martedì 3 luglio 2012

Quell'incontro con Roger Abravanel (meritocrazia) e quella domanda "quasi" senza risposta


Se il famoso detto corrispondesse al vero, finalmente ho capito dove esalerò il mio ultimo respiro.
In bagno.
Ma non perché qualcuno mi ci ha inopinatamente mandato per sbrigare i necessari “bisognini”, no di certo (anche se chi mi ci manda col pensiero, per via di questo blog, non mancherà mai), ma perché chi vive sperando in quel modo muore.
E così sia, amen!

E per “colpa” della mia eterna speranza ieri sono andato ad ascoltare Roger Abravanel ch'era giusto di passaggio nella mia città (Genova), ospite di un caro amico, Enrico Musso.
Abravanel, ma chi non lo sa, è probabilmente la persona che più di ogni altra persegue la “meritocrazia”, almeno così scrive e dice sapientemente.
E ieri si parlava solo di questo, il richiamo era forte ed è stata sicuramente una di quelle pochissime volte in cui ho trovato un completo piacere nel poter essere presente.

Naturalmente c'erano anche i “soliti noti”  però muniti di un mal funzionante microfono che m'hanno fatto perdere il loro più (in questo caso, molto meglio così).
Quelli che non parlano ma sibilano, e che se hai la sfiga d’essere nelle retrovie non ti permettono di capire ‘na mazza (le prime file sono sempre dei più famosi e della gente che si definisce “perbene” … neanche se gli altri, quelli delle ultime file, siano invece dei delinquenti); quelli che col due più due provano a farti credere che non fa mai quattro o chissà quale altro numero estratto dall’equazione di seni e coseni, radici quadrate applicate ai logaritmi e senza disdegnare le famose incognite che vanno e vengono neanche fossero degli uccelli viandanti o migratori.
Ma migrassero loro per la salute dei fegati altrui.

Insomma, quelli che sono incazzati perché sono dei figli di papà e dicono che il mondo s’ha d'esser cambiato perché la meritocrazia non c'è.
Eh?
Vabbè, a parte quei pochi è stata una cosa ben fatta e interessante sotto tutti i punti di vista … mentre poi partono le domande dal pubblico, e i 30 secondi per farle.

Qui e chissà il perché (ma credo si sappia) sforano sempre tutti, e sempre tutti cominciano a fare degli esempi personali, dove il mi/me/io la vanno per la maggiore.

Non mancano poi quelli che fanno la domanda con la risposta già bella che pronta, e quell’altri che si sono studiati perbene la frasetta di rito per poi poter dire "io c'ero", e a cui alla gente non frega praticamente una “farninchia”,  che non si sa che cosa sia ma che fa una gran bella rima con quell’altra parola molto in voga in Sicilia.
E in fondo, proprio alla fine la mia domanda.

"Pier Luigi Celli presidente dell’Enit, cosa ne dice?" (4” e 45 centesimi).

Il buon Roger apre le braccia come a dire: E che “farninchia” ne so?”.

Allora tento una spiegazione veloce veloce (mi restano 25” e 55 centesimi e ce la dovrei fare), prendo fiato e parto a razzo … hei, in questo caso non si fa alcuna rima.
Capito, ne?

“Pier Luigi Celli già presidente della Rai, DG della Luiss e resp. H. R. Eni (TV, università ed energia) è stato messo alla presidenza dell’ente turistico più importante d’Italia nonostante l’art. 4 della L. 14 il quale dice che può essere eletto solo “secondo criteri di capacità professionale dei candidati e degli eventuali incarichi precedentemente svolti” … in poche parole “solo” con delle conoscenze pregresse che indubbiamente non ha.
Le due decime Commissioni di Camera e Senato ne hanno approvato la nomina e così pure la Presidenza della Repubblica (Giorgio Napolitano), nonostante quest’ultimo sia intervenuto alcuni anni fa per riprendere (a mo di monito) una lettera che il Celli scrisse al figlio denigrando il Bel Paese, affermando d’aver personalmente fallito poiché l’Italia non è un Paese dove viene considerato il merito, e invitandolo a scappare all’estero.
Per combinazione il figlio è andato a lavorare alla Ferrari (per ora solo 6 mesi) che sicuramente fanno un bel CV, tanto per la partenza, poi ...
E per quanto riguarda il Celli nessuno ha mosso una sola foglia per ovviare a questa “meritocratica” presidenza.

Poi la Maria Giovanna Maglie alcuni mesi dopo la sua nomina, forse per togliersi qualche sassolino dalle scarpe a causa dell’allontanamento dalla Rai quando a capo c’era appunto il Celli ... che per via di 10 miliardi di lirette spesi in un anno e mezzo per il solo ufficio di corrispondenza di New York (anni fa), ha fatto un pezzo sul quotidiano Libero a titolo: “Il nostro turismo è nelle mani dell’uomo che odia l’Italia”.
Detto ha prodotto l’indignazione di ben 47 senatori che hanno firmato una petizione per annullare la nomina del Celli (nonostante non si possa per Legge).

