lunedì 30 dicembre 2013

Il miglior avvenimento del 2013 nel mondo ... anche turisticamente parlando come compete a questo blog

... e il discorso di Capodanno lo vorrei tanto sentire da lui e non dai soliti noti che vedono la luce in fondo al tunnel e dicono di aver fatto dei sacrifici al pari di noi.


... una persona che mantiene davvero quello che dice e che riesce a dare la speranza; diciamo che a differenza dei "soliti noti" sa fare il suo lavoro nel migliore dei modi. 




Grazie Papa Francesco e a chi ti ha eletto




venerdì 27 dicembre 2013

Che pena usare il lamento degli altri come parafulmine al proprio tornaconto


Simon Sinek dice che chi non capisce la gente non conosce il business (If You Don't Understand People, You Don't Understand Business) e prima di lui anche il verduriere della quinta strada di New York lo disse nel secolo scorso.

La stessa cosa la sosteneva anche quel venditore di stoffa che frequentava i palazzi imperiali nell'antica Roma per proporre la sua mercanzia e questo accadeva ben prima dell'avvento di Gesù.

In poche parole credo che non ci voglia di certo una zingara per capire che senza la conoscenza delle persone, gli affari te li puoi anche scordare.

Albert Einstein invece sosteneva che si può dire di aver capito qualcosa solo quando lo si riesce a spiegare alla nonna (You do not really understand something unless you can explain it to your grandmother) ... e qui la cosa s'ingarbuglia, anche perché il concetto del grande Einstein è un qualcosa di davvero intelligente e non di quelli buttati lì per prendere il solito applauso ad effetto.
Da chi, poi ve lo spiego.

Leggo poi sul web che durante il BTO di Firenze, Philip Wolf, il fondatore di PhoCusWright©, di cui si dice sia il massimo ente di ricerca mondiale sul turismo online (chissà gli altri), sprona il bel paese al cambiamento: “L’Italia deve smettere di lamentarsi e pensare alla concorrenza.

E giù un paragone che manco ... e che sorridere ma anche piangere mi fa (ved. immagine a lato) per vari motivi personali.

In poche parole il "fantastico" Wolf, che non è parente dei lupi, da quel che si capisce nel fondo dell'amica Roberta Milano, avrebbe paragonato la Coca Cola, che altro non è che un solo prodotto, ad un quantitativo industriale di altri che vivono sotto il marchio del Made in Italy.

Anzi, la Coca Cola, dicono o lo dice lui, è più conosciuta ... e vale a dire più di tutte le aziende di moda messe assieme dello Stivale, più dell'immensa quantità dell'enogastronomia italiana, più dello stratosferico patrimonio artistico culturale che ci sommerge da tutte le parti, più del nostro fantascientifico ... più, più ... ma per piacere.

E tanto per darci un contorno a questa bella str... anezza, ecco che fa capolino come d'incanto la celeberrima frase: "Basta lamentarci ma essere felici e contenti e darci da fare".
D'accordo sul darci da fare ma felici e contenti decché?

Come sono d'accordo con Paolo Iabichino che racconta che dobbiamo tornare a “raccontare questo Paese come accidenti merita” ... sì, ma solo se prima lo mettiamo prima in ordine (il "prima" lo ripeto due volte che male non fa) e come si dovrebbe.
E spero solo che questa sua frase non l'abbia dettata più che altro per migliorare il modo di raccontarlo, visto che su questo c'è chi ci guadagna senza ottenere dei grandi risultati se non quelli personali, neh!

Infatti, sono moltissimi anni che stanno raccontando l'Italia, e la stanno elencando esageratamente con cose che non facciamo nel modo giusto e con dei risultati che ne confermano l'andazzo non granché bello (ved. nostre presenze turistiche se paragonate alle nazioni a noi concorrenti), ma a quanto pare la colpa non è la loro, bensì dei "lamentosi".
Ma non è notoriamente vero che prima di raccontare si debba obbligatoriamente aggiustare e migliorare il prodotto?

Prova a mettere nel modo giusto il tutto e poi vedi come corre nel mondo la tua "voce", altroché ...

Infatti, la Coca Cola, se non la facevano buona, col "razzo" che l'avrebbero venduta da tutte le parti del globo, e avrebbe avuto questo ritorno d'immagine, o no?

Mica hanno pubblicizzato un prodotto che fa acqua (o bevanda color marrone) da tutte le parti.

Mentre il prodotto in Italia, come si evince nel medesimo articolo, pare che non ci sia ... toh, ma guarda un po (ved. di fianco).

Infatti non mancano dei dati disastrosi sulla nostra economia turistica (museale, lavorativa e bla bla bla ... ma nel pezzo ne mancano molte altre ... vedere Leggi, tasse e affini, e senza dimenticare il rapporto qualità/prezzo) con l'ennesima dichiarazione da parte del politico di turno, degli associati e i capi di enti che si daranno da fare ma non sanno se ci riusciranno.
Oppure ne sono convinti ma chissà perché le loro convinzioni non si tramutano mai nella realtà.
Abbè, allegria e mettiamoci pure a cantare felice e contenti, neh, e magari le chiappe del cul porgiam riverenti ... (ved. Principessa Ifigonia in Culide).

Ma si vede che a loro va bene così ... anzi, non solo lo si vede ma lo si capisce anche perché sono da tutte le parti a raccontarcela mentre di risultati io non ne vedo (sarò orbo?) ... mentre gli altri forse sì!
Sarà per convenienza che ci vedono bene?

Infatti, tanto per ritornare all'aforisma dell'eccelso Einstein (quello della nonna), molte persone non sanno che la parola o la frase che più usiamo o sentiamo durante la vita, non sono "mamma" o "papà", statene certi, ma è che "la gente non capisce un cazzo!" ... nonne e nonni docet!
E provate a pensarci su ripercorrendo il vostro pregresso e noterete che questa frase l'avete sentita miliardi di volte, se non di più.

E se è vero che voce la del popolo è come la voce di Dio ... beh; di gente che non capisce un cazzo ce n'è un bel po.
Non mancano di conseguenza i gradi saccenti che l'hanno capito e che di questo ne fanno del business.

Naturalmente i primi (quelli che non capisco una benemerita mazza fionda) sono in quantità sicuramente maggiore e ... se non conosci la gente il business non lo puoi fare  ... toh, proprio come diceva quel Faraone a quella gente che spingeva o tirava quei massi giganteschi (chissà se felici e contenti o se si lamentavano) per fare il loro business ... non il loro di loro, ma il business dei Faraoni, neh.

