martedì 7 ottobre 2014

Turismo: un Paese di imbroglioni

Inutile cercare di uscire dal malaffare, dalle spese “pazze” senza nessuna logica se non quella della gramigna politica.

Le cifre che le Regioni spendono ogni anno per auto promuoversi turisticamente le conosciamo tutti, almeno spero, e queste arrivano pressoché alla soglia del miliardo di euro.
E così pure si ha cognizione del risultato di questa spesa che è ben sotto l'occhio della gente che nel comparto ci sopravvive a malapena, mentre di cambiare sto benedetto Titolo V, manco a pensarlo davvero e per di più, seriamente.

D'altronde le palanche fanno gola a tutte le Regioni e di lasciarle, seppur a ragion veduta, non se ne parla nemmeno se non per usare semplicemente dell'alito che i più sciocchi respirano a perdifiato.

Cambiare il Titolo V vorrebbe dire far perdere un sacco di gente che nelle Regioni ci lavora e di cui non si riesce a comprenderne l'utilità considerati i risultati, di cui un fottio, manco a dirlo, di dirigenti al massimo della paga ... oppure impegnarli laddove per davvero ce n'è di bisogno.

Cambiare il Titolo V vorrebbe dire risparmiare un quantitativo immane di euro in affitti per le locazioni, per la telefonia e per un mare di cose che per elencarle tutte dovrei star qui delle ore.

E poi gli “Osservatori” del turismo regionali, comunali, provinciali, governativi e tutti giulivi nel non dare mai dei dati certi nonché disuguali tra l'uno e l'altro nel segno del “va sempre bene Madama la Marchesa.
Mentre i libri contabili delle aziende che nel turismo ci vivono, ecco che immancabilmente vengono portati in tribunale, senza contare le miriadi di chiusure avvenute alla fine dei propri sudati e sacrosanti risparmi dopo anni di dura abnegazione.

Bene, anzi male!
Ma per cercare di far fronte a 'ste schifezze ho appena proposto, giù a Roma al MIBACT, un sistema (CAdQ … Classificazione Alberghiera di Qualità) costato anni e anni di studio che permetterebbe il totale ammortamento di quanto descritto sopra attraverso una misurazione in millesimi e di algoritmi per l'ottenimento della qualità alberghiera e di tutto il ricettivo in generale.
Oltretutto saremmo i primi nel mondo ad attuare un programma così.

Vale a dire un solo centro di smistamento dati (Enit) e preciso al 100%, il quale fornirebbe in tempo reale tutte le presenze turistiche sull'intero territorio nazionale, nonché la motivazione e altre nozioni di indubbia praticità, senza parlare della semplificazione burocratica che non è che sia una cosa di poco conto, neh!
Cosa che ci permetterebbe di risalire la china della competitività che, secondo i dati dell'organizzazione mondiale del turismo, ci vede arrancare nelle ultime posizioni del pianeta.

Dalla cosa poi scaturirebbero centinaia di milioni di contatti per il portale italia.it che non credo facciano poi così male considerato l'andazzo degli ultimi dieci anni e cioè da quando è nato.

Dulcis in fundo (anche nell'eventualità che non vogliano per davvero cambiare il Titolo V) l'Enit servirebbe per togliere definitivamente l'arroganza delle recensioni truffaldine che stanno facendo impazzire non poco il mondo intero e di conseguenza anche l'Italia, e detto attraverso un semplicissimo programma (ved. slides sotto e realizzato con l'enorme aiuto di Frap1964) che fa appunto parte della CrdQ (Classificazione Ricettivo di Qualità) derivante dalla CAdQ, la quale convoglierebbe completamente tutto il ricettivo italiano (circa 130.000 realtà).
.
 

Il risultato?
Una massa enorme di risparmio in “sghei” e tempo sia per gli operatori e sia per il Governo, con l'indubbio innalzamento della qualità e della competitività senza tralasciare che semplificando le cose … beh; si sa.

Ma in un Paese di imbroglioni …

Un conto è lamentarsi a perdifiato o perdidita sul web, altro è dare continuamente, seppur nella critica, dei validi suggerimenti.









4 commenti:

  1. Chi li capisce

    Queste innovazioni in un altro Stato partirebbero subito

    RispondiElimina
  2. Aforisma

    Chi disse vox populi vox dei, o mirava a imbrogliare le carte adulando il volgo, o aveva di Dio un'idea molto infelice.

    RispondiElimina
  3. @Sergio

    Per me si fanno inconsapevolmente del male oltre a farlo anche a noi.

    Forse è questo il motivo per cui sono incomprensibili.

    :)

    RispondiElimina
  4. @Vincenzo

    Dici che quell'aforisma c'azzecchi molto col post?

    :)

    RispondiElimina

Visualizzazioni totali