giovedì 31 gennaio 2013

Turismo: Cercare le differenze


Ieri sera, rovistando nel web, alla ricerca d’una seppur parvenza di Piano o progetto sul turismo negli anni passati, mi sono imbattuto in questo articolo sulle pagine de La Repubblica.

Infatti ricordavo d’aver sentito qualcosa in quelle brevissime apparizioni nel mio Paese, e cioè quando ci ritornavo per solo qualche giorno per salutare visivamente i miei cari.
Il fondo è del 27 ottobre1984, e vale a dire qualcosa come ventotto e un tocco anni fa.
Facciamo quasi trenta, tanto per far capire meglio.

Ma bando alla ciance e buona lettura, poi ci risentiamo alla fine di questo.

Un aumento costante dei prezzi, al quale non corrisponde sempre un adeguato servizio; scarsa tutela del patrimonio artistico; inquinamento delle coste; insufficiente organizzazione dei mezzi di trasporto.

Diagnosticare i mali del turismo italiano non sembra difficile, ma la cura rimane finora introvabile. Ciò nonostante, il primato di questa "industria", almeno stando alle cifre, non mostra segni di crisi: quest' anno, un fatturato di 50 mila miliardi, un' entrata di valuta straniera intorno ai 15 mila miliardi, il 9 per cento in più rispetto all' 83.

Il business del turismo, insomma, è ancora un "fattore trainante dell' economia nazionale, per il quale vale la pena introdurre criteri manageriali di gestione".

Così ha affermato Aldo Aniasi, vice presidente della Camera, al Convegno nazionale "Rilancio del turismo in Italia" che si è concluso ieri al Circolo De Amicis di Milano, con il patrocinio del Ministero del Turismo, della Regione Lombardia e della Provincia di Milano.
Presenti, per un confronto "programmatico", amministratori, sindacati, operatori alberghieri e organizzazioni del tempo libero.

Proprio per evitare il rischio che questo enorme potenziale economico si perda in imperdonabili errori di gestione, il ministro del Turismo Lelio Lagorio ha ribadito la necessità di un coordinamento della politica e degli interventi per promuovere il "catalogo Italia".
"Spendiamo - ha affermato - tre volte più della Spagna e della Grecia, ma lo facciamo spasmodicamente, senza perseguire un disegno promozionale omogeneo e perciò forte".

La proposta, da realizzarsi nei tempi più brevi, è quella di concentrare gli sforzi, anzichè disperderli in interventi sporadici e isolati.
Di qui l' utilità di un "Piano triennale sperimentale" sul quale si impegnino ugualmente amministratori, operatori sociali e economici.

In poche parole il “Piano triennale sperimentale italiano” non venne mai partorito, mentre le causali non troppo felici del nostro turismo di allora sono rimaste esattamente le stesse, con una sola variante però …

… infatti quell’entrata di valuta estera del più 9% rispetto all’anno precedente; non esiste più.






mercoledì 30 gennaio 2013

Enit ... post senza titolo perché auto censurato


Il peggior binomio che possa esistere per un essere umano è quello di avere del tempo da perdere e non disporre di una esagerata capacità intellettuale, dai mettiamola così.

Poi ce ne sarebbe anche una terza, ed è che noi italiani in queste cose, probabilmente (?), ci marciamo come soldatini di ferro all’aria aperta, arrugginendoci ma godendo del male altrui.

Poi se questo male si ripercuote su di noi stessi, beh; per alcuni miei compatrioti è ancora meglio.
Ed è da qui infatti che nasce il famoso detto: “Me lo taglio per far dispetto a mia moglie”, che ti viene da dire: “E bravo bel …one”, che non è la fine della parola “campione”, neh!

Ma vengo al perché.
Ieri apro il giornale web (Il Giornale d’Italia diretto da Francesco Storace) e leggo che di giusti in Italia non ce n’è poi così tanti … dicono loro.
Ma come mai?

Come ben sappiamo la destra è contro la sinistra e pure viceversa, poi ci sono dell’altri che ce l’hanno con tutti, e tra di loro non fanno altro che spararsi addosso delle quintalate di sterco, profetizzandosi gli uni migliori degli altri.
Mentre il più delle volte queste risultano tutte balle (!) per i … oni (vedi sopra).

Comunque sia una tale Grazia Bontà, dice che Andrea Babbi non può ricoprire la carica di DG dell’Enit per i seguenti motivi.
E lo dice con una tale superbia, adottando dei termini anche banali, a presunta dimostrazione che il pezzo sia più che altro, politicizzato.
Infatti usa degli aggettivi come “giovane o giovanotto” (e per più volte) che per un signore che ha 51 anni (Andrea Babbi) suona più come una presa per i fondelli, dimenticando (volutamente ?) che non esiste migliore età per un uomo per poter dirigere qualsiasi ambaradan o far diventare ex un famoso carrozzone di tale misura.

Non mancano nemmeno delle terminologie come il “fedelissimo” nei confronti di Pier Luigi Celli che è il Presidente del medesimo ente … e via cantando, ma tutte supposizioni che manco li cani …
In poche parole e per quanto mi riguarda, un fondo da far paura per la sua inconcludenza che ha dei riporti addirittura sul Governatore dell’Emilia Romagna, sugli eventuali ministri futuri e chi più ne ha più ne metta.
Mancano solo delle supposizioni sull’eventuale prossimo Papa, ma probabilmente nel prossimo ci rientrerà anche lui con tutta la Chiesa subito appresso.
Ma per piacere!