Poi la gente applaude, è bella contenta e fa tanti retuitt e i famosi ai laich su feisbuc che magari qualche briciola riesce pure a raccoglierla (per meriti salivari?) ... ma di turisti manco l'ombra ... però c'è qualcuno che ci guadagna con i comizi, convention, meeting, riunioni e via cantando ... vabbeh, fate un po voi.
Mentre chi paga, beh; quello già si sa ... e poi siete anche contenti e felici seppur facendo parte della frase più usata al mondo?
Contenti voi! Bontà vostra, ma non usate le chiappe mie ... grazie!

P. S.: Poi c'è gente, che seppur lamentandosi, qualche idea la da a destra e a manca (anche a gratis) per mettere "prima" in ordine il Paese e che oltretutto, queste idee, piacciono alla gente.
Però gli autori, non appartenendo a nessuno di questi grandi "dotti" o affaccendati felici e contenti, ecco che queste idee buone per il Paese Italia vengono loro "rubate" in gran quantità ... ma questa è un'altra storia.

E la solita storia che si ripete quasi ogni giorno oramai da troppi anni.







  

martedì 24 dicembre 2013

Odio chi fa così ...


... e fammi una cortesia ... non mi mandare niente, va!












lunedì 23 dicembre 2013

Vide Omar quant'è bello ... il nostro Turismo e la nostra Cultura

Il ministro Bray è un soave signore che in tv sfoggia un sorriso della Gioconda per mostrare la sua pertinenza ai Beni culturali.
Ha tra le mani la più bella del mondo, che non è la Costituzione ma l'Italia, esuberante di bellezze, e non può avere rapporti con lei per mancanza di mezzi.
Perciò sorride, figura l'amplesso, simula l'orgasmo, si limita alle parole.

Ministro all'Impotenza culturale.
Ma come si salva il patrimonio artistico italiano senza soldi, come si convertono le bellezze in risorse se non s'investe un tubo, e come si fa a reggere, con questi nipoti rachitici, quel gigante di pietra e bellezza che è il nostro glorioso passato?

Bray non ha una personalità forte ma è un timido dalemico di fragile ossatura, non gode di prestigio culturale, non si conoscono titoli accademici, opere o meriti particolari e nemmeno è un manager o un politico di lungo corso o di grosso peso.
È solo un signore leccese che si contende con Federico Rampini la somiglianza con Rita Levi Montalcini.

Ho simpatia per lui, ha garbo, s'impegna e d'altra parte i suoi predecessori non erano aquile.

...

... eppure siamo la Superpotenza mondiale nei beni artistici e culturali ma investiamo in cultura scarsi mezzi e uomini scarsi.
Emiri, compratelo voi questo Paese bello e marcio.

Vide Omar quant'è bello.

Di Marcello Veneziani








domenica 22 dicembre 2013

Lettera a Babbo Natale per aiutare il turismo nazionale

Caro Babbo Natale, vorrei che tutti quelli che amministrano il turismo nazionale, regionale, provinciale, comunale, associazioni, enti, sindacati e chi più ne ha più ne metta e che di turismo non ne capiscono una mazza fionda ... sparissero di colpo e finissero tutti su un'isola sperduta dell'oceano.



... vabbeh, scherzavo, dai! ... neanche troppo però.








venerdì 20 dicembre 2013

Liguria: come spezzare i sogni e frantumare la mezza stella per i direttori d'albergo

Dopo circa due anni è uscita ... ma non posso crederci ma soprattutto non voglio crederci.
Digerisco tutto, come gli struzzi, tranne che il surreale e gli ... lasciamo perdere, va.

Mi riferisco alla vicenda della "mezza stella" da aggiungere alla dotazione di cui il ricettivo (alberghi, hotel etc.) già dispone, e che m'inventai circa due anni fa ...
... lo scopo della mezza stella era quello di dare un "merito" ai direttori d'albergo che sempre si sono distinti nello svolgimento della propria professione, e intendo quelli che ricevono molteplici complimenti e poche lamentele, anzi per niente di quest'ultime ... possibilmente.

In poche parole quelle persone che ti danno la tranquillità e la sicurezza che tutto andrà per il verso giusto.
Diciamo una specie di riconoscimento, inteso che così lo sanno tutti (tour operators e agenzie di viaggio, soprattutto e compresi), e questo per poter in un'attimo sapere se in quel dato albergo, resort etc., c'è a capo una persona con due bocce così (nessuna distinzione tra uomini e donne, per carità, ma solamente in senso lato).

Ovviamente la scelta sarebbe ricaduta, secondo un progetto ben stabilito da professionisti (quelli veri) del settore alberghiero, nei confronti di chi se lo merita davvero attraverso seri controlli e bla bla bla.

Questa cosetta sarebbe stata d'aiuto anche per il cliente che in un battibaleno avrebbe potuto fare le sue scelte.
Cosa che contemporaneamente avrebbe innalzato di molto l'utilità di disporre di un bravo direttore d'albergo, a chiaro guadagno del settore in generale e per permettere il miglioramento di chi ancora non l'è per il suo conseguimento.

Bene, detto e fatto, lo propongo a chi di dovere (almeno dovrebbe) e mi riferisco all'assessore al turismo della mia Regione(Liguria), Angelo Berlangieri, che da quella cosa che ritengo come molto ma molto produttiva, ecco che dopo due anni all'incirca esce da str ... anezza qua.
Per darci un taglio e farla in breve, la "mezza stella" diventerà "Direttore Top Class" (che minkia è?) e il riconoscimento, sempre inteso come quella cosa che permetterebbe in un attimo di capire se il direttore è veramente bravo, beh; di botto sparisce.

... infatti la "mezza stella" non si sommerà alle tradizionali “stelle” che classificano gli alberghi per legge, ma valorizzerà e promuoverà la qualità dei servizi offerti che fanno capo alla figura del direttore d’albergo.
Come a dire ... alè, l'ennesima calcomania da attaccare ai vetri d'ingresso o sui personali biglietti da visita e che nessuno considera nemmeno di striscio, anzi ... se ti arriva qualche lamentela, ecco che lo prendono pure in giro.

E chissà se quella calcomania, una volta che il direttore che se l'è guadagnata ma che poi ha scelto altre locazioni, rimarrà appiccicata perennemente ai vetri dell'hotel dove una volta ci lavorava?
Credo proprio di sì!
Pensare che quando me l'inventai, immaginavo che il direttore se la sarebbe portata appresso, considerando che la sua professionalità ... etc. etc. debba per forza seguirlo, visto che è lui che la sa fare e non il direttore che verrà dopo.

