentrano maggiormente nel settore, come ristoratori, agenti di viaggio, albergatori e via cantando, che al massimo potranno saperlo per la propria attività o a essa confinante (città, Provincie e Regioni, però sempre che appartengano a qualche associazione) ma non certo per l’intero suolo italiano.

Infatti, è alquanto noto che i dati e le statistiche nel Bel Paese siano alquanto distorti da interessi prettamente politici e personali, pertanto non farebbe altro che riportare ciò che hanno letto senza un minimo di personale ricerca per un migliore ragguaglio.
Com’è d’altronde immaginabile che molti di questi abbiano compilato il questionario in tutte le righe manifestando quella grande “tuttologa” che come anche le oche sanno … non esiste da nessuna parte.

Di conseguenza, e non me né si voglia (personale considerazione), è una cosa senza senso che nemmeno i più attenti esaminatori di ‘ste cosette saprebbero rispondere con qualità certosina.
Diceva Winston Churchill: “Le sole statistiche di cui ci possiamo fidare sono quelle che abbiamo falsificato”.
E allora a cosa serve?
Forse per farsi le classiche quattro risate alla faccia di quelli che avranno compilato il questionario completamente?
Beh, se qualcuno l’ha fatto me lo faccia sapere con nome e cognome, che così quelle quattro risate me le faccio anch’io.
Ma per piacere.

E magari se il Ministro Massimo Bray o chi di pertinenza, avesse fatto delle domande più attinenti e produttive … ma vai a spiegarglielo.

P. S.: E’ altresì presumibile che questo questionario verrà compilato nell’orario di lavoro anche perché non lo vedo proprio quel qualcuno che lo fa durante le pause o a casa … poche eccezioni a parte.

E pertanto … buon lavoro (si fa per dire, neh!) ... se almeno fossero cose utili ...

















martedì 22 ottobre 2013

Turismo: Ma non doveva succedere più?

E’ sempre la stessa storia e probabilmente a nessuno frega granché finché non gli toccherà di persona, e allora "apriti o cielo", neh!

E saranno molti quelli che leggendo il fondo che segue si stupiranno della nostra particolare propensione a perdere i migliori, ma come sempre il tutto finirà dopo pochi minuti d’essere arrivati alla fine di questo e di tutti gli altri similari racconti che oramai hanno raggiunto un numero più che considerevole.

E invece no, la cosa è seria da morire, e mentre i “professoroni” istituzionali non fanno che elencare a chiodo battuto (ma storto) il perenne bla bla bla, potete stare certi che nessuno farà mai niente per ovviarla.
Prima di tutto le “raccomandazioni” poi le “preferenze” e poi aggiungete voi dell’altre schifezze che tanto ce n’è in gran quantità.
Comunque sia la “storia” (l’ennesima) è questa di seguito.