Questo detto, tutto italiano, si adatta perfettamente alla scandalosa vicenda (?) che sta per essere raccontata … dice la Grazia Bontà.
Bontà e Grazia sua!

Sono mesi oramai che tutti gli italiani sentono parlare, purtroppo, di Spendig Review, la riforma che, letteralmente, revisiona la spesa pubblica. In che modo? Semplicissimo, tagliando i fondi a tutti i settori di competenza statale, senza alcuna pietà. Anzi no. Perché, come si suol dire, “fatta la legge, trovato l’inganno”. Questo detto, tutto italiano, si adatta perfettamente alla scandalosa vicenda che sta per essere raccontata. Ma cominciamo dal principio. E.N.I.T., acronimo che sta per: Ente Nazionale Italiano Turismo, oggi rinominata “Agenzia Nazionale per il Turismo” (il nome cambia poco la sostanza), è una delle aziende pubbliche più importanti e con maggior peso specifico nel nostro Paese. Questo per un fatto molto semplice: l’economia italiana ha dal turismo una parte considerevole dei suoi introiti. Con la crisi che avanza e con la Spending Review che incalza, però, anche questo prestigiosissimo Ente avrà cominciato ad avere qualche problema. Sembrerebbe proprio di no. Capita infatti che, il 21 settembre del 2012, sia scaduto il contratto dell’ex Direttore Generale dell’Enit, tal Paolo Rubini e che il Consiglio d’Amministrazione ne debba nominare uno nuovo. In casi come questo, la riforma voluta dall’incorruttibile Governo dei tecnici, vuole che vengano applicare regole ferree ed inderogabili. Per esempio, il comma 6 dell’articolo 2 del testo definitivo ed approvato dal Parlamento della citata Spending Review che prevede “l’espresso divieto –per le Amministrazioni per le quali non siano stati emanati provvedimenti attuativi da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri (e l’Enit non è tra questi,ndr)- di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsiasi contratto”.Bene. Però, in qualche modo il posto dell’uscente Rubino dovrà pur essere occupato da qualcuno. Il nome estratto dal cilindro dal CdA dell’ente è quello di Andrea Babbi. Nato a Ravenna (occhio, il luogo natio è importante), classe 1962 -un giovanotto, si potrebbe dire- e Amministratore Delegato uscente di “Apt Emilia Romagna”, agenzia che si occupa della promozione e sviluppo del turismo locale. Perfetto, come competenza ci siamo, dunque. Peccato però che la “Apt” sia una  società privata e che, quindi, con la sua nomina, Babbi abbia violato non solo la regola che impone agli enti pubblici di non assumere nuovo personale, visto il periodo di crisi, ma anche un’altra. L’art.19, della legge165/2001 impone che “gli incarichi dirigenziali possono essere conferiti a dipendenti pubblici, purché dipendenti da altre amministrazioni pubbliche o da organi costituzionali”. E non è proprio questo il caso del nuovo DG dell’Enit. È bene capire il perché la scelta del Consiglio d’Amministrazione sia ricaduta proprio su Babbi, violando più di una norma di legge, invece che su un dirigente interno all’ente. Beh, per esempio perché il giovane ex AD dell’Apt è uno dei fedelissimi del Presidente dell’Enit, un certo Pier Lugi Celli. Il quale, oltre ad essere il DG di una delle più prestigiose università di Roma, la“LUISS – Guido Carli”, ha un curriculum da imprenditore lungo una decina di pagine. Il caso vuole che sia Celli che Babbi siano, per così dire, in ottimi rapporti con l’attuale Presidente della “Conferenza Stato-Regioni”, nonché Governatore dell’Emilia Romagna (guarda caso), Vasco Errani. Ma non basta. Certe malelingue, viste le elezioni alle porte, sostengono che uno degli aspiranti alla poltrona di Presidente del Consiglio, l’emiliano (la regione è la stessa) Pierluigi Bersani, vorrebbe proprio Errani nel suo futuro Governo o almeno quale suo successore alla guida del Partito Democratico, in barba a eventuali primarie e quant’altro. C’è di più. Sempre le stesse malelingue avrebbero insinuato cheBabbi sia stato “promosso” all’Enit per giustificare un suo –eventuale- ulteriore scatto di carriera, laddove il suo “protettore”fosse effettivamente chiamato a più alti incarichi. Queste, però, sono solo perfide illazioni. Alle intenzioni, non possono farsi processi. Ma ai fatti sì, eccome. Lasciando perdere le trame di potere, è bene approfondire che tipo di vantaggio (economico, oltre che “di curriculum”) abbia ottenuto il giovane Babbi grazie al suo nuovo incarico. Mentre il Governo dei tecnici tar-tassa i suoi cittadini con ogni possibile tipo di imposta, un dirigente pubblico ha uno “stipendio tabellare, annuo, lordo” di 51.320 euro, cui si vanno ad aggiungere 23.633 euro di “indennità di posizione –parte fissa-” , 75.047 euro di “retribuzione di posizione –parte variabile-”  e la bellezza di 30.000 tondi tondi di “premio annuo residuato”. Per un totale di 180.000 euro all’anno. Tutto indicato per filo e per segno nel contratto di lavoro di Babbi (in foto) e che, in calce, riporta anche la sua firma quale DG di Enit, oltre che quella del Presidente Celli. In pratica si è assegnato la paga da solo! Insomma, una cifra che un dipendente pubblico medio non vede neppure in 10 anni di lavoro, sempre che il lavoro (con tutti questi tagli) ce l’abbia ancora. Tutta questa storia non sarebbe mai venuta fuori senza il lavoro instancabile di Giuseppe Russo, dirigente della FILP, il sindacato indipendente dei lavoratori pubblici. Russo ha iniziato a segnalare ai dirigenti Enit che la nomina di Babbi era del tutto illegittima ancor prima che il CdA la votasse definitivamente. Non ricevendo, in mesi e mesi, dall’ente alcun riscontro in merito alla sua denuncia, è dovuto passare alle vie di fatto, presentando un regolare esposto alla Corte dei Conti, che dovrà pronunciarsi in merito alla eventuale violazione delle norme di legge, verificatasi con la designazione di Babbi. Raggiunto telefonicamente da “il Giornale d’Italia”, il sindacalista della FILP ci ha tenuto a precisare una serie di cose. “Allo stato attuale, all’Enit non è cambiato nulla. La dirigenza continua a non dare alcuna risposta in merito alla mia segnalazione. E, inoltre, Andrea Babbi sostiene che la denuncia per l’irregolarità della sua nomina, sia un attacco personale a lui e non alle modalità con le quale è stato scelto. Qui nessuno ce l’ha con lui. Vogliamo solo che venga chiarito il perché sia stato scelto un dirigente ‘esterno’ alla P.A. in violazione (almeno così pare) delle regole stabilite dal Governo”. Oltretutto, in un momento delicato come questo, verrebbe da aggiungere. La domanda è sempre la stessa e la risposta non arriva mai. Se esistono delle leggi, perché i primi ad infrangerle sono quelli che, per primi, dovrebbero seguirle alla lettera?