... e poco importa se da "ideatore" io sia diventato "collaboratore" come riportato nel fondo (ma proprio in fondo) da parte del responsabile (credo e bontà sua) della redazione della Regione Liguria, tal Mauro Boccaccio.
Ma quest'ultimo la conoscerà la regola delle cinque "W" che poi altro non è che la regola del giornalismo mondiale? ...
  • WHO («Chi»)
  • WHAT («Che cosa»)
  • WHEN («Quando»)
  • WHERE («Dove»)
  • WHY («Perché») ... mah? Presa per i fondelli simultaneamente da più parti? ... c'è chi dice di sì e io pure!
 Ma ciò che più me le fa girare a mo di ventilatore è che quella "mezza stella" non si sommerà alle tradizionali stelle che classificano gli alberghi per Legge (quale Legge (?) ... considerando che il Titolo V demanda alle Regioni e che ...) ... risultando che così la definizione di Direttore Top Class (?) non servirà a un "razzo".

Inrazzato?
No, sai chemmefrega, però un po lo sono anche perché questa benedetta "mezza stella" avrebbe dovuto essere lo start per ben altre cose che avrebbero dato maggior qualità proprio laddove siamo carenti.

P. S.: ... e dovrei fare il presidente per la mia Regione di 'sta cosa qua (?) ... ma per piacere!
E se volevano arrivare a questo ci sono riusciti.

Le presidenze non mi sono mai piaciute e mai le ho accettate, figurati adesso che hanno completamente snaturato una buona idea ...
Direttore Top Class?
Ma che ri-minkia è?
E che decidano pure tutto da soli che di certo non ci metterò mai becco ... magari il becco a mo di picchio lo metterò dopo che li avranno nominati ... ecco quello sì!

... a presto ...









giovedì 19 dicembre 2013

Sanremo: boh!

Genererà sicuramente più di una polemica la notizia, pubblicata pochi giorni fa dal Secolo XIX, riguardante i 1.800 turisti svizzeri che, tra novembre e dicembre non sono approdati a Sanremo per la mancata organizzazione di un pranzo a buffet.

Secondo quanto riporta il quotidiano, infatti, i turisti sarebbero arrivati nella città dei fiori a gruppi di 300 nei fine settimana degli ultimi due mesi dell'anno, nell'ambito di una serie di visite della costa, con tappe anche a Montecarlo ed Alassio.

Un tour operator aveva organizzato il tutto ed aveva chiesto un luogo dove poter ospitare i turisti per il pranzo, in un periodo in cui la maggior parte degli alberghi è chiusa.

Sembrava fatta utilizzando i locali dell'ex stazione ferroviaria e l'Amministrazione si era resa totalmente disponibile ma, sempre secondo il racconto fatto al quotidiano, 30 giorni non sarebbero bastati agli uffici comunali per preparare la pratica da portare in giunta e concedere i locali.

Problemi anche a reperire tavoli e sedie per gli eventi ma anche i posti letto.

(da Il SecoloXIX)



mercoledì 18 dicembre 2013

Liguria: ... è solo l'inizio, ma è un buon inizio.






... e poi



... e poi ...





domenica 15 dicembre 2013

La quadratura dei "tondi" nel turismo

I petulanti professionisti (si fa per dire, neh) del turismo, e vale a dire coloro che decidono le sorti di questo comparto nel Bel Paese, c'hanno fatto due bocce grandi così sulla ripresa evidenziata nello scorso mese di agosto in merito alle presenze e ai pernottamenti degli stranieri in Italia ... 'na benemerita mazza frusta (ved. schema sotto della Banca d'Italia)


Che forse sarebbe meglio allargare l'attuale opinione del popolo dei "forconi" anche nei confronti di 'sta gente qua, soprattutto per vedere se prima o poi la finiranno (i professionisti del turismo) di menare il cane per l'aia, o se non sia il caso di mandarli tutti a farsi i calli nelle mani laddove si lavora per davvero.

Che il turismo sia, se non l'unica, almeno l'è sicuramente una parte integrante delle risorse che ci sono rimaste per uscire dalla bratta perenne che ci sommerge sempre di più, che ormai tutta la gente l'ha bello che capito.

E loro, i professionisti (?), oltre a non fare una mazza fionda per il suo ripristino, ci riempiono di tante belle balle multicolori che manco tutti gli alberi di Natale del mondo potrebbero ospitare.
E per di più anche tutte accese in fondo a quel tunnel (quello famoso con la luce dall'altra parte) che pare sia diventata la favola del secolo in corso ... ma luce mai fu.

Mentre le danze settembrine, su questa fantomatica ripresa da consegnare ai posteri per permettere loro di prenderci un po per i fondelli, si sono aperte col nostro ministro della cultura e del turismo, quel Massimo Bray che addirittura se ne prese i meriti (decché?) con il Decreto della cultura emesso pochissimi giorni prima, dichiarandone oltretutto l'assurdo incremento del 31% di turisti nel solo mese di agosto, aggiungendo poi che ... leggere qui la pezza d'appoggio.

E non mancano di certo le lampadine che il presidente di Federalberghi,
Bernabò Bocca, riesce sempre a vedere in fondo a qualsiasi galleria ... vedere qui.
Bontà sua e della vista da 400 diottrie e forse anche qualcosina di più?

Dulcis in fundo, non può mancare ll'Andrea Babbi, il DG dell'Enit, di cui non passa giorno che non ci emozioni (vabbeh) con la sua grande maestria e profetizzazione sul perfetto lavoro svolto e quello che ancora ha da fare.
Perle di saggezza che cadono per terra in ogni dove e che i più sopraffini raccolgono immediatamente rilanciandole in cielo per la soddisfazione dei conti correnti ... quali?

E così via in processione tutti quelli che nel turismo ci lavorano (si fa per dire) istituzionalmente a raccontare che dobbiamo essere felici e contenti (alla moda della Principessa Ifigonia in Culide?) per aver ricevuto in dono 'sta gente qua ... beh; datemi un forcone e di chiappe ve ne solleverò da quelle poltrone sulle quali sono incollati, dice la gente in tutte le piazze d'Italia, e anche se a me non vanno tanto a genio le piazze in fermento, non sopporto i cortei e i comizi (personalmente ho in antipatia anche le processioni), sto cominciando a cambiare idea.

Qualche tondo flaccido l'avrei già inquadrato ... si fa per dire, neh!  ... forse!

P. S.: Poi la Banca d'Italia dice che non è vero e che i turisti nel mese di agosto sono calati del "solo" 7,2% e ...
... chi mi da un forcone?










venerdì 13 dicembre 2013

Se questo parlamentare europeo (Godfrey Bloom) conoscesse come (chi di dovere) trattano il turismo in Italia, che cosa proporrebbe come soluzione?














mercoledì 11 dicembre 2013

Qualcuno volò sul nido del ... Datasiel?

