martedì 25 dicembre 2012

Turismo: Sotto l’albero di Natale, niente; solo palle di vetro rotte, e non solo di vetro.


Caro Gesù bambino, ormai sono 2012 le volte che tutti gli anni rinasci a Betlemme e dei quali, gli ultimi 60, li ho vissuti in prima persona.

Inutile dirti che ti voglio un bene della Madonna (scusami il paragone ma m’è venuto di botto) che neanche t’immagini (no, veramente penso tu lo sappia), ma anche quest’anno, di turismo, sotto l’albero non ce n’è manco l’ombra.

E ovviamente sai a cosa mi riferisco, vero?

Innovazione ma soprattutto facce nuove, e che non ce la stiano a raccontare pari pari come tutte l’altre volte, quelle stesse che non producono null’altro che il perenne e logorroico bla bla bla improduttivo.

Si vabbeh, oggi bisogna esser tutti più buoni e lo sarò anche perché tu vuoi che sia fatto così … però, possibile che sotto ‘sto belin di albero non ci si possa mai trovare niente?

In verità qualcosa ciò (c'ho) trovato, ed è l’Agenda di Mario Monti, ma porcaccia la miseria (pardon, scusa), non ti sembra che siano le stesse cose lette e sentite dal tempo che fu?
E se non ci credi, beh; eccotele qua a pagina 13 del medesimo.

Il patrimonio culturale del nostro Paese non ha eguali al mondo, per vastità nello spazio (dai monumenti alla gastronomia, dai teatri alle chiese) e nel tempo (dalle incisioni rupestri alle avanguardie).
E’ una ricchezza non de localizzabile, non riproducibile altrove.
Per il nostro Paese è dunque una scelta strategica “naturale” puntare sulla cultura, integrando arte e paesaggio, turismo e ambiente, agricoltura e artigianato, all’insegna della sostenibilità e della valorizzazione delle nostre eccellenze.
I progetti promossi recentemente per il sito archeologico di Pompei, l’Accademia di Brera, la Galleria dell’Accademia di Venezia, il Museo di Capodimonte dimostrano che anche in periodi difficili è possibile trovare le risorse per tutelare il nostro patrimonio.
Intese con le fondazioni di origine non bancaria o forme calibrate di partnership pubblico-privato potrebbero consentire un allargamento dello spettro delle iniziative finanziabili.
Musei, aree archeologiche, archivi, biblioteche devono essere accessibili ai cittadini e ai turisti in modo più agevole e la qualità dell’offerta deve migliorare, anche sperimentando forme di sinergia e collaborazione tra il privato sociale e le istituzioni statali.
Investire nella cultura significa anche lavorare per rafforzare il potenziale del nostro turismo, poiché già oggi cultura, bellezze naturali ed enogastronomia sono i pilastri della nostra attrattività, anche rispetto a Paesi che presentano il maggior potenziale di sviluppo turistico (Russia, Brasile, Cina, India, Golfo).
La macchina turistica va però governata meglio: oggi ci sono troppi centri decisionali, poco coordinati e con insufficiente massa critica per affrontare con successo la competizione globale.
Per questo è necessario rafforzare il coordinamento centrale e incidere sul sistema ricettivo, fieristico, infrastrutturale, formativo, normativo e fiscale per renderli coerenti con un’offerta turistica che intercetti nuovi bisogni e migliori la qualità complessiva.
In questi mesi è stato preparato e sottoposto a consultazione un Piano strategico per il turismo, che non è stato ancora adottato per la chiusura della legislatura.
Occorre riprenderlo e lanciare un programma di azioni concrete a breve e a lungo termine.

E per quanto riguarda l’insufficiente massa critica di cui il Mario Monti accenna, beh; noi di tutto sbagliato tutto da rifare la nostra piccola parte l’abbiamo sempre fatta e la facciamo anche oggi, neh? 

Happy Xmas soprattutto a te!




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