E allora esaminiamo un po’ ciò che ha scritto l'ardita signora, sotto consiglio o personale ricerca o sotto dettatura e artefice del pezzo.

Amministratore Delegato uscente di “Apt Emilia Romagna”non mi risulta uscente affatto.
E p
eccato però che la “Apt” sia una società privata: è sì una srl, ma il capitale sociale è versato da enti pubblici (soci).
Il giovane o giovanotto Andrea Babbi, ex AD dell’Apt è uno dei fedelissimi del Presidente dell’Enit; non sapevo; ma da quando?
Poi per giustificare un suo, eventuale, ulteriore scatto di carriera, laddove il suo “protettore”fosse effettivamente chiamato a più alti incarichi: da DG non si diventa AD di ENIT; questa mi pare proprio una ca..ata … che non è una cascata.
In calce, riporta anche la sua firma quale DG di Enit, oltre che quella del Presidente Celli.
In pratica si è assegnato la paga da solo!
Beh, se è un contratto l'avrà dovuto firmare per forza, o no; altra ca..ata (ved. sopra).
Regolare esposto alla Corte dei Conti, che dovrà pronunciarsi in merito alla eventuale violazione delle norme di legge: credo che la nomina l'abbiano già dovuta vidimare, per cui è banalmente del tempo perso e delle rotture di ... oni.

Circa lo stipendio, mi pare sia in linea con quello dei predecessori, anzi sembrerebbe qualcosa di meno e che vada a parare addirittura sugli obiettivi raggiunti.

E al fine … perché Tutto sbagliato tutto da rifare che su quell’ente ha speso milioni e milioni di parole criticandoli (costruttivamente) aspramente, adesso si mette dalla loro parte?

Semplice!
E' mai possibile che quando ne arriva uno che potrebbe saper fare il proprio lavoro nel migliore dei modi si cerchi in tutte le maniere di tornare all’antico, e vale a dire … meglio non dire, va!
Tutto sbagliato tutto da rifare non è un blog che vuole rompere i …oni (vedi sopra) perché non ha da fare un razzo, anzi (se sapeste … ), e non è neanche un blog che si schiera da una o dall’altra del firmamento politico italiano.
Personalmente sto solo col turismo e il turismo con la politica non c’entra una benemerita mazza di niente, e di conseguenza sto con chi lo sa fare. E di certo non penso minimamente al bene di pochi nonché interessati al proprio benessere, vero?
E chi ha da capire, capisca neh ... e sapevatelo!
Poche balle e camminare

Bontà mia!


P. S.: Tutte CAZZATE 




martedì 29 gennaio 2013

I tempi del Piano Strategico del Turismo ...


Tra un po’ sarà Carnevale e quindi, si dia inizio alle danze e vai col ballo in maschera.
Ma andiamo per gradi.

Pochi giorni fa il Consiglio dei Ministri ha approvato (si fa per dire visto che il Consiglio ha preso atto del lavoro istruttorio fatto ma non l’ha adottato) il Piano Strategico del turismo, ed ecco che subito si sono alzate le ovvie obiezioni, le contraddizioni, le opposizioni e tutte quelle parole che finiscono per “oni”.

Mentre a me tutte queste “obiezioni” e giusto per rimanere in tema, fanno girare solo … la rima; e vediamo il perché.

Andrea Babbi, il nuovo DG dell’Enit, non appena ne ha preso nota, non ha fatto altro che dire: “Non è scritto sulla pietra e datemi una mano a migliorarlo” e l’ha buttato nel web per vedere di nascosto (?) l’effetto che fa.

Va subito detto, e quindi ricordato ai vari “mascherati da grandi saccenti del turismo”, che di Piani Strategici l’Italia non ne ha mai avuti in precedenza, e manco di una sola settimana su quella appena trascorsa.
Ed il problema è ed era anche abbastanza grave.
Senza dimenticare poi che nessuno, prima d’ora, ne aveva cercato la condivisione tra tutta la popolazione che di questo s’interessa … ma il risultato, a parte pochi, volete sapere qual’è stato?