Fu lo stesso Giancarlo Mori, l'allora presidente della Regione Liguria (1999), che durante un'intervista al Secolo XIX, disse così: "È vero, volevo in maniera molto forte che quell’accordo si realizzasse, perché mi ero reso conto che era un modo per razionalizzare e diminuire le spese. Dirò di più: pensavo a Datasiel come centro meccanografico non solo in grado di servire la Regione, ma anche per Provincia e Comune. Ammetto che è stato un fallimento, perché non ci sono riuscito."

Come a dire ... chi ben inizia è a metà dell'opera, neh?

Passano gli anni e a Datasiel ogni tanto capita qualcosa (sequenza impressionante?) di indagini da parte della CdC o giù di lì.

Nell’ottobre 2000 una deliberazione della Regione “cede” alle Asl la convenzione con l’azienda informatica.
Nel novembre la Asl 3 “accetta” la cessione del contratto, che a questo punto la impegna direttamente.
Nel 2002 nasce la nuova Datasiel, completamente pubblica.
Ma l’attenzione degli inquirenti si sofferma a questo punto su una prima delibera a loro parere “anomala”.
È del 31 dicembre 2004: per la gestione del Cup, il centro unificato di prenotazione, stanzia circa 4 milioni di euro per lo stesso anno e 5 milioni 880 mila per il successivo.

Su questa delibera grava il sospetto (non so se sia ancora al vaglio e da accertare, ma d'altronde seguo solo il turismo e già mi basta) di una alterazione della data.
Viene infatti pubblicata all’albo solo il 7 marzo 2005.

Ufficialmente risulta però varata non solo l’ultimo giorno dell’anno precedente, ma anche registrata come ultimo atto di quella giornata.
Insomma: l’unica posizione dove sarebbe possibile inserire, a protocollo, una delibera retrodatata.
Il seguito?
Boh?

Poi, tra altre vicissitudini, il 4 luglio 2006 si arriva al Decreto Bersani che praticamente vieta a Datasiel le attività contrattuali con qualunque ente privato o pubblico diverso da quello nei cui confronti ci sia un “rapporto di strumentalità”: in pratica, può lavorare solo con la Regione Liguria, e comunque un maggiore dettaglio lo si può trovare qui.
Mo faccio un salto sennò non la si finisce più e arrivo all'ultima (se non sbaglio ce ne furono dell'altre) della Corte dei Conti (ved. qui), mentre giorni dopo ...

... Datasiel, né carne né pesce. La due diligens, una sorta di procedura investigativa, affidata alla Deloitte Consulting Spa dalla Regione Liguria per vedere chiaro nei meccanismi della società informatica regionale racconta di un “carrozzone” da riformare, di procedure farragginose in cui la confusione regna sovrana. Tanto che è la stessa Deloitte - per l’analisi strategica è stata pagata 39 mila euro - a consigliare alla Regione di «ridefinire la missione di Datasiel, condividerla fra i vari attori e porre in essere tutte le azioni necessarie al fine di ristabilire i vari compiti e permettere uno sviluppo equilibrato di Datasiel e dell’ information technology (It) regionale». Il che, fuori dai tecnicismi dell’analisi gestionale, sembra spianare la strada alla trasformazione di Datasiel da società ad agenzia.

Burlando, che oltretutto non ne può niente (opzione personale), la spiegava così: «Andiamo sempre più verso una fase in cui si deve risparmiare. Ragioniamo su varie ipotesi, ma nel frattempo abbiamo bisogno di “quotare” di più l’attività che fa Datasiel».
Per la Regione Liguria la società diretta da Enrico Castanini è più o meno una giungla di numeri distribuiti tra tariffario, forniture a corpo, a consumo, a catalogo e a rimborso.
Ma è anche la società che costa alcune decine di milioni di euro interamente pubblici, provenienti dalla Regione e dagli altri 23 enti (tra Asl, parchi regionali, consorzi e agenzie) che fanno parte del Siir, il Sistema informatico regionale “inventato” di sana pianta come cliente di Datasiel.
I dati sono del 2010 perché nel 2011 gli “affidamenti” sono stati circa il 7% in meno.

Per finire Datasiel è anche il datore di lavoro di 399 dipendenti che costano all’anno ... 22, 6 milioni di euro?
Accipicchia!

Poi ...
... l’inchiesta della Deloitte non ha fatto sconti. 
Non a Datasiel, che risulta essere perdente se paragonata con altre società informatiche regionali come il Csi Piemonte, Lombardia informatica e Informatica Trentina, ma anche alla Regione Liguria.
I giudizi: «Datasiel non riesce a proporre sistemi integrati e coordinati a causa della resistenza al cambiamento delle Asl e allo scarso empowerment (accrescimento del potere, ndr) trasmesso dalla Regione».

A dire il vero il braccio di ferro con i servizi informatici delle aziende sanitarie va a avanti da tempo (Carlo Pedemonte?), ma l’ultimo capitolo è stato scritto alla fine dell’anno: la Regione ha chiesto a Datasiel un programma per il controllo dei piani terapeutici, ma nelle ultime settimane si è scoperto che quasi tutte le aziende hanno preferito fare da sole.

Ma Datasiel, secondo il documento, non funziona (come le altre società) come agenzia per l’innovazione e quando svolge il compito di centrale d’acquisto di beni e servizi informatici «l’attività risulta più onerosa».
Ma per una società informatica la macchia più grande è di non avere processi informatici «di supporto per la gestione e la rendicontazione delle commesse». Insomma un programmino semplice semplice che quasi tutte le aziende sul mercato hanno.

A questo momento (2012), sono ormai passati ben 13 anni dal giorno della sua creazione e la gente (quella normale che dovrebbe seguire le proprie "palanche") si chiede il perché circa 400 persone (dell'informatica) e anche se con pochi (dicono) ma ben remunerati dirigenti (ved. qui), non siano ancora stati  in grado di produrre quel programmino semplice semplice pur costando più di altre Regioni.

Mentre il paragone con la Sicilia non vale, neh ... anche perché ... vabbeh, s'è capito.

Tutto questo per dare una piccolissima infarinatura su Datasiel anche perché più avanti vedremo lo specifico della medesima nel turismo ... ora, pardon, ma ho dell'altro da fare per il mio sostentamento, considerato che se non produco (privatamente) nessuno mangia.

