mercoledì 26 settembre 2012

Puglia: Licenze (turismo) solo a chi destagionalizza, gli altri ... in saccoccia!


Alcuni giorni fa un caro amico mi raccontò d’essersi trovato a mal partito in quel delle Puglie, e non perché i luoghi non siano belli, accoglienti o quant’altro, ma per il fatto che, terminata la stagione al fine d’agosto o ai primissimi di settembre, la zona diventa di colpo un mortorio che manco i cani l’accettano più.

Negozi sprangati, lungomare deserti (e personalmente è anche meglio), ristoranti chiusi per ferie e così pure tante altre piccole cose che lasciano quel sentore d’amaro in bocca che non ti va più via per molto tempo.
E basta fare una passeggiata di sera in una delle sino a qualche settimana fa affollatissime marine di Terra d’Otranto per rendersi conto del mesto scenario che si presenta agli occhi di chi ha optato per una vacanza settembrina che di meglio non c’è.

Posti da favola con gente allegra, preparata e cordiale, ma che non appena arriva il primo venticello manco autunnale, chiude baracca e burattini e si mette a contare il ricavato dei tre mesi estivi, suddividendoli per i nove mesi a venire.
E la destagionalizzazione?
Cheddé la destagg e qualcos’altro … si ode lontano lontano per quelle valli, paesi e contrade.
E “chemmefrega” probabilmente qualcuno penserà della destagg e qualcos’altro.

Ed è stato lo scenario che trenta buyer provenienti da tutto il mondo si sono recentissimamente trovati in occasione della prima edizione della Borsa del Turismo ITW.
Sole estivo, mare caraibico ma lucchetti alle strutture ricettive.

La soluzione potrebbe essere quella di obbligare le strutture ricettive e i negozi a cui si rilasciano le licenze a restare aperti anche a settembre, e a lanciare la sfida è Stefania Mandurino, componente della giunta nazionale di Federturismo.
La quale menziona l’esempio positivo di Melendugno dove l’ex sindaco Vittorio Potì, nel 2009 invitò esercizi commerciali e strutture turistiche delle marine a restare aperte sino al 30 settembre. Un’iniziativa che dovrebbe essere emulata dalle altre località turistiche del Salento, rendendola magari più incisiva attraverso una vera e propria ordinanza.

Comunque l’ex commissaria dell’Apt leccese ribadisce che il Tacco d’Italia non è però all’anno zero rispetto all’obiettivo della destagionalizzazione e che di passi avanti ne sono stati fatti tanti rispetto al passato e soprattutto per alcuni prodotti come il turismo congressuale, città d’arte, percorsi in bicicletta, mentre è rimasto un po’ indietro il turismo balneare.
Che è poi come farsi il bagno, cambiarsi i calzini ma non le mutande (scusate l’esempio), visto che le Puglie sono bagnate dal mare per circa 800 km. ... mica noccioline, né.

Portandomi a dire, anzi scrivere: “ Come “razzo” si fa a non aver calcolato a priori il balneare?”.
Vabbé, ma resta un gran peccato, perché se è vero che gli introiti dei gestori a settembre sono decisamente inferiori a quelli di luglio e agosto, è anche vero che il trend non si potrà mai invertire se gli operatori chiudono le strutture a fine agosto.
In questo modo una vera destagionalizzazione non ci sarà mai … o la destagg e qualcos’altro.

Se poi pensiamo che da tutte le parti la si cerca per dare un maggior contributo a questo settore che l’è in crisi dal tempo che fu e che dopotutto comprende anche una buona fetta d’indotto … ma com’è che si dice?

Chi pensa solo al proprio giardino va a finire che in mano non si trova più un “belino” … ma forse questo non vale perché non è un detto delle Puglie, ma è della Liguria.






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