La classica riunione di condominio ... si, e per di più anche di quelle simil carnevalesche e multicolore.
Infatti i più sparano sentenze di improduttività sulle varie disamine appena lette, mentre alcuni lo fanno accennando alla condivisione verso quelle cose già sentite, lette e scritte milioni di volte.
Non mancano poi quelli che s’aspettavano di più.
Ma di più di che cosa (?), e cos’è che non è stato ancora detto negli ultimi trent’anni?
Forse che erano in attesa di qualcosa di nuovo o di mai sentito in un Piano Strategico?
Si vede di si!

Però, maremma maiala, possibile che a nessuno venga in mente che un Piano Strategico sia prima di tutto temporale sui contenuti, e vale a dire che a priori andrebbero esaminati i tempi da affrontare prima dell’altri.
Mentre è in corso d’opera che si producono i vari cambiamenti per poi farli incastrare in un mosaico perfetto.

Faccio un esempio?
Va beh, faccio un esempio!
Anzi ne faccio due!
Sulla formazione tutte le azioni hanno tempi che vanno dai 12 mesi ai 4 anni … ma scherziamo (?)

Per non dire che due anni per la revisione del Titolo V sono veramente un po’ troppi.
Un anno basta e pure c’avanza.

Poi c’è anche dell’altro (molto), ma … il CRM (Customer relationship management) dove cippa è?


Però di "maschere" ce n'è, neh?








lunedì 28 gennaio 2013

Turismo: l'incredibile storia di Sporletto, Gambalonga, Rondina e Marozia


Dopo esserci auto seviziati per anni nella maniera più inconcludente che esiste, finalmente un argomento appassionante in Italia in merito agli arrivi turistici, e i dati ci dicono che questa è stata un’estate fantastica sotto l’aspetto delle presenze turistiche, e se tanto mi da tanto, anche l’autunno si preannuncia esageratamente produttivo.
Parlo di Sporletto, Gambalonga, Rondina e Marozia.

Quattro paesini, ma neanche poi troppo paesini, poiché la popolazione in ognuno s’aggira ormai intorno ai 20.000 abitanti.
E che quest’anno hanno fatto l’amplein con cifre che sfiorano il 20% di turisti italiani e addirittura il più 30% per quelli esteri … dati sui pernottamenti rispetto all’anno precedente.
Un grande successo che andrei ad esaminare per bene, anche perché si potrebbe copiare.

Va subito detto che stranamente ogni paese dei “Magnifici quattro” ha una differente giunta comunale: a Sporletto (che è sul mare) “regna” la destra mentre a Gambalonga (pianura) l’organo collegiale è formato dalla sinistra; a Rondina (collina) c’è il centro ed infine a guidare Marozia (montagna) è presente una lista civica che praticamente li raggruppa tutti.
Strano, né?

Comunque sia, i preposti al turismo dei 4, non appena eletti e quindi nominati dai vari Sindaci, hanno deciso d’incontrarsi e programmare uniformemente un piano per ottenere l’agognato benessere per i cittadini ivi residenti.
Dapprima hanno optato di far ripulire completamente le rispettive località e di rendere accessibile ai turisti di tutto il mondo le spettanti loro destinazioni.
Dopodiché, lancia in resta, hanno chiamato a raccolta tutti gli operatori del comparto e il risultato è stato che l’impegno ha sopperito la carenza dell’esperienza, anche perché, subito dopo, l’immissione di grandi esperti settoriali provenienti da altri luoghi d’Italia, ha poi dato il “LA” al radicale cambiamento dell’ambaradan.

Attualmente tutti (nessuno escluso) gli alberghi, ADV, i B&B, T. O. gli agriturismi, quelli del 2.0 eccetera eccetera, dispongono di un valido e buon sito, e non quelli da quattro soldi bucati che ahinoi si vedono in giro, e la destagionalizzazione è una cosa molto seguita, e non un perpetuo e ridondante bla bla bla.
Siti dove al fine (home page) è addirittura mancante la P. Iva che per l'Agenzia delle Entrate questo comporta (previsto dal DPR 633/72) anche delle multasse di non poco conto, comunque sono fatti loro, e non posso far altro che ricordarlo su queste pagine.
In poche parole, le quattro località, in perfetta sinergia e alternandosi l’uno con l’altro, se ne studiano sempre qualcuna per invogliare il turista ad arrivarci.
La genuina accoglienza e il professionale saper far vivere bene il turista, fa il resto.

Poi c’è la rete wi-fi, ottenibile attraverso la “4 villages card”, che permette la fruizione sul comprensorio di tutti i servizi, trasporti compresi, e che dà diritto all’ingresso gratuito a tutti i musei e all’uso di trasporti pubblici; per i possessori della card è previsto anche uno sconto nei ristoranti e negli stabilimenti balneari.
Si acquista on line, telefonicamente e agli infopoint.
Infopoint che sono sempre aperti anche nei weekend e con addetti bilingue e trilingue anche dei Paesi del Brics, e per lo più gestiti da studenti universitari Erasmus che sono presenti semestralmente e quindi a rotazione.
Che poi a loro volta ne fanno un esagerata e buona reclame.