P. S.: Mi si può spiegare che mezza fionda di logica c'è tra il dire che (lo dice la Fiom) "urge un'azione di riorganizzazione dell'azienda informatica (Datasiel) della Regione" dopo l'uscita dell'attuale assessore comunale, Francesco Oddone, che per l'occasione lasciò l'incarico dopo molte contestazioni e ... "«E’ ora importante individuare al più presto una figura in grado di completare il lavoro avviato, entro breve tempo. Una figura che somigli a quella di Oddone, una persona competente, slegata dalle logiche politiche, che risponda solo alla Regione, che voglia cambiare l’azienda davvero per migliorarla.

Anche perché "riorganizzazione" non vuole assolutamente dire di "completare il lavoro avviato" ma tutt'altro, neh ... a presto ma col turismo.









P. P. S.: ... e non è che Datasiel sui social abbia avuto molte preferenze (ved. immagine sopra)!








martedì 10 dicembre 2013

Ministero dei beni e della attività culturali e del turismo: Bando alla ciance

Vi ricordate dei 500 giovani che avrebbero dovuto assumere per la digitalizzazione del patrimonio culturale italiano?

E' uscito il bando!

Non è prevista alcuna assunzione naturalmente, ma un programma formativo di 12 mesi con il fantasmagorico, fantascientifico ma con talmente poca fantasia che non permetterà nemmeno l'acquisto di mezza Fanta al dì a cranio, compenso di € 417 lordi/mese (5000 lordi annui).

Figurati al netto.

Per "giovani laureati" di età inferiore ai 35 anni, laureati con il massimo dei voti e che parlino bene l'inglese (certificazione B2 - livello intermedio superiore) !!

Ma chi le pensa 'ste str ... anezze qua?

lunedì 9 dicembre 2013

PromuovItalia: Question Time del 4 dicembre 2013

Figuriamoci!

Oddio, i tempi burocratici nazionali non hanno alcun bisogno d'essere ricordati per conoscerne l'esatta simmetria con i più lenti rapprensentanti del regno animale: lumache, bradipi e affini.

E sul fatto di risolvere in tempi stretti il problema di Promuovitalia S.p.A., agenzia di quelle agenzie di cui personalmente non sono ancora riuscito a capirne l'utilità, s'è già scritto in gran quantità su queste pagine.
L'ultima è che (ved. qui) a Promuovitalia sono fermi già da un bel po per via del disegno della Legge di Stabilità, mentre alcuni dicono che sia in atto anche uno sciopero bianco (?), altri preferiscono così.

E il 4 di dicembre nell'ambito del "Question Time" che si svolge settimanalmente alla Camera, per opera di una interrogazione del deputato Marcello Taglialatela, il ministro Massimo Bray ha risposto così:

In poche parole il Ministro parla di 3 società e se una sarà ENIT, allora o ingloberà Promuovitalia oppure si andrà alla liquidazione, mi sa.
Il resto mi pare aria fritta.

P. S.: Poi se qualcuno mi volesse gentilmente spiegare il perché siano necessari (ma forse lo so già) così tanti enti, agenzie etc. che seppur avendo un solo ben definito scopo, e vale a dire quello della promozione dell'Italia turistica, appaiono invero in un quantitativo industriale (e che molto probabilmente ognuno di questi non sapeva che cosa stesse facendo l'altro) ... constatando oltretutto che il Titolo V demanda alle Regioni gran parte di queste responsabilità ... grazie!

Suggerimento non richiesto: Centralità e un solo ente che fa la promozione ... e soprattutto con a capo una persona veramente idonea.







sabato 7 dicembre 2013

Una lezione da imparare (Curitiba in Brasile)

Ogni tanto mi metto alla ricerca delle migliori città del mondo, sia per quanto riguarda il tenore di vita che le istituzioni locali riescono a dare alla popolazione che vi abita e naturalmente un occhio attento lo butto al mio settore: il turismo.

C'è sempre da imparare e quale occasione migliore è l'origliare attraverso il web?

In alcune località poi ci vado se i miei impegni lavorativi mi ci portano nei pressi, e tempo fa feci una visita a Mississauga nel Canada perché ... (vedi qui) e così pure ritornai a distanza di molti anni a Valencia (Spagna) per il motivo ... (ved. qua).
A chiara dimostrazione che è sufficiente una sola persona (solitamente il sindaco) che l'abbia belle toste e il gioco è fatto.

Però a patto che sappia circondarsi di gente che ... vabbeh, avete capito di certo.
Ce ne sono dell'altre che ho scoperto negli anni ma per non tediarvi oltre sui miei viaggi che come unico scopo hanno quello di imparare dagli altri, passo di corsa a Curitiba (Brasile) che ho appena "origliato" sul web.
Chissà, forse tra breve potrò anche visitarla se ... ma vengo al fatto.

Curitiba non è una piccola comunità alternativa. E' una città di quasi 2 milioni e mezzo di abitanti. Si trova nel sud del Brasile. Non si tratta neanche di una storia nuova: va avanti da 30 anni. Nel 1971, in piena dittatura fascista, una serie di casualità portarono alla designazione di Jaime Lerner come sindaco della città. Lo avevano scelto perché era un inoffensivo esperto di architettura. Un trentatreenne che non si era mai impegnato politicamente e che sembrò l'ideale per mettere d'accordo le diverse fazioni al potere.
Jaime Lerner ci mise un po' ad organizzarsi, poi nel 1972 decise di creare la prima isola pedonale del mondo. Lerner sapeva di avere contro buona parte della città.

I commercianti erano terrorizzati dall'idea che i loro affari fossero danneggiati dal divieto di accesso al centro delle auto. E gli automobilisti odiavano l'idea di dover andare in centro a piedi. I maligni dicono che aveva paura che la sua iniziativa fosse bloccata da un esposto in tribunale. Resta il fatto che i lavori iniziarono proprio un venerdì, un'ora dopo la chiusura del tribunale. Un'orda di operai invasero il centro della città e iniziarono a sistemare lampioni e fioriere, ripavimentare le strade e scavare aiuole piantandoci alberi. Lavorarono ininterrottamente per 48 ore. Quando il primo contingente crollò stremato fu sostituito da un secondo battaglione di operai e andarono avanti così. Il lunedì mattina quando il tribunale riaprì i lavori erano finiti. Crediamo che nella storia del mondo nessuna opera pubblica fu mai realizzata altrettanto velocemente.