“Dobbiamo guardare da lontano le qualità e i difetti della nostra terra, ma senza possibilità di intervento perché purtroppo al nostro posto c’è sempre il raccomandato di turno”. È per questo che Ornella Tuzzolino, 29 anni, ha dovuto prendere la valigia e salutare la sua Palermo: qui una carriera di livello non poteva costruirla. Nonostante sacrifici, titoli e talento gli spazi in Italia erano stretti. Tutto il contrario rispetto a Dubai dove la giovane siciliana ha trovato lavoro come manager nel ristorante di una prestigiosa catena di hotel.
“Io – racconta la ragazza siciliana – lavoro dall’età di 17 anni. Prima nell’azienda di famiglia, poi come hostess e negli ultimi anni come events coordinator. Contemporaneamente con grandi sacrifici sono riuscita a laurearmi in Scienze politiche e Relazioni internazionali, dopo il diploma come perito tecnico per il turismo. A dicembre del 2012 ho vinto una borsa di studio per laureati finanziata interamente dalla Comunità Europea. Ho vissuto a Granada, in Spagna, imparando lo spagnolo e lavorando a fianco di un direttore di albergo a cinque stelle. Però conosco anche inglese, tedesco e francese. Ad aprile, con una qualifica da assistant general manager di hotel in tasca, ho sostenuto su Skype tre colloqui di lavoro, per una delle compagnie alberghiere più importanti al mondo, categoria Luxury Hospitality”.
Dopo Palermo e Granada, quindi, la ricerca di lavoro ha portato Ornella altrove: a Dubai, tra il deserto e il lusso degli Emirati Arabi. “Ho scelto Dubai perché è una delle più importanti mete nel settore alberghiero ed economicamente in crescita. Qui lavoro come team leader in uno dei sei ristoranti dell’albergo: ovvero quello siciliano. Dirigo 17 persone, un incarico gratificante e di responsabilità che difficilmente mi sarebbe mai stato affidato in Italia. In pratica, mi occupo di organizzare le risorse in funzione delle esigenze del ristorante: camerieri, hostess, bartender”. Un’esperienza quella della giovane siciliana che però ha un termine. 
“Vero che se va bene il mio contratto qui durerà due anni, ed è altrettanto vero che qui la vita è costosa, ma semplicemente – spiega lei – Dubai non ha anima, non è pensabile viverci a lungo. Ecco perché il mio obiettivo è quello di tornare a casa con questo grande bagaglio di formazione e di esperienza. Sento che posso dare il mio contributo alla mia terra affinché essa possa eccellere nel settore turistico. Per questo grande progetto mi sacrifico tutti i giorni moltissimo, giornate di lavoro infinite. E mi chiedo: perché noi, che siamo riconosciuti talenti da grandi compagnie mondiali, dobbiamo andare via da casa nostra per emergere e non possiamo avere almeno una opportunità di lavorare per rendere grande la nostra terra? Una domanda che rivolgo soprattutto al presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta”. Un quesito che, oltre ad Ornella, vorrebbero rivolgere al governatore anche i ventimila siciliani che ogni anno abbandonano l’isola per cercare altrove una carriera negata nella propria terra d’origine.

Perché mi c’incazzo?
Semplice … perché molti anni fa è successa a me la medesima cosa e dopo essere tornato nel mio Bel Paese con un bagaglio abbastanza consistente di esperienza e ancora tanta voglia di continuare e magari trasmetterla agli altri, ecco che non è cambiato proprio un bel niente.
E a tutt’oggi, sono obbligato, se voglio mangiare, a lavorare con altre nazioni.

Quindi cara Ornella Tuzzolino, permettimi di suggerirti di rimanere all'estero e di continuare laddove potrai trovare il merito, e vale a dire in tutte le nazione del mondo ad eccezione di quì.


Di Giuseppe Pipitone e un po di me.




lunedì 21 ottobre 2013

Promuovi Italia S.p.A. dimezzata ... e le altre?

All’inizio apparve questo (Disegno di Legge di Stabilità 2014) cinque giorni fa.

E dopo due giorni quest’altro.


Amen!
E che dire di Promuovitalia di cui qui s’è già detto innumerevoli volte?

Di fatto ENIT era azionista solo sulla carta, perché secondo statuto Promuovitalia di fatto rispondeva al DSCT.
Ora ritrasferiscono il capitale al ministero dell'economia e "commissariano" o quasi la società prevedendo un amministratore unico.
Il previsto dimezzamento dei costi di gestione, ovviamente, significherà licenziamenti e/o nella migliore delle ipotesi pre-pensionamenti di almeno la metà della forza lavoro.
Sempre che lo attuino, naturalmente … si sa mai in questo benedetto Paese.

E a meno che non decidano di fondere la società in altra società in house del MIBACT (es: Ales), perché anche questa ipotesi è stata prevista.
La legge entrerà comunque in vigore il 1 gennaio 2014 e da allora decorreranno non oltre 6 mesi perché rifacciano statuto e riducano i costi.
Entro i primi tre mesi del 2014 potrà essere fatto un piano di ristrutturazione e razionalizzazione complessivo di tutte le altre società in house del MIBACT, ovvero Arcus S.p.A ed Ales S.p.A.