Nessuna “guerra” tra gli operatori, ma un sistema dove ciascuno lavora per il successo delle Destinazioni. Le discriminanti tra le imprese del settore sono la qualità dei servizi offerti e la professionalità del personale addetto.   
È on line Visit 4 Villages e tutto quello che serve per essere informati su  eventi, itinerari e attività dei “Magnifici4”. In italiano e inglese è un punto di riferimento per i visitatori e i potenziali turisti.
C’è poi “Goforfourvillages”, l’app per Iphone e Android, scaricabile gratuitamente, e agli ospiti più tecnologici, l’applicazione consente di prenotare i servizi e conoscere in tempo reale tutte le attività proposte dalle Destinazioni.

Quindi la mobilità completa con la  4villagesgreenway, la rete di piste ciclabili e i potenziati vettori, le navette, i bus del servizio 4villagesShuttle, che permette di affinare la viabilità, non compromette l’ambiente, abbatte l’inquinamento e migliora la vivibilità della Destinazione per visitatori e residenti.

Infine per dialogare con le Destinazioni, partecipare ai concorsi e vincere premi, ottenere riduzioni, Facebook eTwitter sono i social al servizio di ospiti e ospitanti, mentre per mantenere l’interazione viva e continua, un team dedicato risponderà celermente anche a reclami e suggerimenti.



Ma non si può certo dimenticare il corpo di Polizia Turistica, che contribuisce alla serenità del soggiorno essendo addestrato a trovare la soluzione ad ogni eventuale problema insorto durante la vacanza. Di recente istituzione, ne fanno parte addetti che hanno già concluso il percorso formativo ad hoc.
Da un anno è stata aperta una scuola alberghiera di perfezionamento, la GaSpRoMa (dalle iniziali dei 4 paesi) gestita da veri professionisti del settore, nonché sulla falsa riga di quella Svizzera, la EHL di Losanna tanto per intenderci, che in un triennio prepara il personale alberghiero in un modo sopraffino.
Non è di grandi dimensioni, ma finito il primo triennio, ogni anno 75 nuovi ragazzi troveranno certamente lavoro nel comprensorio nonché nelle zone limitrofe.

Attualmente, per via di accordi con la Regione, essi possono prestare servizio (3 ore al giorno) presso gli alberghi e ristoranti, affinando con dei “maghi” le proprie conoscenze didattiche.
Inutile dire che gli stessi Capi Servizi (i maghi) contribuiscono poi allo studio di questi nella scuola alberghiera.
Per darci un taglio, questo è stato di grande utilità per implementare il rapporto tra l’industria turistica e le istituzioni scolastiche, come già anticamente avveniva in Italia, ma poi 

La classificazione alberghiera e ristorativa avviene tramite l’inserimento di dati di qualità, da parte dei gestori o proprietari alberghieri/ristorativi, che è stata temperata attraverso delle spunte pertinenti alle richieste dei turisti e che sono state sommate a quelle già esistenti sulle varie metrature e accessori.
Poi, una squadra di qualità composta da grandi professionisti che hanno stazionato nel settore per innumerevoli anni e con degli ottimi risultati internazionali, è perennemente in movimento, rilasciando delle memorie dove vengono incluse tutti gli eventuali suggerimenti e le possibili migliorie che gli albergatori e i ristoratori devono effettuare per mantenere costante la qualità.

Da un po’ di tempo alcuni paesi limitrofi stanno cercando di entrare nel comprensorio per ottenere il medesimo benessere dei sopra citati, e questi sono Farnazza, Brasfubo e Astrippa … ma come al solito finirà che non faranno una mazza, un tubo e una cippa.

Infatti è inutile stare ad aspettare per guardare se anche loro arriveranno a capirlo, poiché con poche parole succederà ciò che è accaduto in passato per Tralinchia e Bestazzo … a voi la rima!



domenica 27 gennaio 2013

Il coglione e il rompicoglioni nel turismo ... ma non solo!


Con il termine coglione si intende l'accezione popolare di una parte anatomica del corpo umano: vedi testicolo.

Il termine è anche un insulto entrato da tempo nel linguaggio corrente con il significato di persona poco avveduta che non prevede le conseguenze dei propri atti per insufficiente intelligenza; e tuttavia mantiene caratteristiche di innegabile volgarità.
Originalmente i coglioni vanno in giro a coppie … beh, è anche normale.

Il termine coglione viene frequentemente adoperato per prendere in giro o ingiuriare qualcuno facendo riferimento a un attributo sessuale al fine di evidenziare la sprovvedutezza, dabbenaggine o stupidità della persona destinataria dell'ingiuria: vedi anche minchione (ad esempio, ne I Malavoglia di Giovanni Verga, padron 'Ntoni viene giudicato "minchione" dalla comunità perché incapace di perseguire i propri interessi).
Al plurale, sempre con tinte di volgarità ma questa volta in senso tutt'altro che dispregiativo, viene usato in varie espressioni colorite, quali "avere i coglioni" (o anche "avere le palle" o gli "attributi") per indicare una persona particolarmente capace e degna di ammirazione (uomo o anche donna, per un'impropria ma suggestiva forma di estensione).
Ma quest’ultimo caso sta diventando sempre più raro, e soprattutto nel settore del turismo.