I cittadini di Curitiba se ne stavano a bocca aperta. Erano state piantate migliaia di piante fiorite. Una cosa mai vista. E la popolazione si mise a strappare tutti i fiori per portarseli a casa. Ma Lerner lo aveva previsto e già erano pronte squadre di giardinieri che sostituivano immediatamente le piante. Ci vollero un po' di giorni ma alla fine i cittadini smisero di rubare i fiori. I commercianti poi erano stupiti perché si accorsero che il centro cittadino trasformato in salotto eccitava le vendite. E quando il sabato successivo un corteo di auto dell'Automobil-club tentò di invadere l'isola pedonale si trovò nell'impossibilità di farlo perché migliaia di bambini stavano dipingendo grandi strisce di carta che coprivano buona parte della pavimentazione. Da allora tutti i sabati i bambini della città si ritrovano nell'isola pedonale a coprire di disegni meravigliosi enormi rotoli di carta stesa per terra.

La seconda operazione di Lerner fu quella di creare un sistema di trasporti rivoluzionario con strade principali riservate agli autobus e particolari rampe coperte (da tubi trasparenti) che portavano il marciapiede sullo stesso piano dei mezzi pubblici, permettendo ai passeggeri di salire sull'autobus senza fare scalini e quindi più rapidamente. Queste rampe davano la possibilità di accedere ai trasporti pubblici anche a chi era su una carrozzina a rotelle. Particolare attenzione fu data ai collegamenti con i quartieri poveri della città, furono acquistati autobus composti da tre vagoni, con porte più grandi che si aprivano in corrispondenza delle porte scorrevoli delle rampe coperte. Per tagliare i costi e i tempi furono anche aboliti i bigliettai e si decise di fidarsi del fatto che se i trasporti funzionavano veramente i cittadini pagano volentieri il biglietto. Grazie a queste innovazioni i tempi di percorrenza degli autobus di Curitiba sono 3 volte più veloci e trasportano in un'ora 3 volte il numero dei passeggeri, con un rapporto tra il denaro investito e i passeggeri trasportati superiore del 69%. Praticamente avevano creato una straordinaria metropolitana a cielo aperto.

Le autovie di Curitiba trasportano 20 mila passeggeri all'ora (più di quanti viaggino sui mezzi pubblici di New Jork). Gli autobus percorrono ogni giorno una distanza pari a 9 volte il giro del mondo. Rio de Janeiro ha una metropolitana che trasporta un quarto di passeggeri e costa 200 volte di più.

Grazie a questa gestione oculatissima dei costi le linee di trasporto si autofinanziano con il solo costo dei biglietti (circa mille lire), ammortizzano i costi di un parco mezzi costato 45 milioni di dollari, offrono utili alle 10 imprese che hanno in appalto il servizio e remunerano il capitale investito con un tasso di profitto del 12% annuo. L'autorizzazione rilasciata ai gestori del servizio è revocabile all'istante. Le banche, restie a collaborare con altre amministrazioni locali, sono ben disponibili a prestare denaro al comune di Curitiba.
I trasporti sono talmente efficienti che nel 1991 un quarto degli automobilisti della città aveva rinunciato a possedere un'auto e che il 28% dei passeggeri pur possedendo un'auto preferiva non usarla. E questo nonostante il traffico sia molto scorrevole e gli ingorghi sconosciuti.

A questo rifiuto di massa dell'auto contribuiscono anche 160 chilometri di piste ciclabili. Iniziare la riforma della città dai trasporti per Lerner era fondamentale perché egli teorizza che nulla influenza più rapidamente la coscienza dei cittadini quanto l'efficienza dei mezzi pubblici.

Ma la riforma non si è fermata ai trasporti. Il problema delle baraccopoli e della miseria è stato affrontato trovando sistemi semplici in grado di offrire effetti positivi immediati e un cambiamento radicale della cultura a lungo termine. E' la fantasia delle soluzioni quello che stupisce di più. Sembrano pazze ma contengono un'efficienza enorme.
Ci sono servizi di distribuzione quotidiana di pasti gratuiti. Sono state costruite 14 mila case popolari. Ma si è agito anche distribuendo piccoli pezzi di terra per orti e per costruire case. I materiali di costruzione vengono acquistati con un finanziamento comunale a lungo termine ripagato con rate mensili pari al costo di due pacchetti di sigarette. Ogni nuova casa riceve poi in regalo dal comune un albero da frutta e uno ornamentale. Il comune offre anche un'ora di consulenza di un architetto che aiuta le famiglie a costruirsi case più confortevoli ed armoniose. I quartieri poveri di Curitiba sono i più belli del mondo.

Esiste un servizio di camioncini che girano per la città scambiando due chili di immondizia suddivisa con buoni acquisto che permettono di acquistare un chilogrammo di cibo (oppure quaderni, libri o biglietti per gli autobus). Così il 96% dell'immondizia della città viene raccolta e riciclata [I cestini per i rifiuti sono doppi: per l'organico e per l'inorganico, n.d.r.]. [Uno degli slogan che caratterizzano la città è "la spazzatura che non è spazzatura". Praticamente tutta la carta raccolta viene riciclata e, come spiega
orgogliosamente un cartello elettronico che campeggia in mezzo al parco, "50 chili di carta riciclata bastano a salvare un albero. Il riciclaggio della carta ha salvato finora 4'693'559 (il numero aumenta di secondo in secondo) alberi. n.d.r.]. Il che ha permesso di risparmiare milioni di dollari per costruire e gestire una discarica. Attraverso la pulizia della città e una migliore alimentazione della popolazione povera si è ottenuto un netto miglioramento della salute.

Il tasso di mortalità infantile è un terzo rispetto alla media nazionale. Ci sono 36 ospedali con 4500 posti letto, medicinali gratuiti e assistenza medica diffusa sul territorio. Ci sono 24 linee telefoniche a disposizione dei cittadini per informazioni di ogni tipo. Una di queste linee fornisce ai cittadini più poveri i prezzi correnti di 222 prodotti di base. In questo modo si garantisce ai consumatori di non cadere vittime di negozianti disonesti.

Ci sono anche 30 biblioteche di quartiere con 7000 volumi ciascuno. Si chiamano "Fari del sapere" e sono casette prefabbricate e dotate di un tubo a strisce bianche e rosse alto 15 metri. Sulla sommità della torre c'è una bolla di vetro dalla quale un poliziotto controlla che bambini e anziani possano andare in biblioteca indisturbati.
Ci sono 20 teatri, 74 musei e centri culturali e tutte le 120 scuole della città offrono corsi serali. Vengono organizzati corsi di formazione professionale per 10 mila persone all'anno. Gli abitanti di Curitiba sono collegati a un "Telefono della solidarietà" che permette di raccogliere elettrodomestici e mobili usati che vengono riparati dagli apprendisti artigiani e rivenduti a basso prezzo nei mercati o regalati.