Ma a cosa servono Arcus S.p.A. ed Ales S.p.A.?
Andiamo a vedere.

Arcus SpA ha chiuso il conto economico 2012 in attivo di 930.731 euro.
Ha 10 dipendenti, di cui 2 dirigenti e 4 impiegati.
I restanti 4 sono il DG e 3 collaboratori assegnati temporaneamente dal MIBACT.
Capitale sociale di 8 milioni di euro.
Se si legge il bilancio ci si chiede che senso abbia una SpA con conti e organico del genere.
Fanno ricavi per € 1.746.481 ed hanno costi per € 1.597.676 di cui € 659.743 per il personale.
Hanno un utile finale del genere (peraltro dimezzato rispetto al 2011) solo grazie a proventi finanziari per € 1.410.804, che di fatto sono gli interessi attivi al tasso del 0,6% (1,5 % nel 2011) dei consistenti depositi bancari per € 234.298.935 relativi a vari e diversi progetti da finanziare che risalgono indietro sino al 2004 (vedi pag. 21 del bilancio) !!!
A settembre 2012 i precedenti SETTE membri del CdA sono stati sostituiti da un Amministratore unico (bontà loro!).
Dal 1 gennaio 2014 (vedi a pag. 9) la società sarà messa in liquidazione come previsto da un decreto legge n.95 del 6/7/2012.

Ales SpA ha chiuso il conto economico 2012 in attivo di 462.503 euro.
Ha 574 dipendenti, di cui 3 dirigenti e 8 quadri.
La maggior parte dei dipendenti sono impiegati (342) ed operai (221).
92 contratti a tempo determinato e 482 a tempo indeterminato.
Personale sparso in 11 regioni diverse con età media di 56 anni.
Sono in tanti poiché nel 2011-2012 hanno acquisito personale e servizi precedentemente esternalizzati da MIBACT verso altre società esterne (call center, gestione banche dati, ecc.).
Prima della "fusione" erano in 277.
I dettagli si leggono QUI.
Fanno ricavi complessivi per € 23.316.435 ed hanno un totale costi per € 21.948.675 di cui € 17.914.337 per il personale.
Compensi amministratori e sindaci: € 114.627
1) Emolumenti Amministratori per € 61.992 (amministratore unico)
2) Emolumenti ai Sindaci per € 52.635 (tre sindaci + un revisore)

Nel 2012 avrebbero dovuto distribuire un premio produzione complessivo di 200.000 euro già in budget e definito da apposito accordo sindacale, ma con la spending-review glielo hanno bloccato.
Soldi ora accantonati in vista di probabile vertenza.

Cosa fanno in concreto questi di Ales?
Attività di supporto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale ed attività di supporto agli uffici tecnico - amministrativi del Socio Unico, che poi sarebbe il MIBACT.
E' di fatto la Promuovitalia del MIBACT ... quando ancora era MIBAC.
Secondo voi quanto durano … salvataggi di convenienza a parte?

Nota Bene:
Qui il link degli enti vigilati dal MIBACT e ditemi voi se è proprio il caso di ...

Ci sono poi quelli dei Buoni Vacanza che a quanto sembra sarebbero fermi dal (ved. sotto) …


… ma non sarebbe meglio che i B. V. vengano svolti dall’Enit anziché aprire per ogni “cosetta” un’agenzia per sistemare chi e che cosa? … ma per piacere!

E così se la terranno con un giochino delle tre carte tra MEF e MIBACT, oppure e eppure, credo che Massimo Bray stia cercando di fare un po' di pulizia ma non ho la minima idea (o forse sì) di quante persone (paladine della moralità) si stiano adoperando per impedirglielo.
Promuovitalia è la prima (ma solo per metà) a cui seguiranno altre azioni ... almeno spero.

P. S.: Mio Dio!









domenica 20 ottobre 2013

Turismo: ... in quel pozzo di piscio e cemento la testa cammina ma il cuore rallenta.