L'espressione "toccarsi i coglioni" indica invece un diffuso gesto scaramantico che la Corte di Cassazione, nella sentenza 8389 del 25 febbraio 2008, ha definito «un atto contrario al decoro e alla decenza pubblica», configurante pertanto un illecito penale.
Infatti, secondo la Corte, «il palpeggiamento dei genitali davanti ad altri soggetti, in quanto manifestazione di mancanza di costumatezza ed educazione, deve considerarsi atto contrario alla pubblica decenza, concetto comprensivo di quel complesso di regole comportamentali etico-sociali che impongono a ciascuno di astenersi da condotte potenzialmente offensive del sentimento collettivo della compostezza del decoro, generanti disagio, disgusto e disapprovazione nell'uomo medio».
La Corte sottolinea che il reato è contemplato anche «se il fine del gesto è apotropaico»

Potenzialmente, tutti possono essere dei rompicoglioni, anche tu.
Tuttavia, anni e anni di studi in questo campo hanno permesso agli scienziati (scienziati riconoscibili dal fatto di avere le palle rinforzate in calcestruzzo) di stendere una classificazione dei diversi tipi di rompipalle.
Distinguiamo perciò tre tipi di rompicoglioni: il rompicoglioni occasionale, il rompicoglioni cronico e il rompicoglioni leggendario.
In verità ce ne sarebbe anche una quarta e che mi riguarda molto da vicino: i rompicoglioni costruttivi che alla fin dei conti ti facilitano a correggere i tuoi errori, questi lo fanno a mo d’aiuto sociale.

Rompicoglioni occasionale 

Un rompicoglioni occasionale è, fondamentalmente, una persona apparentemente normale, magari tuo carissimo amico, che in un momento del tutto inaspettato viene travolta dal lato oscuro della forza, ti telefona (mentre tu, beatamente, ti accingevi a dedicarti a una qualche attività piacevole, sulla quale preferiamo non indagare), ti dice in lacrime di essere nel mezzo di una crisi depressiva e si mette a raccontarti TUTTA la sua vita.

Può rientrare in questa categoria un elettrodomestico normalmente funzionale, che decide di smettere di funzionare nel momento del bisogno (il condizionatore ad agosto, il televisore durante la partita di calcio, il modem mentre sei quasi alla fine del donwload che non vedevi l’ora di aprire).
Una cosa importante da notare è che il rompicoglioni molto spesso non ha un cazzo da fare pertanto risulta ancora più dannoso.
Se il rompicoglioni casuale è contraddistinto da una capacità di fracassamento di palle (CFP) tutto sommato modesta, e soprattutto limitata nel tempo, la notevole CFP del rompicoglioni cronico è capace di causare, con repentina facilità, l'insorgere di complicazioni mediche e farti cadere le palle.

La casistica di rompicoglioni cronici è sterminata, e riportarne qui tutti i diversi tipi sarebbe un'impresa praticamente impossibile (calcolando che mi sono già rotto i coglioni di scrivere quest'articolo) (e del resto, immagino pure voi vi siate rotti i coglioni di leggerlo).
Il rompicoglioni cronico, infatti, va dal maledetto nerd deciso a raccontarvi tutto sulle meraviglie di Ubuntu SX installato sul suo fighissimo computer da 212 gigaRAM KP a 35 mila megaper di cazzobit di velocità, fino al ciccione sudato che vi racconta dei 700 tipi inutili di dieta che ha provato nel corso della sua squallida esistenza.
Cito perciò qui solo alcuni esempi davvero notevoli di rompicoglioni, classificati, per la loro pericolosità sociale, in cima alla lista del WWF delle specie umane da abbattere e far estinguere molto prima.

Rompicoglioni cronici particolarmente letali sono:
Un caso molto particolare di rompicoglioni è quello che coglie un´idea altrui, la scopiazza (ovviamente male, perché è un testa di cazzo naturale) e la spaccia come sua facendosi un punto di onore di non rivelare per nessun motivo al mondo (tranne, forse, la minaccia di ricevere un calcio rotante ) dove ha preso l´idea.
Questo particolare tipo di rompicoglioni cronico è spesso un membro di alto livello della setta dei fancazzisti ed è a un passo dal divenire rompicoglioni leggendario.
Questo suo anomalo uso del lato oscuro della Forza fa vomitare perfino Darth Vader. Quest'ultimo, infatti, dedicò cinque anni luce a radunarne un gruppetto di tre o quattro e li portò a Camino per farli passare in rassegna al posto suo tutto l' esercito dei cloni.
Si dice che proprio a seguito del viaggio in compagnia di questi quattro rompicoglioni a Darth Vader sia venuta in mente per la prima volta l´idea che il lato oscuro fosse troppo perverso e che forse era meglio lasciar perdere e tornare a fare il Jedi visto che l´unico che poteva nuocergli era quel rompicoglioni leggendario di Yoda ed era già crepato).

Rompicoglioni leggendario

Se è scritto sulle sigarette dobbiamo crederci!
Se è vero che chiunque può, con un minimo sforzo, diventare un rompicoglioni, solo pochi, pochissimi eletti sono in grado di assurgere al ruolo di Rompicoglioni leggendario.
Per essere degni di questa carica, spesso gli adepti studiano per anni, fanno lunghissimi tirocinii negli uffici del comune (imparando così a sfruttare la burocrazia per mettere i bastoni tra le ruote al prossimo), mangiano solo aglio e cipolle (l'alito aiuta non poco) e, alla fine, devono superare un segretissimo esame, previo tirocinio con la tastiera sui social.

Alla fine di tutto questo, sono finalmente pronti per andare in giro per il mondo ad ammorbare il prossimo.
E nel turismo di rompicoglioni leggendari ce ne sono a iosa, basta vedere i risultati di questo settore negli ultimi trent’anni.
Questi pur non capendone una benemerita cippa di questo settore, te li ritrovi da tutte le parti, sui social ad elencare dei dati che tu non ti sei mai sognato di richiedere, a dire tante stronz stranezze, che qualsiasi persona (anche non del turismo) con un minimo di conoscenza pregressa se n’accorge in un battibaleno.
Però loro continuano indefessi (inde?) e ti raccontano tutte le loro esperienze lavorative (anche in questo caso seppur tu non ne abbia fatto preventiva richiesta) paragonandole a quelle del buon Gesù quando scese in terra.