Grazie al microcredito, una volta imparato un mestiere i giovani possono aprire un'attività in proprio. Vengono aiutati anche coloro che vogliono diventare commercianti ambulanti attraverso la concessione di autorizzazioni al commercio facilitate. Ed è proprio la logica con la quale si affrontano i problemi ad essere diversa. Ad esempio, le azioni di un gruppo di giovani teppisti che strappavano fiori all'orto botanico furono interpretate come una richiesta di aiuto e i ragazzi furono assunti come assistenti giardinieri. Un'altra grande iniziativa di Lerner è stata quella di creare decine di parchi dotati di laghetti e di piantare ovunque alberi. Curitiba è la città più verde del mondo (55 m2 per abitante, n.d.r.). Insomma un paradiso con il 96% di alfabetizzazione (nel 1996). Gli abitanti che hanno un titolo di studio superiore sono l'83%. La città ha un terzo in meno dei poveri del resto del Brasile e la vita media arriva a 72 anni, grossomodo quanto negli USA, ma con un reddito procapite che è solo il 27% di quello degli Stati Uniti. Insomma, per essere una città del Terzo Mondo non è male...

A questo punto però c'è da chiedersi come mai l'esperienza di Curitiba non sia conosciuta in Italia. Abbiamo fatto una ricerca e ci hanno detto che anni fa la rivista Nuova Ecologia pubblicò un lungo servizio su questo miracolo dell'onestà creativa e anche l'Espresso ne parlò.  Allora come è successo che Curitiba non è diventata un esempio da imitare?  Perché queste tecniche ingegnose ed entusiasmanti non sono diventate il cavallo di battaglia della nostra destra, centro o sinistra?  Cosa hanno i nostri politici? Sono sprovvisti di senso pratico? Sono ammalati di serietà? Non sanno più sognare?

No, qui gli ultimi dati dicono che da gennaio e a ottobre del 2013, per via dell'aumento dell'Iva dal 20 al 21% c'è stato un calo di 3,4 miliardi nelle casse erariali.
E loro cos'hanno fatto per rimediare alla schifezza?
Beh, semplice, hanno aumentato l'Iva al 22% ... cosicché il prossimo anno, le entrate diminuiranno di circa 10 miliardi di euro che al fin dei conti pagheremo sempre noi con altre tasse.
... poi se qualcuno s'incazza veramente non ci sarebbe poi niente di strano.

Poi si dice che siano bravi anche nel turismo ... ma non ne avevo il minimo dubbio.







venerdì 6 dicembre 2013

Turismo: dislike

Oltre a fermare il declino, qui bisognerebbe fermare il degrado mentre il continuare a crederci è diventato utopistico.

Parlo del turismo tanto per cambiare.

Da tempo i "capi" di questo settore argomentano che l'ascoltare quelli "del basso", e vale a dire coloro che non appartengono a nessuna associazione, ente, partito politico e bla bla bla, produce un tantum per l'intero comparto ... dicono.
E in ogni dove ci si riunisce per farli parlare, ascoltarli e ogni tanto ci scappa pure il contentino al loro indirizzo.
Chessò, un "mi piace" su feisbuc oppure l'indispensabile (per loro) retuitt che tanta gioia da.

Poi, per quelli che sanno argomentare un qualsiasi cosa che già si sapeva fin dai tempi degli antichi romani ma senza dimenticare l'indispensabile ausilio dei congiuntivi e condizionali perfetti, ecco che gli arriva l'ambito premio di fornirgli una platea.
Finisce che la focaccia genovese pucciata nel cappuccino a Sestri Ponente al mattino (non proprio una zona prettamente turistica alla periferia di Genova) e che ha un costo all'incirca di due euro, ha più valore dell'accensione simultanea degli alberi di Natale di New York e Rapallo a costo zero (ved. qui).
Il tutto dipende da quanti "amici" ognuno dispone sul social e dai ripetuti e gratificanti "ai laich" o "retuitt" che uno riceve.

Dimenticavo un altro vantaggio.
I "capi" se ne glorificano per la gioia di tutti e tira a campà (è sufficiente leggere nel web il continuo e il ripetuto nonché eccessivo immotivato compiacimento dei loro meriti) , mentre i turisti non aumentano mai.

Per l'occasione, a conferma, è sufficiente informarsi presso le varie Camere di Commercio distribuite sul territorio nazionale (se uno vuole fare prima c'è UnionCamere), sulle chiusure commerciali della ristorazione e del ricettivo presso le medesime, mentre nei tribunali si possono estrapolare i fallimenti e all'Inps il quantitativo industriale dei disoccupati che ogni giorno aumenta sempre di più.
Non mancano nemmeno, e questa cosa fa proprio schifo (opinione personale nei confronti di chi non interviene pur potendo), i suicidi che ogni tanto appaiono per mezzo dei media.

Qualcosa non va e non torna, infatti i risultati ... ma come quasi sempre accade a seguito della critica "costruttiva", qui s'è studiata la soluzione affinché l'apporto di quelli "dal basso" sia veramente produttivo anche senza i "ai laich" e i "retuitt" che alla fine dei conti non servono a un .....









giovedì 5 dicembre 2013

Quando di gatti non ce n'è, i topi ...

Ieri notte cercavo qualcosa sul web e all'improvviso m'è capitato questo racconto di cui non sono riuscito a saperne la fonte ... una pagina senza il chi e il per come ma che ... mo ve la copincollo e poi fate voi, neh!

Era un giorno come tanti e nel magico villaggio dei topolini tutto procedeva come di consueto, i babbi roditori erano intenti a svolgere il proprio lavoro, chi in fabbrica, chi in bottega e le mamme topolone alle prese con le faccende domestiche o dedite agli acquisti.

I piccoli topolini, come ogni giorno tranne la Domenica, seguivano attentamente la lezione scolastica del vecchio maestro De Rattis, uomo di profonda cultura ed esperienza che, in quella specifica occasione, istruiva i suoi piccoli scolari sulle regole del Marketing. “E’ una scienza esatta!” disse perentorio con la sua voce baritonale “Si fonda sul prodotto, deve incontrare il gusto e sposare i bisogni dei destinatari i quali devono essere preliminarmente identificati con chiarezza affinché la successiva azione di comunicazione sia veicolata nella maniera opportuna, con i giusti mezzi e gli idonei strumenti di tracciatura del risultato. Se ne deduce che per conseguire un qualsiasi beneficio è necessario l’apporto di professionalità consolidate, di menti brillanti e creative con particolare riferimento all’arte della comunicazione, che è di pochi…”

I topolini rimasero talmente affascinati da quella indimenticabile lezione che, tornando a casa, non parlarono di altro e continuarono fin dopo l’ora del pranzo nelle rispettive case.
Le loro madri ascoltarono attentamente i resoconti entusiastici e qualcuna di loro non riuscì a trattenere una lacrima di orgoglio.