La Commenda di Via Prè a Genova ha una storia che non finisce più, consta di due chiese in stile romanico sovrapposte l'una all'altra e fa parte del centro storico di questa città.
Il Centro Storico genovese è internazionalmente riconosciuto come uno dei più grandi e architettonicamente più belli del mondo.


E dista all’incirca 200 metri lineari (anche meno) dall’Acquario che è pur sempre il luogo che fornisce le maggiori presenze turistiche al capoluogo ligure.


Ci sarebbe anche da dire, per quei pochi che non lo sanno già, che nel centro Storico genovese trovano dimora i Palazzi dei Rolli che oltretutto fanno parte dell’Unesco.
Giusto per dire, neh!


Ebbene, ora (ma lo è già da qualche anno assai remoto) è un pisciatoio a cielo aperto (ved. immagine a lato).

That’a all.

P. S.: La terza foto (sotto) riguarda gli angoli dei Palazzi Rolli dell’Unesco di Via Garibaldi e Via S. Lorenzo che sono le due strade di maggior cultura della città di Genova.






sabato 19 ottobre 2013

Perfettamente uguale al turismo


Video datato ma sempre attuale








venerdì 18 ottobre 2013

Dell'Italia non rimarrà nulla ... in dieci anni si dissolverà.

“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. 

Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%.
Peggiorerà.

Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell’IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l’estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un’economia che ha perso circa l’8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo “ripresa” è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione.

Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse.
Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L’Italia non avrebbe potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori.

La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. 
Di conseguenza , l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa.

L’Italia ha attualmente il livello di tassazione sulle imprese più alto dell’UE e uno dei più alti al mondo. Questo insieme a un mix fatale di terribile gestione finanziaria, infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema di giustizia più lento e inaffidabile d’Europa, sta spingendo tutti gli imprenditori fuori dal Paese . Non solo verso destinazioni che offrono lavoratori a basso costo, come in Oriente o in Asia meridionale: un grande flusso di aziende italiane si riversa nella vicina Svizzera e in Austria dove, nonostante i costi relativamente elevati di lavoro, le aziende troveranno un vero e proprio Stato a collaborare con loro, anziché a sabotarli. A un recente evento organizzato dalla città svizzera di Chiasso per illustrare le opportunità di investimento nel Canton Ticino hanno partecipato ben 250 imprenditori italiani.

La scomparsa dell’Italia in quanto nazione industriale si riflette anche nel livello senza precedenti di fuga di cervelli con decine di migliaia di giovani ricercatori, scienziati, tecnici che emigrano in Germania, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, così come in Nord America e Asia orientale. Coloro che producono valore, insieme alla maggior parte delle persone istruite è in partenza, pensa di andar via, o vorrebbe emigrare. L’Italia è diventato un luogo di saccheggio demografico per gli altri Paesi più organizzati che hanno l’opportunità di attrarre facilmente lavoratori altamente, addestrati a spese dello Stato italiano, offrendo loro prospettive economiche ragionevoli che non potranno mai avere in Italia.

L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi – collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio del Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia. 
Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano. L’interventismo del Presidente è particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e del governo Letta, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale.

L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Letta sta seguendo esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia.

In conclusione, la rapidità del declino è davvero mozzafiato.
Continuando su questa strada, in meno di una generazione non rimarrà nulla dell’Italia nazione industriale moderna. Entro un altro decennio, o giù di lì, intere regioni, come la Sardegna o Liguria, saranno così demograficamente compromesse che non potranno mai più recuperare.

I fondatori dello Stato italiano 152 anni fa avevano combattuto, addirittura fino alla morte, per portare l’Italia a quella posizione centrale di potenza culturale ed economica all’interno del mondo occidentale, che il Paese aveva occupato solo nel tardo Medio Evo e nel Rinascimento. Quel progetto ora è fallito, insieme con l’idea di avere una qualche ambizione politica significativa e il messianico (inutile) intento universalista di salvare il mondo, anche a spese della propria comunità. A meno di un miracolo, possono volerci secoli per ricostruire l’Italia.”

Autore: Dr.Roberto Orsi - London School of Economics

Il turismo?
Lasciamo perdere va. 






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