Cose che se poi vai a vedere, oltre ad essere leggendariamente stolte, non sono servite praticamente ad un cazzo e mai serviranno se non per rovinare ancora di più questo comparto.
E per sopperire alla loro nullità, hanno ampliato a dismisura il contrario dell’evidenza.
Solitamente il rompicoglioni leggendario si distingue dal fatto che gli crescono delle ventose agli arti superiori ed inferiori che gli permettono di camminare verticalmente sui vetri e sugli specchi … almeno ci provano e per un po' ci riescono pure, finché non trovano uno che ne rende edotte le loro squallidità.
E oltretutto sono anche dei cafoni maleducati, boriosi senza per altro avere delle qualità nonché tremendamente pieni di se, e a cui nessuno potrà mai insegnare niente ... così dicono loro.

Il Rompicoglioni leggendario del turismo ha una CFP che supera la capacità di conteggio degli strumenti a nostra disposizione.
Per la loro pericolosità, i Rompicoglioni leggendari sono ricercati nella maggior parte dei paesi civili.
La loro cattura è di fatto però impossibile, in quanto nessuno è in grado di sopravvivere a un incontro con loro.
Solo Chuck Norris potrebbe farcela, in quanto, come tutti ben sappiamo, ha le palle di puro acciaio inox indistruttibile.
Tuttavia, Chuck non li ha ancora uccisi poiché ad andarli a cercare uno per uno e calciorotarli si romperebbe troppo i coglioni ... continua …


sabato 26 gennaio 2013

La prima regola per salvare il turismo italiano è ...











venerdì 25 gennaio 2013

Mamma li ... marziani ?


"Vengo dal mondo dell'imprenditoria alberghiera, dell'impresa più in generale, e pur non avendo avuto mai tessere di partito ho deciso di scendere in campo perché la crisi ha messo in grande difficoltà il nostro sistema produttivo, che si trova spesso svantaggiato rispetto al resto del mondo. E trovo sbagliato arrendersi, mostrare la bandiera bianca di fronte alla crisi, mentrè è giusto impegnarsi perchè le cose migliorino".

Così Bernabò Bocca, presidente nazionale di Federalberghi, spiega le ragioni che l'hanno spinto ad accettare la candidatura per il Pdl, nelle cui fila corre per il Senato in Friuli Venezia Giulia.

Beh, una gran botta di … fortuna per il FVG, non c’è che dire, ed è talmente grande che quasi quasi l’ardita dea bendata s’allegherà a dismisura per tutto il resto d’Italia.
E noi ne beneficeremo così tanto che è probabile che alcuni perderanno l’uso della ragione, e io per primo; se ancora ce l’ho.

Infatti è dal tempo che fu che vado chiedendo ai compilatori delle liste politiche, l’inserimento nel Parlamento di gente che di turismo ne sa.
E chi più di Bernabò Bocca, il presidente di una lunga sfilza di cariche e poltrone nell’ambito, avrebbe potuto o meriterebbe l’ambito scranno senatoriale?

Eh già, lui non s’arrende e a costo di dover sudare le fatidiche sette camicie, e visto che ci siamo c’aggiungo anche due pullover e tre giacchette (di cachemire naturalmente), scende in campo per riportarci agli allori di un tempo.

Personalmente ce lo vedo (?) a presentare come primo firmatario una valanga di proposte migliorative per cambiare l’ambaradan del settore di sua pertinenza; a correre (si fa per dire, neh) di qua e di là con delle scartoffie dove sopra saranno scritte, e ben in evidenza, tutte le cure per l’ammalato (il turismo) con le supposte (nel senso di “ipotizzate”) giuste e della grandezza e lunghezza necessaria.
Eccome no … soprattutto quest’ultime, ipotizzate e non.

E il tutto senza lasciare minimamente (chissà?) nessun’altra posizione presidenziale, nei cda e tant’altro, a chiara dimostrazione che nel nostro Bel Paese esistono delle persone che simultaneamente riescono a fare un casino di cose.
O cose fatte a casino?
Mah!
Che sia un marziano e provenga da lidi galattici assai lontani?

Ma una cosa però è certa, e vale dire che benché ai quei tempi me ne sarò già ritornato laddove queste ilari situazioni non esistono (in senso lato poiché divertenti), non mancherò mai di informarmi, e di conseguenza notiziarvi, delle sue grandi fatiche anche da così lontano.

P. S.: E pensare che per alcune ore il Bernabò Bocca è stato “trasportato” come capolista in Liguria, lasciandomi l’amaro in “bocca” (maremma maiala) per l’ottima possibilità che ci siamo persi in questa Regione.

Razzo che sfiga!
O forse no?

P. P. S.: ... in e per qualsiasi partito politico si fosse presentato o richiesta la sua presenza ... sai chemmefrega!









giovedì 24 gennaio 2013

Post senza Titolo ... quinto


Secondo il Dl 138/2011 (Spending Review), il numero dei consiglieri dovrà essere ridotto in funzione della popolazione di ciascuna regione e quello degli assessori parametrato sul numero dei parlamentari locali.