Ma come?
Prima approvano e poi fanno la petizione che oltretutto non serve ad una mazza?
E come si fa a credere nella meritocrazia con 'sta gente?

“Razzo” (qui si può fare la rima) ho sforato di ben 44 secondi, ma Abravanel, a quanto sembra, continua con la stessa “farninchia” di prima.
In mio aiuto arriva allora il buon Enrico (Musso) che gli rispiega alcune cose anche perché lui c'è nella decima Commissione del Senato e queste cose le conosce per bene (però alla votazione del Celli era assente), e dopo un po’ …

Risposta: “Non conoscevo la questione ma il problema non sono queste dieci o venti presidenze che … bensì quelle migliaia che … “.

OK, ciao e arrivederci, anche perché "solitamente" per arrivare a delle migliaia bisogna per forza partire da poche unità, e se per lui diventare presidente del più importante ente del turismo italiano senza averne i requisiti è poca cosa ... cosa diranno quei due e passa milioni di persone che su queste "cosette" ci campano, almeno sperano e così vorrebbero?

P. S.: Alla fine (due o tre minuti dopo) gli ho stretto la mano (che nonostante ‘sta volta mantengo del rispetto) e gli ho ricordato quando fino pochissimi anni fa discutevano sul suo blog di meritocrazia e … quanto tempo è passato, né?

Ora il suo blog esiste ancora ma discuterci non si può più … devi "quasi" passare attraverso delle “forche caudine” e così non mi va, mentre al massimo (forse) gli manderò il link di questo post qua.
Se lo legge, bene, sennò pazienza e tira a campà.
E magari se mi risponde questa volta gli racconterò il più eclatante caso italiano di NON MERITOCRAZIA che sia mai accaduto in questo Paese e che nessuno conosce ancora … forse.
Come forse non importa niente che qualcun'altro abbia scritto migliaia di pagine sul merito o la democrazia, alla moda del "Se le scrivo io, bene, sennò quelle degli altri che cosa vuoi che siano", ne?

Poi all’uscita ho comprato anche il suo ultimo libro “Italia cresci o esci” scritto insieme a Luca D’Agnese, e non so ancora se lo leggerò ma credo di si, però più avanti non appena mi sarà passato ‘sto incazzamento … per modo di dire naturalmente.




7 commenti:

  1. Ho letto il suo CV su Wiki.
    Una dozzina di incarichi e poltrone. Nulla da dire, ha tutto per subentrare a Gnudi o Celli al prossimo giro. Ma forse è un caso di omonimia

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  2. No no nessuna omonimia, Abravanel è nel cda della Luxottica e da tante altre parti.

    A me è parsa una persona perbene, anche se qualche anno fa lo preferivo di certo.

    Si vede che a frequentare quei posti e quella gente ...

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  3. Non metto in dubbio che sia una brava persona, ma ha fatto/fa molte cose, e francamente sono ell'avviso che non si possono fare tante cose e bene.

    Ma poi questo cosa dice/fa di degno di nota sulla meritocrazia?

    Ti riassumo cosa ha fatto un oscuro anonimo dirigente di un ufficio comunale, che spesso basta un poco di buon senso e di onestà intellettuale, che purtroppo se mancano non te li da nessuno corso.

    Incentivo alla produzione, spiegazione e motivazione delle cifre ai membri dell'ufficio presenti in riunione.
    La media era 1 milione a testa.
    A te Pinco, che sei il mio vice, ho dato mezzo milione, niente non è giusto, abbiamo tutti famiglia, ma neanche di piu. Tu fai delibere, però convieni che poi devo rifarle tutte io?
    Alla Giusy, che fa le pulizie, 1 milione e mezzo. Si lo so che fa solo le pulizie, ma le fa bene, si impegna, c'è una cicca per terra o qualcosa di sporco o in disordine...
    Nessuno ebbe da dire nulla, ma quel dirigente l'anno dopo fu trasferito al altro incarico e si tornò alla vecchia

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  4. @Gregorio

    Ahahaha

    La conoscevo all'incirca per filo e per segno. L'unica differenza è che la mia finiva che l'amministratore fu messo in galera per sopruso, falso ideologico e abuso d'ufficio.

    ;-)

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  5. @Gregorio

    No no, non volevo affatto spezzare una lancia in suo favore, anzi lo facevo più preparato in queste cose.
    Questo però non vuol dire che non esce dai solite nenie a cui ho assistito.

    Diciamo che m'è piaciuto anche se ...

    Poi della mia opinione sai che gli frega.

    ;-)

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  6. Secondo me hai fatto la domanda all'esperto sbagliato.
    Forse era meglio andare alla fonte. :-D

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  7. Lettura logorroica alla massima potenza per un ignorante come me.


    Oibò!

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