mercoledì 1 febbraio 2012

Bernabò Bocca e l'ottimismo (il suo)


Oggi l’Osservatorio Italiano del Turismo Montano realizzato da JFC indica una flessione complessiva delle presenze, pari al 15,4%, e del fatturato, pari al -13,5%, per l’intero comparto ‘neve Italia’ nel periodo che va dal primo dicembre 2011 all’8 gennaio 2012.
E questo mentre Bernabò Bocca, il presidente di Federalberghi, non più di quattro o cinque giorni fa dichiarava: “ … il turismo bianco tiene nonostante la crisi, e il numero degli italiani che amano la montagna e gli sport invernali continua a crescere. A dircelo sono i numeri e bla bla bla.

Solo che i “suoi” dati erano riferiti agli ultimi CINQUE ANNI (2007 – 2011) e nessun cenno alla non certo felice situazione attuale.

Chiaro è, si presume, che il Bocca voglia mantenere dell’ottimismo, forse per far evincere che tutta la questione del settore alberghiero, sotto la sua attenta e vigile direzione, la va sempre meglio.

D’altronde c’eravamo quasi già abituati negli anni scorsi, anzi da sempre, che chiunque c’è a comandare, con loro le cose vanno bene; ma cosa dico, vanno molto bene, anzi, benissimo.
Poi e magari si scopre che non l'è vero per niente.

Ma l’ottimismo sfrenato, anche se non è supportato da dati precisi e ricorrenti, oppure nel contempo quando è meglio andare a cercare delle soluzioni più produttive che far “vedere” che tutto va bene Madama la Marchesa, in verità che cosa produce?

E chi meglio di Martin E.P.Seligman, considerato il padre della psicologia positiva, può darci l’eventuale utilità dell’ottimismo?
Infatti se andiamo bene bene a leggere i suoi studi ne ricaviamo che il pessimismo è l’anticamera della depressione, cosa da cui starne veramente ben distanti, per contro però, l’ottimismo non dovrebbe rientrare attraverso stupidi stratagemmi, come il ripetere delle banalità facilmente riscontrabili (nessuna allusione al B. Bocca, per carità, si fa solo per dire).
Se ne deduce che la forma più opportuna ed intelligente sia quella di mantenere una certa forma di pessimismo, poiché questa ci rende più prudenti e cauti e fornisce realismo all’ottimismo.

Il pessimismo, ma solo quello in forma lieve, infatti serve a contenere le rischiose amplificazioni dell’ottimismo, induce a riflettere e frena la spinta ad agire in modo imprudente e sconsiderato, mentre i momenti dell’ottimismo sono quelli dei grandi progetti, dei sogni e delle speranze; se non ci fossero questi momenti non realizzeremmo mai niente di difficile, non affronteremmo le situazioni che incutono timore e non tenteremmo mai nulla di rischioso, in altre parole non ci sarebbe evoluzione.

E che evoluzione ci può essere elencando dei dati (quinquennali) che praticamente non servono ad una benemerita mazza, tubo o cippa qualsivoglia ... soprattutto se ultimamente non la va affatto bene?

Infatti il genio dell’evoluzione, sta nella tensione dinamica tra l’ottimismo e il pessimismo e nel modo in cui continuamente e reciprocamente si correggono.
L’alternarsi di questi due stati nel corso del ciclo circadiano genera quella tensione che permette ora di rischiare ora di trincerarsi senza il pericolo di raggiungere gli estremi.
In un certo senso è questa perpetua fluttuazione che permette agli esseri umani di realizzare tante cose, ma il dire che camminavi bene prima d’esserti sei rotto una gamba … a che razzo serve?
Ecco quindi che cadiamo (anzi, è lui che ci cade?) negli stupidi stratagemmi, come il ripetere delle banalità facilmente riscontrabili.
Le ricerche successive, di Seligman, Vaillant, Rodin, Visintainer, Langer ed altri, o forse è solo una mia supposizione, sono che l’essere ottimisti a danno degli altri, è perché si pensa che gli altri siano scemi (anche qui nessuna allusione al B. Bocca, per amor del cielo).
Ora, tanti ce n’è ma non certamente tutti.
Per farla in breve ed in poche parole, se sugli impianti di neve non c’è nessuno a differenza degli anni passati (presenze al - 15,4%, e fatturato al -13,5%) , a quelli che lì ci lavorano, che gl’è frega sapere che cinque anni fa o il secolo scorso … ma per piacere!

3 commenti:

  1. @Ardoino

    mi scusi ma cosa cambia?

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  2. @Anonimo

    Beh, s'è lo stesso anonimo del commento nel post precedente con la stessa frase "mi scusi ma cosa cambia?" ... mi scusi lei "ma non sa dire altro?"

    Che diamine, un pò di innovazione!

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  3. L'ottimismo è il profumo della vita

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