Quindi a partire dalla prossima legislatura la Regione, in questo caso la Liguria, diminuirà il numero di consiglieri ed assessori.
Dunque la Giunta avrà un massimo di sei assessori a fronte dei 12 attuali mentre i consiglieri saranno 30 anziché 50.

E non che le altre Regioni saranno esentate dal farlo, ci mancherebbe anche d’altro, neh … pertanto i prossimi assessori, all’incirca, raddoppieranno tutti le proprie responsabilità.
E fino a qui non ci piove!

Ora, dato che il “turismo” nazionale, da quando c’è il Titolo V (Legge 29 marzo 2001 n. 135) che demanda a queste (le Regioni) la responsabilità di deliberare in merito, non vada granché meglio … manco li cani ... nel senso che, non è che ci sia andata poi così bene ...
Ci siamo capiti, no?

Ora, dato che, a parte alcuni ma ben pochi, non è che si sia trovato dei grandi assessori in questo settore, e che l’ambaradan l’abbiano fatto progredire al meglio, neh?
Però è meglio non dire per non toccare la suscettibilità dei molti.

Ora, dato che dar loro (intendo ai prossimi assessori al turismo) addirittura dell’altre responsabilità, non è che una cosa così tanto intelligente e neanche tanto difficile da immaginare.
Quindi, per opinione strettamente personale, è molto probabile che il Titolo V verrà, diciamo cambiato.
Supposizione o sarà proprio così?

A voi le opzioni del caso o l’eventuale piccolo caso … il casino ... e vale a dire se poi non lo cambiassero! 

P. S.: Cambiatelo dai. 






mercoledì 23 gennaio 2013

Accademia dell'Accoglienza


Esistono delle statistiche mondiali (vere e non quelle da un tanto al chilo che tanto di moda vanno al giorno d'oggi) e in atto sin dai tempi di Marco Polo.

Ebbene queste affermano la grande importanza del viaggio d’arrivo e ancor più  il rilievo che ha l’accoglienza nelle scelte dei turisti.

Infatti queste due cose quando vanno per il meglio, rappresentano il 51% della piena soddisfazione dell'eventuale visitatore.
E con quella percentuale si può già cominciare  a dormire sonni tranquilli.

Chiaro è, che vada curato alla massima potenza anche il restante 49%, ma una bella fetta è già bella messa apposto.
Ma bando alla ciance ed ecco di che cosa si tratta, e del perché di questo post che ha la pretesa di mettere in risalto il valore che ha il saperci fare nell’accoglienza.


Di Giancarlo Dall’Ara


Uno spazio nuovo per sostenere che l’accoglienza è il punto di forza del nostro sistema di offerta, ma è da sempre poco considerata, anzi tutt’al più data per scontata.
Nel nostro paese strategie ed investimenti di norma si fanno nella promozione, nel marketing, nella pubblicità (online e offline), e per l’accoglienza le progettualità cominciano e finiscono di solito nell’apertura di un ufficio informazioni, in qualche dépliant, e quando va bene in un “decalogo per l’accoglienza” presentato in un Convegno.

Ho estremizzato un po’, ma questa è l’idea che mi sono fatto.
Venendo dal settore, ho sempre pensato che il marketing che funziona di più è quello che si fa nel territorio.
Ho sempre insegnato che la componente più importante dell’immagine è il prodotto, e che nel turismo un prodotto è fatto soprattutto dalle persone.
Nei musei, negli alberghi e nei ristoranti sono le persone che accolgono, che offrono i servizi, che ospitano, che “fidelizzano” o “respingono”.
Grazie a questa cultura dell’ospitalità il nostro Paese è arrivato ad essere leader mondiale nel turismo, e ha perso quella leadership quando ha cominciato a fare (male) quello che facevano gli altri.

Naturalmente nel 2013 l’accoglienza comincia sul web, ma sono sempre le persone a dare il “la”.
Ecco, a Rimini, assieme ai Consorzi degli albergatori della Riviera romagnola, che su questo tema hanno qualcosa da dire, vorremmo ridare centralità all’accoglienza, senza la quale la promozione è vana, senza la quale i soggiorni degli ospiti saranno sempre più brevi e le stagioni sempre più corte.
E senza la quale la nostra proposta turistica e ospitale assomiglierà sempre più a quella dei concorrenti, diventando così facilmente sostituibile.
A Rimini si parlerà di accoglienza a 360 gradi.

Il semiologo Giampaolo Proni parlerà del linguaggio accogliente (e non accogliente), Andrea Pollarini parlerà di un Piano Regolatore dell’Accoglienza.

I rappresentanti del Comune di Monmouth racconteranno il caso di una cittadina wikipedificata, e poi l’architetto Simone Micheli parlerà di hotel come “Opera”, e presenterà un approccio “italiano” all’accoglienza sostenibile per alberghi, e destinazioni.

E poi si parlerà dei possibili scenari futuri con Anna Cossetta, mentre Roberto Ricci Mingani ci dirà come demolire l’approccio burocratico all’accoglienza, poi si parlerà di nuove tecnologie e altro ancora, così da dare spunti, idee e anche esempi concreti a quanti operano nell’accoglienza, nell’ospitalità, nel turismo e nel commercio.

Credo che il momento per parlare di questi temi sia quello giusto.
La situazione “non facile” che stiamo vivendo spinge a pensare a soluzioni e idee fattibili, non troppo onerose, e caratterizzanti.

Lo so bene che è una sfida.
Ma magari interessa anche a voi.
In ogni caso ecco dove saperne di più … Accademia dell’Accoglienza, Rimini 8 marzo2013.



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