Lui arrivò nel pomeriggio.
Era un giovane uomo dalle nobili fattezze che recava nella mano destra un flauto.
Giunse nella Piazza principale del paesello e iniziò a diffondere la sua armoniosa melodia.
Nel giro di pochi minuti tutti gli abitanti del villaggio, senza nemmeno sapere come, si trovarono al cospetto di quell’essere così bello, intelligente e meraviglioso.
Lui di botto, alla vista di cotanta partecipazione, interruppe bruscamente la sua celestiale musica e disse: “Vengo da un vicino villaggio di marmotte dove grazie ai miei insegnamenti è fiorito il commercio ed ora l’economia prospera rigogliosa”.
Esclamazioni di stupore risuonarono tutto intorno.

“Non credete ai vecchi mestieranti” continuò il giovane uomo, “Le sorti economiche della vostra terra sono ineluttabilmente legate alle voci che provengono dal basso, orde di turisti e uomini d’affari giungeranno qui dopo che il popolo si sarà levato ed avrà diffuso gli importanti messaggi che il mondo si aspetta di ricevere. 
Tu Carletto! Non importa se non sei in grado di articolare una frase senza commettere un’infinità di errori logistici! Esprimi il tuo pensiero e milioni di ratti arriveranno da ogni dove. 
Tu Mafalda! Diffondi immagini assolutamente anonime e lontane da quei contenuti visivi prodotti da coloro che professano l’arte della fotografia! 
Tutti vorranno vedere il campanile del villaggio dopo la tua mirabile azione divulgativa. 
Voi tutti e proferite il verbo!”

Fu un’esplosione di gioia mista a commozione, era finita l’epoca di Indro Rattanelli, di Oliviero Rattoscani e di tutti quei cultori della professionalità e ingegno che, applicata alla realtà secondo schemi di rigore scientifico, si arrogavano il diritto di poter comunicare meglio di quanto facesse il ratto 2.0!

Ricominciò la musica e tutti si incolonnarono festosamente alle spalle del giovane uomo ... mentre la scogliera era sempre più vicina …

... segue domani.




Da Anonimo del web.

mercoledì 4 dicembre 2013

La "supposta" (in senso lato) combinazione notata al BTO 2013 di Firenze



Poi ... il 3 dicembre 2013 al BTO di Firenze






E se quella "supposta" combinazione non è più in senso lato (per me), beh; almeno un piccolissimo grazie non m'avrebbe di certo fatto schifo, neh!






martedì 3 dicembre 2013

Firenze: BTO 2013 ... chi avrà ragione tra Giancarlo Carniani e Robert Piattelli?



... ai posteri l'ardua sentenza.












lunedì 2 dicembre 2013

OT: campagna antifumo 2013


Il fumo avvelena anche te: digli di smettere. 






Classement des catégories hôtelières ... méthode de classement "qualité"


Depuis toujours je m'intéresse au classement des catégories hôtelières, au point que j'en ai examiné plus d'une centaine dans le monde entier. 
Pourtant, aucune ne répondait à mon modèle de qualité hôtelière.

En effet, la qualité n'est presque jamais liée aux exigences de la clientèle, mais s'appuie surtout sur des paramètres techniques comme les dimensions des hôtels et autres calculs qui se rapportent aux services offerts.
C'est un système qui est davantage lié aux mathématiques et à l'architecture.
J'ai donc décidé de créer une nouvelle méthode de classement "qualité", après toutes ces années d'étude, voici mon projet.

J'ai travaillé de nombreuses années a l'étranger, en 1974 au Brésil comme garçon de cuisine jusqu'à la direction de plusieurs chaines hôtelière dans le monde. 
Cela m'a permis d'analyser les exigences des touristes et de formuler au mieux l'activité hôtelière vis a vis des clients.

Le C.A.D.Q., classement de qualité hôtelière, est une norme européenne qui rend uniforme la méthode d'assignation des "étoiles" aux hôtels.
Cette norme correspond à un ensemble de critères et de calculs qui se mesurent en millésime, issus d'éléments objectifs communs aux structures hôtelières: pour chaque 1000 millésimes comptabilisés une étoile est attribuée. 

Au cœur de ce projet un autre type d'évaluation de la qualité vous est proposée.
Le directeur d'hôtel, en répondant à un questionnaire via internet, pourra autocertifier les caractéristiques de son hôtel.
Ce questionnaire serait intégré sur le site national du tourisme pour prendre le pas sur les avis de TripAdvisor qui souvent ont causé d'importantes difficultés aux structures touristiques.
Ces réflexions personnelles sont le fruit de plus de 1000 interviews que j'ai réalisé et qui confirment la problématique décrite ci-dessus.

En coordonnant les réponses aux questionnaires, il serait possible d'attribuer d'une façon objective les "étoiles" aux structures hôtelières. 
En parallèle, une commission d'experts du secteur devra visiter les nouvelles structures au plus tard 60 jours après l'ouverture, pour vérifier l'exactitude des déclarations sur l'état réel de l'hôtel.

Une commission serait créée pour vérifier la validité des déclarations du questionnaire tous les 5 ans afin de procéder à un examen approfondi de l'autocertification dans les moindres détails.

Nous n'aurons plus de données superficielles, mais une véritable analyse globale de la qualité: qualité de données, qualité de l'hôtel, qualité du service, qualité de la cible (client).
Je l'ai traduit en plusieurs langues afin de présenter ce projet au plus grand nombre de personnes possibles en ayant la conviction qu'à l'étranger les choses se passent différemment de l'Italie.

 En effet, depuis des années j'ai soumis ce projet à différents experts du tourisme Italien qui, soit, ne l'ont pas pris en considération, soit, quand le projet suscitait de l'intérêt, m'opposaient des temps de réalisation très longs à cause de la bureaucratie.

Le "temps" en Italie se dilate beaucoup plus qu'à l'étranger.
Par contre, en me confrontant avec différents experts à l'étranger, et même avec quelques ministres du tourisme, avec lesquels j'ai pu collaborer en donnant des conseils sur la programmation touristique, mes idées ont été accueillies positivement.




Per gentile collaborazione di Bruno Giuseppone e Magali Sato.



Per l'amica Bea la traduzione la scrivo domani. 


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